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Concetti Chiave

  • Platone distingue tra due modelli di oratoria: il retore misurato e il retore folle, con quest'ultimo che non si limita nell'imitazione di ogni contenuto.
  • Il retore folle è caratterizzato da un linguaggio che si riduce a suoni, esprimendo un elemento sub-umano costitutivo della psiche umana.
  • Il concetto di Mimo Totale rappresenta la proliferazione incontrollata della mìmesis, che Platone percepisce come un potenziale patologico.
  • Nel contesto dello Stato, viene bandita la pluralità di ruoli e identità, promuovendo l'unicità nel comportamento di ogni individuo.
  • Il Mimo Totale, evocato come figura sacra e seducente, simboleggia la potenza dell'immaginazione e la sua capacità di assumere qualsiasi forma.

Indice

  1. Retore folle e Mimo totale
  2. Retore Folle
  3. Mimo totale

Retore folle e Mimo totale

Retore Folle

Tornando ai programmi del «collegio», Platone passa a distinguere due modelli di oratoria: uno è il retore «misurato», che si astiene dall’imitare caratteri e situazioni spregevoli, l’altro è il retore folle o «sfrenato», che non arretra di fronte a nessun contenuto imitabile. Riproponendo un’analisi strettamente contenutistica, Platone afferma «crederà che non ci sia cosa indegna di lui, sì da mettersi a praticare con tutta serietà ogni mìmesis davanti a un grande pubblico, anche quelle che or ora dicevamo, tuoni, rumori di venti […] belati, versi di uccelli.
E il suo dire si baserà tutto sulla mìmesis, nella voce come negli atteggiamenti del corpo». Giunti in una scena di pura follia, questo diventare-animale del retore folle permette a Platone di concludere che il suo linguaggio (forma propriamente umana) si riduce a «suoni», cioè affiora un elemento sub-umano che è pure costitutivo della psiche umana così-com’è.

Mimo totale

L’episodio sembra concludersi con una formula secca: «nel nostro Stato non vi è un uomo doppio né multiplo, ma ognuno agisce secondo quell’unica cosa che è». Questa formula mette al bando il passaggio dall’uno al due ai molti, ossia quel processo di proliferazione (prima apparentemente controllabile e poi incontrollata) che è la natura profonda della mìmesis come immaginazione, di cui Platone intuisce il potenziale patologico. Tuttavia l’episodio non si conclude, perché subito viene evocato un altro personaggio «sacro e portentoso e seducente»: si tratta di un rito di purificazione, con cui la Città mette al bando non un personaggio ma un principio, il principio per effetto del quale la Città si ammala. Esso, il Mimo Totale, richiama sia lo Stregone-Illusionista sia il Retore Folle, cioè le due figure chiave della serie (la metamorfosi e la mìmesis): esse vengono a coincidere in un personaggio che ne afferma l’identità in via definitiva. È la potenza dell’immaginazione, che può assumere tutte le forme, imitandole.

Domande da interrogazione

  1. Quali sono i due modelli di oratoria distinti da Platone nel testo?
  2. Platone distingue tra il retore «misurato», che evita di imitare caratteri e situazioni spregevoli, e il retore «folle» o «sfrenato», che non si ferma davanti a nessun contenuto imitabile.

  3. Cosa rappresenta il "Mimo Totale" nel contesto del testo?
  4. Il "Mimo Totale" rappresenta un principio che la Città deve bandire per evitare di ammalarsi, richiamando sia lo Stregone-Illusionista sia il Retore Folle, simboli della potenza dell'immaginazione e della mìmesis.

  5. Qual è la conclusione di Platone riguardo al linguaggio del retore folle?
  6. Platone conclude che il linguaggio del retore folle si riduce a «suoni», rivelando un elemento sub-umano costitutivo della psiche umana, attraverso una scena di pura follia.

Domande e risposte

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