Concetti Chiave
- Alfred Adler, discepolo di Freud, fonda la psicologia individuale criticando l'importanza eccessiva data da Freud alla sessualità, proponendo la volontà di potenza come forza motrice della psiche.
- Adler introduce il concetto di "complesso di inferiorità", legato a sentimenti di debolezza e deficit fisici, che stimola l'autoaffermazione per superare tali sentimenti.
- Carl Gustav Jung, fondatore della psicologia analitica, amplia la definizione di libido come energia psichica che si manifesta in varie attività umane, non solo sessuali.
- Jung propone l'esistenza dell'inconscio collettivo, contenente archetipi universali che influenzano il comportamento e la percezione umana attraverso miti e simboli comuni.
- Nella teoria di Jung, il processo di individuazione è un percorso di autoscoperta e realizzazione personale, che punta alla conoscenza di sé piuttosto che a un obiettivo terapeutico.
Indice
Alfred Adler
Alfred Adler: uno degli allievi di Freud che fonda la psicologia individuale distaccandosi dal maestro. Adler critica l'eccessiva importanza che Freud ha dato alla sessualità. Alla base della vita psichica non c'è la libido ma c'è la volontà di potenza, che è una spinta all'autoaffermazione, alla realizzazione di se. In molti casi questa volontà è legata a un sentimento di insufficienza e debolezza che chiama "complesso di inferiorità". Questo complesso è spesso collegato a deficit fisici e per superare questo sentimento di inferiorità, l'individuo cerca di affermare se stesso, vincere questo senso di inferiorità, affrontando prove da superare. La volontà di potenza è come una reazione al senso di debolezza che è proprio di ogni individuo. Demostene era balbuziente e affrontò questo deficit diventando avvocato, un grande oratore. Se non si supera questo complesso si può cadere nella nevrosi. Per Adler è importante l'educazione che si riceve da piccoli e che deve essere né troppo permissiva, né troppo autoritaria perché questo può portare a sviluppare una personalità antisociale, cioè aggressiva nei confronti del prossimo.
Carl Gustav Jung
Prende le distanze da Freud e fonda la psicologia analitica. Critica anche lui l'eccessivo interesse di Freud per la sessualità. Per Jung la libido è solo una generica energia psichica che si può manifestare con la pulsione della fame o del desiderio sessuale (pulsioni primitive), ma anche con le più alte attività umane (arte, religione). Alla base di tutte queste manifestazioni c'è questa pulsione o slancio vitale che è la libido secondo Jung. Mentre Freud ha parlato solo dell'inconscio individuale in cui si trovano tutti i contenuti rimossi, Jung parla anche dell'inconscio collettivo, che appartiene all'umanità intera, dove all'interno ci sono i cosiddetti "archetipi", strutture e forme mentali universali presenti nei miti, nelle fiabe, nelle leggende, nelle religioni di culture anche molto distanti tra loro nel tempo e nello spazio. Gli archetipi sono una sorta di patrimonio comune a tutta l'umanità. Es. il simbolo del labirinto è un'immagine archetipica. Per Jung il labirinto è l'archetipo del se, cioè del raggiungimento della propria identità autentica, della realizzazione della propria personalità autentica. Per Jung il problema non è uscire dal labirinto, ma raggiungerne il centro, compiendo un lavoro su se stessi. Questo lavoro si chiama "individuazione" e consiste nel realizzare se stessi, nello scoprire chi si è davvero. Per Jung l'analisi non ha tanto un obiettivo terapeutico (guarire dalle nevrosi), ma ha un compito di conoscenza. Chi si fa analizzare da uno psicoterapeuta lo fa per conoscere se stesso. Altro archetipo è quello del vecchio saggio, il maestro spirituale, la guida, colui al quale ci si affida.Altro archetipo è quello del luogo che è simbolo di nascita e di rinascita. C'è molto misticismo nella filosofia di Jung. Infatti Freud diceva che questo tipo di psicoanalisi non ha nulla a che fare con la vera psicoanalisi, ma è solo una scuola di saggezza, una filosofia. Un'altra dottrina di Jung è quella dei tipi psicologici. Sono due i tipi psicologici: l'introverso e l'estroverso. L'introverso è colui che è ripiegato all'interno di se, cura soprattutto il proprio mondo interiore, espressione coniata da Jung. Chi è estroverso a livello conscio è introverso a livello inconscio e viceversa perché la nostra psiche necessita di un suo equilibrio per cui si autoregola. Se dal punto di vista cosciente noi siamo propensi verso l'esterno, allora dal punto di vista inconscio tenderemo a ripiegarci verso noi stessi e a fare dei sogni che hanno un carattere introverso. Come ad esempio il sogno di entrare dentro una caverna. Mentre invece che è introverso a livello conscio sarà estroverso a livello inconscio e farà dei sogni legati a un viaggio o a un incontro con persone e ambienti nuovi. Infine il sogno per Jung ha una portata molto diversa rispetto al sogno secondo Freud: mentre per Freud il sogno ci porta al nostro passato infantile che è stato rimosso ed emerge nel sogno, cioè a desideri che abbiamo provato da piccoli, per Jung il sogno ha un orientamento verso il futuro, cioè attraverso i sogni noi elaboriamo un nostro progetto di vita. Nel sogno per Jung si annuncia il processo di individuazione, cioè noi sogniamo quell'individuo che vorremmo essere in futuro.
Critica di Jung alla concezione freudiana della libido: Jung dice che ci sono altri impulsi oltre a quello sessuale che governano l'uomo: quello alimentare e quello del potere. Sia Freud che Adler erano anche condizionati dalle loro inclinazioni individuali quindi è come se avessero trasferito su tutta l'umanità quelli che erano i loro interessi particolari. Freud era interessato al piacere essendo un uomo che era già arrivato dove voleva arrivare. Adler era un uomo interessato al potere perché aveva ancora della strada da fare nella società e quindi era un uomo ambizioso. Infatti l'istinto che Adler pone alla base della vita psichica non è la libido ma la volontà di potenza. Jung espone due archetipi: l'anima e l'animus. L'anima è l'immagine femminile che agisce come archetipo all'interno dell'uomo e che lo porta a preferire una determinata partner piuttosto che un'altra. Così come la donna ha all'interno di se, nel proprio inconscio collettivo, l'animus, che è un'immagine del maschile. Jung dice che c'è una componente maschile in ogni donna e una componente femminile in ogni uomo. E questo archetipo ci porta a fare determinate scelte in campo affettivo. Ciò che vuole sottolineare Jung è che noi siamo dominati dagli archetipi. Noi non li controlliamo gli archetipi, o meglio possiamo controllarli nella misura in cui siamo consapevoli che esercitano un ruolo fondamentale nella nostra vita e nelle nostre scelte, ma noi siamo dominati da essi. La nostra psiche conscia è condizionata dagli archetipi che si trovano nel nostro inconscio collettivo e che ci possono portare a compiere delle scelte di cui magari ci pentiamo, come scegliere una certa partner o un certo partner. Gli archetipi non sono solo modelli di comportamento che ci dicono cosa dobbiamo fare, ma sono anche modelli o forme universali che ci fanno interpretare in un certo modo la realtà, sono forme a priori del conoscere e anche dell'agire, sono schemi cognitivi ma anche schemi di comportamento.
Domande da interrogazione
- Qual è la principale critica di Alfred Adler alla teoria freudiana?
- Come definisce Carl Gustav Jung la libido e quali sono le sue principali differenze rispetto alla concezione freudiana?
- Cosa rappresenta l'inconscio collettivo secondo Jung e quali elementi contiene?
- Qual è il significato del processo di individuazione in Jung e quale obiettivo persegue?
- Come descrive Jung i tipi psicologici e quale importanza hanno nella sua teoria?
Adler critica l'eccessiva importanza data da Freud alla sessualità, sostenendo che alla base della vita psichica vi sia invece la volontà di potenza, una spinta all'autoaffermazione e alla realizzazione di sé.
Jung definisce la libido come una generica energia psichica che può manifestarsi in diverse forme, dalle pulsioni primitive come la fame o il desiderio sessuale, fino alle più alte attività umane come l'arte e la religione, distanziandosi dalla visione freudiana che la limita al solo ambito sessuale.
L'inconscio collettivo, secondo Jung, è una dimensione che appartiene all'umanità intera e contiene gli archetipi, ovvero strutture e forme mentali universali presenti nei miti, fiabe, leggende e religioni, rappresentando un patrimonio comune a tutta l'umanità.
Il processo di individuazione in Jung consiste nel realizzare se stessi e scoprire chi si è davvero, attraverso un lavoro su di sé che non ha tanto un obiettivo terapeutico, ma piuttosto di conoscenza e di raggiungimento della propria identità autentica.
Jung descrive due tipi psicologici fondamentali: l'introverso, che si concentra sul proprio mondo interiore, e l'estroverso, che è orientato verso l'esterno. Secondo Jung, la nostra psiche cerca un equilibrio tra questi due aspetti, autoregolandosi e influenzando i nostri sogni e comportamenti in base alla predominanza dell'uno o dell'altro.