Concetti Chiave
- Trasimaco di Calcedonia fu un influente insegnante di retorica del V secolo a.C., noto per il suo contributo alla retorica e alla politica ad Atene.
- Sosteneva che la giustizia e le leggi sono strumenti dei potenti per mantenere il controllo e mascherare la loro sopraffazione sugli altri.
- Secondo Trasimaco, le leggi non sono neutre ma servono gli interessi di chi detiene il potere, perpetuando l'utile del più forte.
- Criticava la nozione di giustizia come un ideale neutrale, definendola un'ingenuità e una falsità che ignora la realtà del potere.
- Il suo pensiero si basa sull'idea che la legge non realizza giustizia ma legittima il dominio del più forte sui sudditi.
Nato a Calcedonia, località situata nella parte nord-occidentale dell’Asia Minore, Trasimaco visse nel V secolo a.C. scegliendo Atene come sede della sua attività di insegnante di retorica; suo campo di interesse furono la retorica e lo studio della politica; fu noto nel mondo antico per le sue conoscenze di tecnica retorica, tema su cui scrisse un manuale avente come titolo “Grande Trattato”: di questo e di numerosi discorsi ci restano pochi frammenti.
Trasimaco studiò i rapporti tra gli uomini e sostenne che per natura ciascuno mira a sopraffare gli altri e che le leggi e l’apparato giudiziario di uno Stato non sono altro che la mascheratura di sopraffazioni avvenute; nella giustizia e nella politica si impone il più potente e il più ricco. Trasimaco ricorda che è sempre il più forte, il più potente e il più ricco a stabilire cosa è giusto. Dunque chi detiene il potere decide cosa è giusto e cosa non lo è e lo fa nel proprio interesse al solo scopo di conservare e di rafforzare il proprio potere sui sudditi che gli devono obbedienza. Si conclude così la tesi di Trasimaco secondo cui la giustizia è “l’utile del più forte”. La legge secondo Trasimaco si fonda in realtà sulla forza, ossia sul potere. Sostenere che le leggi possiedono un carattere “neutrale” costituisce una ingenuità intollerabile oltre che una profonda falsità. La legge non realizza alcuna giustizia ma legalizza la sopraffazione.