Concetti Chiave
- Protagora, famoso sofista greco, sviluppò il principio dell'homo mensura, secondo cui l'uomo è la misura di tutte le cose, negando criteri assoluti di verità.
- Sosteneva che ogni argomento potesse essere reso più forte, insegnando tecniche per sostenere un punto di vista indipendentemente dal suo contenuto intrinseco.
- Il relativismo di Protagora implica che non esistono valori morali assoluti, ma piuttosto ciò che è utile o conveniente per il bene comune.
- Esiste un contrasto tra relativismo e pragmatismo, poiché l'utile è un concetto relativo che varia a seconda delle circostanze e del soggetto.
- Protagora era agnostico riguardo all'esistenza di Dio, sostenendo che non si può né confermare né negare, riflettendo il suo approccio antilogico.
Indice
Protagora e il principio dell'homo mensura
Fra i Sofisti, il filosofo più famoso è Protagora, vissuto fra il 490 e il 411 a.C. La sua opera principale, Le Antilogie, ci è pervenuta soltanto tramite testimonianze.
Il concetto basilare del suo pensiero è l’assioma “L’uomo è la misura di tutte le cose, di quelle che sono per ciò che sono e di quelle che non sono per ciò che non sono”. Questo è chiamato anche il principio dell’homo mensura. Trattandosi di un assioma esso è talmente evidente che non occorre che sia dimostrato. Per “misura” il filosofo intende la norma di giudizio, mentre per “tutte le cose”, intende tutti i fatti e tutte le esperienze in generale. Con questo principio, Protagora intende negare il principio di un criterio assoluto che discrimini essere e non-essere vero e falso. L’unico criterio è l’“uomo”. Dice Protagora: “Questo vento è freddo o caldo? Per chi ha freddo, è freddo e per chi ha caldo, è caldo”. Per cui, se è così nessun uomo è nel falso, ma tutti sono nel vero, o almeno nel loro vero. Continua affermando che intorno ad ogni cosa possiamo dire e contraddire, cioè possiamo addurre ragioni che reciprocamente si annullano.
L'arte della retorica secondo Protagora
Sappiamo anche che Protagora era solito insegnare a rendere più forte un’argomentazione debole. Questo non significa che egli insegnasse l’ingiustizia e l’iniquità contro l’ingiustizia e la rettitudine. Vuol dire che egli insegnava i modi con cui dal punto di vista tecnico e metodologico era possibile sorreggere un argomento, indipendentemente dal contenuto che nella discussione poteva essere più debole. In altre parole, l’obiettivo del pensiero di Protagora era di raggiungere l’abilità nel far prevalere qualsiasi punto di vista su quello opposto. Forti di questa abilità, i giovani dell’epoca ritenevano di potersi fare strada facilmente nelle assemblee pubbliche, nei tribunali e nella vita politica in genere e questa è la causa di tanto successo.
Relativismo e pragmatismo nel pensiero di Protagora
Poiché per Protagora tutto è relativo, ne deriva che il “vero” assoluto non esiste e nemmeno esistono i valori morali assoluti. Esiste, invece, qualcosa che è più utile, più conveniente e quindi più opportuno e il sapiente è colui che aiuta gli altri a riconoscere queste caratteristiche in un determinato bene. Questo relativismo presenta, però, un limite: da un lato l’uomo è misura di tutto, dall’altro pare che esso sia misurato in funzione dell’utilità per cui il bene coincide con l’utile, il male con il dannoso e il migliore e il peggiore con ciò che è più utile o più dannoso. E questo crea un forte contrasto fra relativismo e pragmatismo, soprattutto perché l’utile è sempre un concetto relativo per il fatto che è continuamente correlato a qualcosa (il soggetto a cui l’utile si riferisce, lo scopo a cui tende l’utile, le circostanze, ecc.). Pertanto, Protagora affermava in tutta serenità che è sapiente colui che sa riconoscere ciò che è nocivo e utile alla convivenza etico-politica degli uomini e nel saper dimostrare questo anche agli altri e di saperli convincere. Tuttavia, dalla documentazione che ci è stata tramandata, non ci è possibile capire su quali basi e su quali fondamenti il Sofista possa riconoscere l’“utile” sociopolitico.
Agnosticismo di Protagora riguardo a Dio
Per quanto riguarda l’esistenza di Dio, Protagora è agnostico. Infatti, egli ha affermato di non aver la possibilità né di affermare che Dio esiste, né che non esiste, proprio in base al suo metodo “antilogico” con cui dimostra argomenti a favore dell’esistenza e argomenti di posizione contraria.
Domande da interrogazione
- Qual è il concetto basilare del pensiero di Protagora?
- Come Protagora intendeva l'insegnamento delle argomentazioni?
- Qual è la posizione di Protagora riguardo ai valori morali assoluti?
- Qual è il limite del relativismo di Protagora?
- Qual è la posizione di Protagora sull'esistenza di Dio?
Il concetto basilare del pensiero di Protagora è l'assioma "L'uomo è la misura di tutte le cose", che implica che non esiste un criterio assoluto di verità o falsità, ma che ogni individuo è il giudice delle proprie esperienze.
Protagora insegnava a rendere più forte un'argomentazione debole, non per promuovere l'ingiustizia, ma per sviluppare abilità tecniche e metodologiche nel sostenere un argomento, indipendentemente dal suo contenuto.
Protagora sosteneva che non esistono valori morali assoluti, ma piuttosto ciò che è più utile e conveniente, con il sapiente che aiuta a riconoscere queste caratteristiche in un determinato bene.
Il limite del relativismo di Protagora è il contrasto tra relativismo e pragmatismo, poiché l'utile è un concetto relativo e variabile, creando tensioni nel determinare ciò che è veramente utile o dannoso.
Protagora è agnostico riguardo all'esistenza di Dio, affermando di non poter né confermare né negare l'esistenza divina, basandosi sul suo metodo antilogico che presenta argomenti a favore e contrari.