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Concetti Chiave

  • Platone descrive la mìmesis come la capacità di assumere forme diverse attraverso l'immaginazione, tipica della lettura ad alta voce di testi letterari.
  • La mìmesis, secondo Platone, può portare a un talento metamorfico simile a quello di uno sciamano, trasformando il lettore in vari personaggi immaginari.
  • Il futuro guardiano, nella visione di Platone, deve evitare di assumere le sembianze dei personaggi durante la lettura, per non cedere all'immaginazione illimitata.
  • L'immaginazione può emanciparsi dalla realtà, rischiando di sostituirla senza che l'individuo se ne accorga, come illustrato nella scena della caverna.
  • Le immagini create dall'immaginazione possiedono un magnetismo che può prevalere sulla realtà, rendendo l'immaginazione più affascinante della realtà stessa.

Indice

  1. Immaginazione
  2. Rischio estremo

Immaginazione

Secondo Platone il futuro guardiano pratica la mìmesis, la facoltà di assumere forme diverse, se fa cattivo uso dell’immaginazione. La mimesi (che qui non ha nulla a che fare col riprodurre imitativo dell’artista) è anzitutto l’operazione mentale, immaginativa, tipica della lettura ad alta voce di un testo letterario, in cui capita di assumere le sembianze di un personaggio. Declamando brani letterari l’allievo rischia di sviluppare un talento metamorfico che lo avvicina fatalmente al ‘goes’, allo «sciamano» capace di plasmarsi come un bravo attore nelle forme più svariate, e tutte rigorosamente immaginarie («facendoci credere che le assume davvero»).

L’esempio portato da Platone presenta la situazione in cui il futuro guardiano, imbattendosi nella lettura in una situazione in cui «una donna insulta il marito» (possiamo pensare ad una commedia di Aristofane) non dovrà prendere le sembianze del personaggio.
La ragione per cui la mìmesis non viene abitualmente interpretata come «immaginazione» metamorfica è che la lingua greca non possiede un termine equivalente al nostro “immaginazione”. Chi ha pensato di tradurre con “immaginazione” l’eikasìa, cioè la facoltà sensibile di percepire immagini riflesse, ha commesso un equivoco assai grave.

Rischio estremo

Il rischio estremo dell’immaginazione non dipende dai contenuti dell’immaginare (in quanto morali o immorali) ma dalla possibilità che l’immaginazione si «emancipi» dalla realtà e la sostituisca senza che io me ne accorga. La scena della caverna è il teatro dell’immaginazione, in cui l’immagine somigliante (l’ombra proiettata sullo schermo della mente) non diventa innocua per il fatto di essere riconoscibile come immagine (non riesco a distinguere lo stato di veglia da quello di sogno). La simulazione non è mai innocua perché sprigiona una fascinazione speciale proprio in quanto immagine; non c’è immagine che non possieda un suo magnetismo, e questo magnetismo finisce prima o poi per prevalere sulla cosa di cui l’immagine è immagine. Succede che, a un certo punto, la cosa, anche se la vedo, non mi interessa più, perché l’immagine mi appare più fascinosa, e mi risucchia.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo della mìmesis secondo Platone?
  2. Secondo Platone, la mìmesis è una facoltà immaginativa che permette di assumere sembianze diverse, come durante la lettura ad alta voce di un testo letterario, ma può portare a sviluppare un talento metamorfico simile a quello di uno sciamano.

  3. Perché la mìmesis non è interpretata come "immaginazione" metamorfica?
  4. La mìmesis non è interpretata come "immaginazione" metamorfica perché la lingua greca non ha un termine equivalente al nostro "immaginazione", e tradurre l’eikasìa come "immaginazione" è considerato un errore.

  5. Qual è il rischio estremo dell'immaginazione secondo il testo?
  6. Il rischio estremo dell'immaginazione è che possa emanciparsi dalla realtà e sostituirla senza che ce ne accorgiamo, poiché le immagini proiettate possono diventare più affascinanti della realtà stessa.

Domande e risposte

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