Concetti Chiave
- Socrate si distingue dai sofisti per il suo approccio alla verità, utilizzando il dialogo anziché la retorica per guidare i giovani alla conoscenza e alla cura dell'anima.
- Nonostante non abbia scritto nulla, la conoscenza di Socrate proviene da fonti indirette come Platone e Aristotele, generando la questione socratica per la mancanza di certezze univoche.
- Il pensiero socratico si concentra sull'intellettualismo, sostenendo che la virtù è conoscenza e che nessuno compie il male volontariamente, poiché conoscere il bene porta automaticamente a farlo.
- La filosofia di Socrate unisce etica e teologia, con l'uomo definito dalla sua psyché e un Dio intelligenza ordinatrice che organizza il mondo con uno scopo preciso.
- Il metodo socratico di dialogo è strutturato in due fasi: la confutazione, che porta l'interlocutore a riconoscere la propria ignoranza, e la maieutica, che aiuta a "partorire" la verità.
Indice
La vita di Socrate
Con Socrate, si inizia a parlare della natura dell’uomo.
Nasce ad Atene (rinato governo democratico restaurato dopo la dittatura dei Trenta Tiranni) e muore nel 399 a.c. dopo aver bevuto la cicuta ed essere stato condannato per empietà (corruzione dei giovani e non accettazione delle divinità). Il padre Sofronisco era uno scultore, la madre Fenarete una levatrice. La moglie si chiamava Santippe
Il metodo socratico
Socrate combatte i sofisti (questi cercavano la vittoria sull’altro e non la verità, al contrario di Socrate), mentre come questi studia l’uomo.
A differenza dei sofisti che andavano di città in città ad insegnare la retorica su pagamento, Socrate rimase sempre in città, dove nelle piazze dialogava con i giovani, spostandosi solo tre volte per il servizio militare. In un primo momento, frequentava i filosofi fisici, successivamente si avvicinò al sofismo che comunque criticava per la ricerca della vittoria a qualsiasi costo, a differenza sua che utilizzava il metodo del dialogo.
La questione socratica
Non scrisse nulla, dunque abbiamo una conoscenza indiretta del pensiero di Socrate. Da ciò, nasce la cosiddetta questione socratica: troppe fonti, poche certezze. Aristofane (scrittore di commedie, lo rappresenta in caricatura in una di queste, “Le Nuvole”), Platone (coontemporaneo, scrive Apologia di Socrate, una difesa del maestro per la sua condanna ingiusta), Stenofonte, Aristotele (sembra essere la fonte più oggettiva ed autorevole, ma non era suo coontemporaneo).
L'essenza dell'uomo secondo Socrate
Socrate concentra il suo studio sull’uomo. Che cos’è l’uomo? Nella sua essenza, l’uomo è psyché, anima, sede dello spirito, della ragione, dell’attività pensante e morale, che si serve del corpo come strumento. L’uomo è sua psyché. In tutta la sua vita, Socrate si dedicherà alla conoscenza dell’uomo. Egli inoltre sostiene che il compito supremo dell’educatore sia insegnare agli uomini la cura della propria anima. Gnosce te ipsum per arrivare alla verità morale che mi porta al bene
Etica = studio delle norme di comportamento dell’uomo
Teologia = studio di Dio (Teos)
I valori secondo Socrate
Per Socrate, i valori significativi non sono legati alle condizioni esteriori (ricchezza, potenza) e fisiche (bellezza, vigoria, vita). I veri valori si assommano nella conoscenza e che i valori tradizionali, di per se non possiedono alcun valore, ma assumono tale in funzione della conoscenza. Tutto si riduce all’intellettualismo socratico attarverso i due paradossi:
La virtù (giustizia, fortezza, temperanza) è scienza (conoscenza), mentre il vizio è ignoranza
Nessuno pecca volontariamente
Il bene e la conoscenza
Il bene morale è un fatto di conoscenza, dato che non è ritenuto possibile conoscere il bene e non farlo. Dunque, chi conosce il bene automaticamente lo fa (≠ concezione cristiana, che evidenzia come sia necessario il concorso della volontà, “Vegio il meglio, e al peggior m’appiglio”, Petrarca o Video bona proboque deteriora sequor, Ovidio)
Secondo Socrate, le virtù non sono molteplici, ma le riduce ad un’unità essenziale, perché unico è il modo in cui l’uomo giudica il bene.
La teologia di Socrate
Mentre la morale studia l’uomo, la teologia studia Dio. Socrate sosteneva l’esistenza di un Dio-intelligenza ordinatrice, dunque un Dio che crea qualcosa a ragion veduta, programmata, non frutto del caso. Ad esempio, se osserviamo l’uomo, questo non può essere spiegato come frutto del caso, poiché le varie parti del corpo sono orientate ad un fine. Il daimonion socratico era la voce interiore, la voce della coscienza, che parlava a Socrate e gli vietava di fare il male o compiere azioni particolari dal quale si potrebbero ricavare danni.
Il dialogo socratico
Il metodo di Socrate è il dialogo, non avendo scritto nulla. La finalità del dialogo con i giovani era il raggiungimento della verità, di carattere etico ed educativo, ovvero sapere cosa è il bene, e gnoseologici, ovvero per il raggiungimento della conoscenza. Il metodo dialettico constava di due momenti:
confutazione, pars destruens, in cui Socrate portava l’avversario a riconoscere la propria ignoranza
maieutica, pars aedificant o costruens, ovvero il mestiere dell’ostetrica. Socrate voleva “far partorire” la verità nell’interlocutore.
Mentre i sofisti, insegnando, si ponevano con il superbo atteggiamento di chi sa tutto, Socrate stesso riconosceva di non essere onniscente (“So di non sapere”)
Socrate sfruttava la cosidetta ironia socratica, martellando l’interlocutore di domande fin quando l’avversario non si rendeva conto di dover ancora andare alla ricerca della verità.
Domande da interrogazione
- Qual è il contributo principale di Socrate alla filosofia?
- In che modo Socrate si differenzia dai sofisti?
- Qual è la questione socratica e perché è importante?
- Come Socrate concepisce la virtù e il vizio?
- Qual è il metodo dialettico di Socrate e quali sono i suoi momenti principali?
Socrate ha introdotto lo studio della natura dell'uomo, concentrandosi sull'anima (psyché) come sede della ragione e della moralità, e ha sviluppato il metodo del dialogo per raggiungere la verità.
A differenza dei sofisti, che cercavano la vittoria retorica, Socrate cercava la verità attraverso il dialogo e non accettava compensi per insegnare, rimanendo ad Atene per dialogare con i giovani.
La questione socratica riguarda la difficoltà di avere una conoscenza diretta del pensiero di Socrate, poiché non ha lasciato scritti e le fonti sono molteplici e a volte contraddittorie.
Socrate vede la virtù come conoscenza e il vizio come ignoranza, sostenendo che chi conosce il bene lo fa automaticamente, poiché nessuno pecca volontariamente.
Il metodo dialettico di Socrate si compone di due momenti: la confutazione, dove l'interlocutore riconosce la propria ignoranza, e la maieutica, dove Socrate aiuta a "far partorire" la verità nell'interlocutore.