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Concetti Chiave

  • Socrate utilizzava il dialogo socratico per interagire con politici e sofisti, iniziando con la demolizione delle loro convinzioni.
  • La prima fase del dialogo era caratterizzata dalla finta ignoranza di Socrate e dall'uso di domande per evidenziare le debolezze delle argomentazioni altrui.
  • Socrate si opponeva ai sofisti utilizzando brachilogie, brevi discorsi, al contrario delle loro lunghe macrologie.
  • La seconda fase del dialogo, la maieutica, mirava a liberare l'interlocutore da pregiudizi per consentirgli di scoprire la verità.
  • L'obiettivo finale del dialogo socratico era raggiungere l'omologhia, un accordo su una definizione condivisa, migliorabile con ulteriori dialoghi.

Indice

  1. Il dialogo socratico
  2. La demolizione delle convinzioni
  3. La maieutica socratica

Il dialogo socratico

Socrate amava girare per la città e fermarsi a parlare con chiunque incontrasse, preferibilmente con politici e sofisti. Il dialogo socratico era diviso in due parti.

La demolizione delle convinzioni

La prima parte consisteva nella demolizione delle convinzioni dell’interlocutore ed era contraddistinta dalla dialettica e dall’ironia (che in greco ha il significato di “dissimulazione”). All’inizio del dialogo Socrate era solito presentarsi inizialmente come ignorante per poi mettere in luce tutti i difetti delle argomentazioni del suo interlocutore attraverso continue domande. Socrate ricorreva a brachilogie, cioè a brevi discorsi che rispondevano a continue richieste di chiarimento altrettanto brevi. In questo Socrate si opponeva ai sofisti che erano soliti utilizzare le macrologie, cioè dei discorsi molto lunghi. La finta ignoranza, le continue domande di chiarimento, le brachilogie e l’ironia fanno parte dell’opera di demolizione delle tesi dell’avversario.

La maieutica socratica

La seconda parte è detta maieutica (che in greca significa “l’arte di far partorire”) e consiste nella parte costruttiva del discorso. In questa fase l’interlocutore, liberato dai suoi pregiudizi, dalla sua presunzione e dalle sue false convinzioni, si rendeva conto di essere ignorante e si trovava nelle condizioni di poter partorire la verità. L’interlocutore si metteva a ragionare insieme a Socrate che lo guidava e arrivava a elaborare una definizione condivisa del problema. L’obiettivo del dialogo socratico era quindi l’omologhia, cioè l’accordo intorno a una definizione. La definizione condivisa poteva sempre essere migliorata ulteriormente attraverso infiniti altri dialoghi.

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