Concetti Chiave
- L'empiriocriticismo di Richard Avenarius propone una critica della conoscenza basata sull'analisi rigorosa dell'esperienza, evitando interpretazioni materialistiche o spiritualistiche.
- Avenarius sottolinea l'importanza dell'interazione individuo-ambiente, con l'organismo che cerca di mantenere l'equilibrio per l'autoconservazione attraverso adattamenti.
- I processi di adattamento mediati dal sistema nervoso centrale sono visti come processi conoscitivi, con la conoscenza considerata una funzione biologica necessaria per la sopravvivenza.
- La scienza è vista come un'estensione della funzione adattiva della conoscenza, con l'obiettivo di utilità per la sopravvivenza piuttosto che la ricerca della verità.
- Il principio del minimo sforzo enfatizza la semplicità e l'omogeneità, respingendo dualismi complicanti e considerando le teorie scientifiche come utili semplificazioni delle esperienze umane.
Scienza e adattamento
Affine al pensiero di Mach è la filosofia del tedesco Richard Avenarius (1843-96), considerato il fondatore dell'empiriocriticismo, indirizzo che, in risposta al dogmatismo del positivismo, si propone di condurre una critica della conoscenza attraverso l'analisi rigorosa dell'esperienza in quanto tale, indipendente-mente da ogni sua interpretazione materialistica o spiritualistica.
Nell'analisi dell'esperienza, Avenarius parte dall'interazione che gli individui hanno con l'ambiente.
Ogni individuo è un sistema che, attraverso meccanismi propri, tende all'autoconservazione. A questo scopo egli interagisce con l'ambiente, con cui scambia materia ed energia (per esempio, nell'alimentazione). L'ambiente tuttavia, con le sue perturbazioni, minaccia continuamente l'esistenza dell'individuo. L'organismo deve, perciò, adoperarsi costantemente per mantenere l'equilibrio tra sé e il mondo esterno, e ricercare l'adattamento, ora trasformando l'ambiente, ora modificando le proprie strutture e funzioni.
Questi processi fisiologici di adattamento, in quanto sono mediati dal sistema nervoso centrale, si configurano come processi conoscitivi. Come già aveva intuito l'evoluzionismo, la conoscenza è perciò una funzione biologica; e la scienza non è che una estensione di questa forma di adattamento, la cui finalità non è l'interesse per la verità, ma l'utilità per la sopravvivenza.
Il principio del minimo sforzo
Principio fondamentale della scienza è quello dell'economia delle forze o del «minimo sforzo». Esso riguarda l'intera realtà, in cui - al contrario di quanto pensava Spencer - la tendenza universale è verso la semplicità e l'omogeneità. E in base a questo principio che vanno respinti i dualismi di soggetto e oggetto, materia e spirito, che complicano inutilmente il problema della conoscenza. Quando questa unifica nelle teorie i fenomeni, non rispecchia alcuna struttura oggettiva della realtà, e non ha perciò alcun valore di verità definitivo, ma "riassume" in formule le esperienze umane, semplificandole in modo utile alla sopravvivenza.