Concetti Chiave
- Socrate era un filosofo che insegnava senza compenso, credendo che gli adulti debbano aiutare i giovani a crescere intellettualmente.
- Preferiva il dialogo alla scrittura, ritenendo che la parola permetta un'espressione più libera e interattiva rispetto al testo scritto.
- Il metodo socratico si basava su dialogo e maieutica, stimolando la ricerca della verità attraverso domande e riflessioni piuttosto che risposte definite.
- Considerava l'anima immortale e vedeva la morte come un'assenza di dolore, una possibilità di dialogo con saggi defunti, senza temerla.
- Il "demone socratico" rappresentava la coscienza, guidando le scelte morali e sottolineando l'importanza dell'etica e della responsabilità personale.
Socrate e il suo insegnamento
Socrate è un personaggio emblematico, incarnante appieno il modello di filosofo. Egli agiva e viveva nel modo in cui ragionava. A differenza dei sofisti, Socrate insegnava ai fanciulli senza farsi pagare, poiché diceva che ogni uomo adulto ha il compito di far maturare intellettualmente i ragazzi.
In generale, l'insegnamento di Socrate è un insegnamento di vita, ma, a differenza di quello sofistico, utilizzava il logos ma non era di tipo tecnico. Socrate, infatti, s'ispirava alla madre (una levatrice) per "far partorire" le menti dei giovani, rendendole aperte e libere dal giogo delle leggi.
Proprio per questo egli fu aspramente ostacolato ed infine ucciso.
Socrate preferiva la parola allo scritto, poiché il dialogo è l'unico mezzo di comunicazione che permette ampio spazio ad ogni membro dell'uditorio, mentre la freddezza e la concentrazione dello scritto non permette di esprimersi al meglio.
Socrate non si riteneva un uomo particolarmente sapiente, anzi, diceva spesso che la propria unica certezza fosse quella di "non sapere", frase che fece scaturire molti aneddoti e leggende. Si narra, infatti, che Platone chiedesse all'oracolo chi fosse l'uomo più sapiente; esso rispose Socrate. Il filosofo, dal canto suo, disse di non sapere perché l'oracolo avesse risposto in quel modo, ma che l'unica cosa di cui era certo era di conoscere una cosa in più degli altri: lui sapeva di non sapere tutto.
Il metodo socratico e la virtù
Secondo Socrate la scienza è frutto di un comportamento virtuoso che si ottiene ricercando sempre e non chiudendo la mente. Ai tempi di Omero la virtù era detenuta solo dai "kalòi kài agatòi" (belli e giusti) ovvero dai nobili, mentre per Socrate tutti possono diventare filosofi o scenziati: basta solo far partorire la loro mente.
Il metodo socratico (dialogico)era quella modalità con cui il filosofo divulgava il proprio sapere. Il dialogo avveniva tramite metodologie retoriche, ma solo con uno scambio di informazioni. Gli insegnamenti di Socrate non erano ben definiti, erano solo degli orientamenti per vivere bene. Egli proclamava sempre la propria ignoranza, e chiedeva la spiegazione di ciò che voleva sapere al proprio interlocutore. Poi lo interrompeva chiedendo: "Perché è così?" (tì estì? in greco). Questo perché quando un discepolo cominciava ad elencare tutto ciò che (per esempio) era bello, Socrate lo interrompeva, dicendogli di non aver chiesto cosa è bello, ma cos'è il bello. Da qui nasce il concetto con il quale si indicano i Predicati universali delle cose, pensieri che unificano un gruppo di cose e ci permettono di definire ciò che le unifica.
Il metodo socratico di divide in due parti: l'ironia e la maieutica, l'arte di far partorire le menti. Socrate non dava mai risposte certe, ma solo orientamenti verso la verità. Per questo venne accusato di relativismo e di intellettualismo, ovvero il fondare la virtù (la cui scienza è l'etica) solo su ragionamenti intellettuali senza definizione.
L'anima e il dàimon di Socrate
L'anima socratica è distaccata dalla sostanza corporea. Essa è immortale e non si sa dove finisca dopo la morte. Per Socrate, la morte è la totale assenza di dolore, vuoto e sonno eterno, ed in ogni caso non provoca sofferenza e non deve far paura. Asseriva che se mai fosse esistito l'ADE, non ci sarebbe stato nulla di più bello: avrebbe potuto vivere una vita spirituale appagante parlando con i grandi sapienti ormai trapassati.
Socrate diceva di aver un demone buono che gli parlava dentro, giudandolo sulla via dei giusto e tenendolo lontano da ciò che era sbagliato.
Il dàimon altro non era che la coscienza, che si fa sentire ogni qual volta stiamo per sbagliare, facendo ridestare il nostro senso di responsabilità. L'insegnamento di Socrate è dunque civile ed etico allo stesso tempo.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo di Socrate come filosofo rispetto ai sofisti?
- Perché Socrate preferiva la comunicazione orale allo scritto?
- In cosa consiste il metodo socratico?
- Come vedeva Socrate la morte e l'aldilà?
- Che cos'è il demone socratico?
Socrate si differenzia dai sofisti perché insegnava senza farsi pagare, credendo che fosse compito di ogni adulto far maturare intellettualmente i giovani, utilizzando il dialogo e il logos in modo non tecnico.
Socrate preferiva la parola allo scritto perché il dialogo permetteva un ampio spazio di espressione per ogni membro dell'uditorio, mentre lo scritto era considerato freddo e limitante.
Il metodo socratico si basa sul dialogo e si divide in due parti: l'ironia e la maieutica. Socrate non forniva risposte certe, ma orientamenti verso la verità, stimolando la riflessione attraverso domande come "Perché è così?".
Socrate considerava la morte come un'assenza di dolore e un sonno eterno, non temendo l'aldilà. Credeva che, se esistesse l'ADE, sarebbe un luogo di appagamento spirituale dove conversare con i grandi sapienti del passato.
Il demone socratico era una sorta di coscienza interiore che guidava Socrate verso il giusto e lo allontanava dall'errore, rappresentando un insegnamento sia civile che etico.