Concetti Chiave
- Giovanni Gentile e Benedetto Croce sono figure chiave del pensiero filosofico italiano durante il fascismo, inizialmente uniti nell'opposizione al positivismo.
- Gentile diventa teorico del fascismo, sviluppando l'attualismo, dove la realtà è vista come prodotto del pensiero e giustifica la dittatura.
- Croce si oppone al fascismo, proponendo uno storicismo assoluto, influenzato da Vico e De Sanctis, classificando le attività dello spirito in fasi.
- La filosofia di Croce dà importanza all'arte e all'estetica, definendo la poesia come sintesi tra intuizione ed espressione.
- Nonostante le divergenze politiche, entrambi i filosofi partono dall'idealismo tedesco e rileggono Heegel e Fichte in chiave personale.
Indice
Il pensiero filosofico italiano
Durante il periodo fascista, il pensiero filosofico italiano è dominato da due personalità dominanti: Giovanni Gentile e Benedetto croce. All’inizio, le loro attività hanno un punto in comune: la polemica contro il pensiero positivistico che si ritrova negli articoli pubblicati sulla rivista”La Critica”.
Divergenze tra Gentile e Croce
In seguito, pur partendo entrambi dall’idealismo tedesco e dalla rilettura di Heegl e di Fichte, le loro posizioni si differenziano. Il fascismo è l’elemento che causa la divergenza fra i due modi di pensare. Gentile sostiene il fascismo e ne diventa il teorico mentre Croce assume il ruolo di difensore dell’antifascismo, quello di matrice liberale e non.
La filosofia di Giovanni Gentile
Gentile concepisce ogni aspetto della realtà come un prodotto del pensiero, ossia dell’io considerato nel suo atto di pensare (da cui è derivata la definizione di attualismo che è stata data alla sua concezione filosofica). Il pensiero in atto si concretizza nell’arte, nella religione e nella filosofia e fra tutte le esperienze culturali, la filosofia e quella superiore. La concezione dello Stato di Gentile e la giustificazione della dittatura fascista deriva proprio da simili posizioni.
La filosofia di Benedetto Croce
Anche Croce parte da un’opposizione al positivismo per mirare ad un sistema filosofico ispirato a Vico e a De Sanctis. Egli classifica le attività dello spirito in quattro fasi: fase conoscitiva e teoretica che produce l’attività artistica e la riflessione filosofica, fase pratica o della volontà in cui la volontà agisce in vista di un progetto individuale. La volontà può tendere anche ad un fine universale e alla realizzazione di ciò che è giusto e buono. Croce dedicò una particolare attenzione alla creazione artistica e la sua estetica ha influenzatola cultura italiana fino al 1945, soprattutto quando il filosofo parla di “poesia” come sintesi fra intuizione ed espressione. Sostanzialmente si può affermare che la filosofia di Croce è uno storicismo assoluto, alla luce del quale tutti i fatti, crollo degli imperi, guerre, violenze, hanno una sua legittimità e tutto va visto in una prospettiva superiore in quanto lo Spirito non fa altro che riproporre all’infinito un’ascesa in continuo progresso.
Domande da interrogazione
- Qual è la principale differenza tra le posizioni di Gentile e Croce riguardo al fascismo?
- Come concepisce Gentile la realtà e quale termine è stato associato alla sua concezione filosofica?
- Qual è l'approccio di Croce alla filosofia e come classifica le attività dello spirito?
La principale differenza è che Gentile sostiene il fascismo e ne diventa il teorico, mentre Croce assume il ruolo di difensore dell'antifascismo, in particolare quello di matrice liberale.
Gentile concepisce ogni aspetto della realtà come un prodotto del pensiero, ossia dell'io considerato nel suo atto di pensare, da cui deriva la definizione di "attualismo" associata alla sua concezione filosofica.
Croce si oppone al positivismo e mira a un sistema filosofico ispirato a Vico e De Sanctis, classificando le attività dello spirito in quattro fasi: conoscitiva e teoretica, pratica o della volontà, con particolare attenzione alla creazione artistica e alla sintesi tra intuizione ed espressione nella "poesia".