Concetti Chiave
- I greci vedevano la storia come ciclica, in armonia con il ciclo naturale delle stagioni, mentre il cristianesimo la considera rettilinea, con un inizio e una fine definiti.
- Socrate definisce l'anima come la coscienza e personalità morale dell'uomo, mentre Platone la vede immortale, destinata a cicli di reincarnazione.
- Aristotele considera l'anima la struttura funzionante di un corpo, che muore con esso, in contrasto con Platone e il cristianesimo che la vedono immortale.
- Il cristianesimo rifiuta la metempsicosi, sottolineando l'unicità e l'immortalità dell'anima, con una fede particolare nella resurrezione dei corpi.
- La Bibbia e i Vangeli cristiani offrono chiari riferimenti alla resurrezione dei corpi, culminando nel giudizio universale, dove anima e corpo si riuniscono.
La visione del tempo
Gli antichi greci avevano una visione ciclica della storia, perché essi concepivano il tempo in rapporto con la natura che si ripete con le stagioni che ciclicamente tornano ogni anno. I cristiani concepiscono il tempo in rapporto non con la natura, ma con Dio; la storia, infatti, secondo il cristianesimo ha origine con la creazione del mondo da parte di Dio, prosegue con il peccato originale di Adamo ed Eva, con l’attesa del Messia, con l’arrivo nel mondo di Dio fattosi uomo nella persona di Gesù e con il giudizio universale. Quella cristiana è una visione rettilinea della storia con un inizio,ovvero la creazione del mondo, e un termine, ovvero la fine dei tempi e il giudizio universale.
Il concetto di anima
Il concetto di anima è una creazione greca. Per Socrate l’anima è la coscienza, la personalità intellettuale e morale dell’uomo. Per Platone, che come tutti i greci riteneva l’uomo costituito di corpo e anima, l’anima è immortale, vive nel mondo delle idee e per una colpa originaria, la cui entità non è stata spiegata, è costretta ad incarnarsi in corpi all’interno dei quali vive soffrendo; al termine della vita dell’uomo l’anima torna nel mondo delle idee dove vive un altro periodo di tempo salvo poi reincarnarsi nuovamente in un corpo(concetto della metempsicosi già sostenuto da Pitagora); l’anima per Platone è dunque immortale. Per Aristotele l’anima è la struttura funzionante di un corpo; si divide in vegetativa, sensitiva e intellettiva e presiede alle funzioni vitali; proprio perché è la struttura funzionante di un corpo, alla morte fisica di un corpo l’anima muore. Per il cristianesimo corpo e anima costituiscono l’individuo e l’anima è componente importante dell’individuo stesso. Il cristianesimo è contrario alla metempsicosi e trasmigrazione delle anime da un corpo all’altro perché ogni individuo è unico e non ripetibile. Per il cristianesimo l’anima è immortale; nella Bibbia, nel Vecchio Testamento, si parla dell’immortalità dell’anima: in particolar modo si invitano i fedeli a non preoccuparsi del corpo, ma dell’immortalità dell’anima; nel Nuovo Testamento, San Paolo in una lettera sostiene che un giorno sarà con Cristo dopo la morte del corpo, con l’anima.
La resurrezione dei corpi
La fede nella resurrezione dei corpi è una caratteristica del cristianesimo. La parola “resurrezione” deriva dal latino “resurrectio” che significa “ritorno in vita dalla morte”. La Bibbia porta abbondanti e chiari riferimenti circa la resurrezione dei corpi sua nel Vecchio sia nel Nuovo Testamento. Nel Vecchio Testamento, nel libro di Daniele, il profeta Daniele afferma che molti corpi che dormono nella polvere della terra si risveglieranno: alcuni alla vita eterna altri alla vergogna eterna. Nel Nuovo Testamento, nei Vangeli è Gesù stesso che parla di resurrezione dei corpi. Dopo la morte del corpo, l’anima sopravvive, è giudicata da Dio e, se condannata, inviata nell’inferno, luogo della dannazione, se salvata, inviata nel purgatorio, luogo di salvezza dove si purificano le anime di chi si è pentito sinceramente, oppure nel paradiso; il corpo invece riposa: con l’avvento del cristianesimo il luogo in cui vengono sepolti i morti prende il nome di “cimitero” ossia “dormitorio”. Alla fine dei tempi, quando ci sarà la seconda venuta di Gesù Cristo e il giudizio universale, l’anima si ricongiungerà con il corpo risorto. I beati saranno in paradiso con Dio, i dannati con corpo e anima saranno nell’inferno assieme a Satana, lì rinchiuso per sempre con gli altri angeli ribelli; il purgatorio scomparirà perché le anime ormai purificate si ricongiungeranno al corpo risorto e saranno ammesse in paradiso.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione della storia secondo gli antichi greci e il cristianesimo?
- Come viene concepita l'anima dai filosofi greci?
- Qual è la concezione cristiana dell'anima?
- Cosa significa "resurrezione" nel contesto cristiano?
- Qual è il destino dell'anima e del corpo secondo il cristianesimo dopo la morte?
Gli antichi greci avevano una visione ciclica della storia, mentre il cristianesimo concepisce la storia in modo rettilineo, con un inizio e una fine definiti.
Per Socrate, l'anima è la coscienza e la personalità morale; per Platone, è immortale e soggetta a reincarnazione; per Aristotele, è la struttura funzionante di un corpo e muore con esso.
Nel cristianesimo, l'anima è immortale e parte integrante dell'individuo, contraria alla metempsicosi, e destinata a risorgere con il corpo alla fine dei tempi.
La resurrezione, dal latino "resurrectio", significa "ritorno in vita dalla morte" e si riferisce alla fede cristiana nella resurrezione dei corpi alla fine dei tempi.
Dopo la morte, l'anima è giudicata e può andare in paradiso, purgatorio o inferno; alla fine dei tempi, si ricongiungerà con il corpo risorto per il giudizio universale.