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Concetti Chiave

  • Talete, fondatore della scuola ionica, considerava l'acqua come principio fondamentale e sosteneva una visione panteistica del mondo, affermando che "tutto è pieno di dei".
  • Anassimandro introdusse il concetto di "arché" come apeiron, una sostanza infinita e indistruttibile da cui derivano tutti i mondi attraverso la separazione dei contrari.
  • Anessimene vedeva nell'aria il principio dell'universo, caratterizzata da infinità e movimento continuo, e spiegava le trasformazioni tramite rarefazione e condensazione.
  • Pitagora e i pitagorici associavano il numero come sostanza delle cose, fondendo matematica e geometria, e vedevano la musica come un'espressione matematica del cosmo.
  • Parmenide, fondatore della scuola eleatica, teorizzava un essere unico, eterno e immutabile, contrapponendo la via della verità alla via dell'opinione basata sui sensi.

Indice

  1. Da Talete fino a Parmenide
  2. Talete
  3. Anassimandro
  4. Anessimene
  5. Pitagora e i pitagorici
  6. Matematica e dottrina del numero
  7. Dottrina fisica
  8. Eraclito
  9. Teoria del divenire
  10. Dottrina dei contrari
  11. Filosofia eleatica
  12. Senofane
  13. Parmenide
  14. Il mondo dell’essere e della ragione
  15. La problematica “terza via”

Da Talete fino a Parmenide

Talete

È fondatore della scuola ionica. Fu un politico, astronomo, matematico, filosofico e fisico. Predisse un’eclissi solare.
Secondo Talete, il principio è l’acqua, perciò sosteneva che la Terra stesse sopra l’acqua in quanto fonte di sostentamento: il nutrimento d’ogni cosa è umido e pesino il caldo si genera dall’umido.
Inoltre, avrebbe anche affermato che “tutto è pieno di dei”, rifacendosi alla propria visione panteistica.

Anassimandro

Concittadino e contemporaneo di Talete.
Fu un uomo politico e astronomo e fu il primo a scrivere la filosofia in Grecia.
Fu il primo a chiamare la sostanza primordiale “arché”, ma la riconobbe nell’apeiron, cioè nel principio primo dell’origine di ogni cosa che tornavano a dissolversi quando il loro ciclo ci concludeva.
L’apeiron di Anassimandro è immortale ed indistruttibile, perciò divino.
Si pose il problema riguardante il processo con il quale le sostanze derivavano da quella primordiale, individuando la separazione. La sostanza infinita è costantemente animata e in movimento, facendo così separare i contrari: caldo e freddo, secco e umido ecc. Per mezzo di questa separazione si generano infiniti mondi.
La nascita, tra l’altro, è la separazione degli esseri dalla sostanza infinita, perciò è anche la rottura dell’unità dell’infinito: subentra la diversità all’omogeneità. Ed è proprio ciò che determina l’infinità dei mondi.
Anassimandro pensa anche che la terra sia un cilindro che si libra nel mezzo del mondo.
Quanto agli uomini, non sapendo nutrirsi da sé, devono aver avuto origine dagli animali: nati dai pesci, dopo essere divenuti capaci di proteggersi da soli, furono gettati fuori e si stanziarono sulla terra.
Queste teorie mostrano la necessità di una spiegazione puramente naturalista del mondo.

Anessimene

Riconobbe come principio l’aria, ma le furono attribuite le caratteristiche del principio di Anassimandro: infinità e movimento continuo. Vide nell’aria la forza che anima il mondo.
Il modo in cui l’aria determina la trasformazione delle cose consiste nel processo di rarefazione (fuoco) e della condensazione (vento).
Ammette l’ordine ciclico del mondo, ciò la sua dissolvenza e la sua rigenerazione.

Pitagora e i pitagorici

La tradizione presenta Pitagora come profeta-mago.
In realtà, nacque a Samo, poi venne in Italia, dove vi morì. Fondò una scuola che fu anche un’associazione religiosa.
Molto probabilmente non scrisse nulla. L’unica dottrina che gli si può attribuire è quella della reincarnazione della anime in corpi di uomini o animali.
Infatti, egli considerava il corpo come una prigione per l’anima e l’unico modo per liberarla era la filosofia.
Le setta dei pitagorici praticava alcune regole ascetiche e la comunione dei beni.

Matematica e dottrina del numero

I pitagorici cominciano a trattare la matematica come una vera e propria scienza e proprio per questo stabilirono un carattere rigoroso della dimostrazione matematica, che costituì, in seguito, la norma per un’organizzazione scientifica.
La loro filosofia, tra l’altro, è la riflessione della loro matematica: il numero è la sostanza delle cose.
Il numero, infatti, è considerato come un insieme di unità che è considerata identica al punto geometrico.
Il numero 10, ad esempio, è rappresentato come un triangolo che il numero 4 per lato.
In questo modo, matematica e geometria vengono fuse e considerate praticamente identiche.
Secondo la filosofia pitagorica, il tutto è un insieme di numeri, perciò anche il mondo lo è: la natura del mondo è un ordinamento geometrico esprimibile in numeri.
Anche la musica può essere tradotta in matematica. La vedono anche come un aspetto della cosmologia: le sfere celesti, muovendosi, producono una melodia, la più bella. L’uomo è così abituato ad essa che non se ne rende neanche conto, ma solo se essa cessasse si renderebbe conto del silenzio.
Il dispari è considerata un’entità limitata (perfetto, positivo), il pari una illimitata (imperfetto, negativo). Ed è proprio con il dualismo che spiegano il principio di ogni cosa.
Ma le opposizioni tra illimitato e limitato sono molte, le quali più importanti sono:
- Limitato – illimitato
- Dispari – pari
- Unità – molteplicità
- Destra – sinistra
- Maschio – femmina
- Quiete – movimento
- Retta – curva
- Luce – tenebre
- Bene – male
- Quadrato – rettangolo

Dottrina fisica

I pitagorici, in particolare Filolao, furono i primi a sostenere che la Terra fosse una sfera e non fosse piatta e che essa, insieme agli altri pianeti, girasse intorno ad un “focolare” (il sole) che plasmava la materia illuminata.
Inoltre, ipotizzarono l’esistenza di dieci corpi celesti.
Si dice, inoltre, che avessero anche ipotizzato la rotazione della Terra intorno al suo asse e l’inclinazione di quest’ultimo.

Eraclito

Di Eraclito sappiamo ben poco, seppur fosse di nobili natali.
Alla base del suo pensiero vi è la contrapposizione tra filosofia (verità) e la comune mentalità degli uomini (errore). I dormienti erano gli uomini comuni, mentre gli svegli erano i filosofi.
Il filosofo vero, per lui, è colui che abbandona le idee comuni dei “più” e sa riflettere in solitudine, secondo il proprio pensiero e le proprie idee, vedendo l’insieme delle cose e non il particolare di esse.

Teoria del divenire

Il mondo viene rappresentato come un flusso in cui “tutto scorre”, anche se viene attribuita piuttosto ai suoi discepoli.
La forma dell’essere è il divenire ed è soggetta al tempo e alla trasformazione, seppur tutto sembri statico e fermo.
Il principio di tale teoria è il fuoco, elemento mobile e distruttore per eccellenza.

Dottrina dei contrari

Molti ritengono che un opposto possa esistere senza l’altro.
In filosofia, tale affermazione è impossibile in quanto la legge segreta del mondo si basa sulla stretta connessione dei contrari che lotta tra di loro, ma, contemporaneamente, non posso stare uno senza l’altro.
Tale legge manifesta un’interiore razionalità e, proprio per questo, viene definita col termine “lògos” (ragione).
La vita, perciò, sarebbe lotta e opposizione, trovando proprio in ciò la sua armonia.

Filosofia eleatica

A differenza degli ionici che volevano spiegare la molteplicità e il mutamento della natura, l’eleatismo va oltre la superficie e vuole studiare l’essere unico, eterno e immutabile.

Senofane

Senofane fu l’iniziatore dell’eleatismo. Compose opere di poesia e le intramezzò con riflessioni teologiche e filosofiche.
Critica aspramente l’antropomorfismo religioso, rifiutandosi di credere che i dei somiglino agli uomini in quanto, a sua detta, ogni creatura, probabilmente, li raffigura a propria immagine e somiglianza.
Per lui, in realtà, c’è una sola divinità: Dio-tutto che non somigli agli uomini né per corpo né per pensiero.

Parmenide

Fu il fondatore della scuola eleatica. Probabilmente è appartenuto a un circolo aristocratico.
Il sentiero della verità
Secondo Parmenide esistono due vie:
- Sentiero della verità (ragione)
- Sentiero dell’opinione (sensi)
Riassunte in una constatazione: l’essere è e non può non essere, il non essere non è e non può essere (essere è, l’essere non è), teorizzando così il principio di identità e il principio di non-contraddizione.
Con Parmenide, “essere” assume il valore di sostantivo neutro con il valore di concetto astratto, dando via all’ontologia.

Il mondo dell’essere e della ragione

Secondo Parmenide l’essere è:
- Ingenerato e imperituro
- Eterno
- Immutabile e immobile
- Unico e omogeneo
- Finito
Con queste caratteristiche, si ha un essere ontologicamente perfetto.

La problematica “terza via”

Le vie di Parmenide sono tre
- La via dell’assoluta verità
- La via dell’opinione ingannevole
- La via dell’opinione plausibile.
Gli opposti devono pensarsi come inclusi nella superiore unità dell’essere.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il principio fondamentale secondo Talete?
  2. Talete riteneva che il principio fondamentale fosse l'acqua, sostenendo che la Terra stesse sopra l'acqua e che tutto fosse pieno di dei, riflettendo una visione panteistica.

  3. Come Anassimandro definisce la sostanza primordiale e quale processo descrive?
  4. Anassimandro chiama la sostanza primordiale "arché" e la identifica con l'apeiron, un principio immortale e indistruttibile. Descrive un processo di separazione che genera infiniti mondi e la diversità degli esseri.

  5. Qual è la dottrina principale attribuita a Pitagora e come i pitagorici vedono il numero?
  6. La dottrina principale attribuita a Pitagora è la reincarnazione delle anime. I pitagorici vedono il numero come la sostanza delle cose, considerandolo un insieme di unità identico al punto geometrico.

  7. Qual è la teoria del divenire di Eraclito e quale elemento ne è il principio?
  8. La teoria del divenire di Eraclito rappresenta il mondo come un flusso in cui "tutto scorre", con il fuoco come principio mobile e distruttore.

  9. Quali sono le caratteristiche dell'essere secondo Parmenide?
  10. Secondo Parmenide, l'essere è ingenerato, imperituro, eterno, immutabile, immobile, unico, omogeneo e finito, costituendo un essere ontologicamente perfetto.

Domande e risposte

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