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Concetti Chiave

  • La Lettera VII di Platone è una "autotestimonianza" che approfondisce la sua dottrina sul valore dello scritto tramite l'esempio di Dionigi.
  • Platone descrive una prova per valutare se gli aspiranti filosofi siano predisposti a comprendere la filosofia, con un focus sulla sua difficoltà e rigorosità metodica.
  • I candidati alla prova mostrano due atteggiamenti opposti, rivelando la loro idoneità o meno al percorso filosofico richiesto da Platone.
  • Dionigi, tiranno di Siracusa, fallisce la prova mostrando presunzione e mettendo per iscritto concetti che Platone ritiene non possano essere scritti.
  • Platone sottolinea l'importanza di un dialogo socratico vivo, dove la conoscenza si sviluppa attraverso l'oralità e l'interazione genuina tra interlocutori.

Indice

  1. Platone e la prova filosofica
  2. Dionigi e l'errore imperdonabile

Platone e la prova filosofica

È considerata una seconda “autotestimonianza”, dove Platone porta ulteriori prove a sostegno e riprende la dottrina del Fedro sullo scritto; innanzitutto chiarisce, attraverso l’esempio di Dionigi, in cosa consistesse la prova a cui venivano sottoposti coloro che volevano intraprendere il percorso della filosofia. Attraverso tale prova Platone voleva accertarsi che queste «anime» fossero ben predisposte ad apprendere quanto detto; il nucleo centrale su cui questi venivano esaminati richiedeva una definizione complessiva, una presentazione di cosa fosse la filosofia da un punto di vista complessivo e l’illustrazione di ciò essa comporta, quindi sulla difficoltà e rigorosità metodica che Platone poneva alla base del filosofare. Da quanto riporta il filosofo, coloro che affrontavano la prova assumevano solitamente due atteggiamenti antitetici, che manifestano l’idoneità o meno al percorso filosofico; di certo, colui che fosse risultato adatto avrebbe dovuto dare un giudizio positivo di essa, senza lasciarsi spaventare dalle fatiche e dello stile di vita che essa comportava, ed anzi avrebbe ben presto chiesto di poter essere avviato nell’Accademia.

Dionigi e l'errore imperdonabile

Dionigi, tiranno di Siracusa sottoposto alla prova («Non appena misi piede a Siracusa, pensai per prima cosa di dovermi procacciare la prova se Dionigi fosse veramente consumato dalla filosofia come da un fuoco»), assume il secondo atteggiamento, cioè fa parte di quelli che pensano che la filosofia sia qualcosa di facile ed opinabile; inoltre, egli mostra la presunzione di conoscere molte cose, anche quelle che Platone definisce «di maggior valore» (gli elementi su cui la conoscenza si fonda: il linguaggio, le idee ed il pensiero), soltanto per averle ascoltate ad una sua sola lezione; oltre a ciò, ha fatto secondo Platone un errore imperdonabile, ossia di metterle per iscritto: non c’è stato e non ci sarà mai uno scritto su queste cose, secondo il filosofo, perché nemmeno possono essere messe per iscritto (Dionigi ha in tal modo dimostrato di non averle ancora comprese, di non avere una preparazione adeguata); esse richiedono una situazione dialogica, dove germini, viva la socratica oralità dialettica, dove ognuno mantenga la presunzione di non-sapere e non si disponga a ingannare o sopraffare l’interlocutore.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la prova a cui Platone sottoponeva coloro che volevano intraprendere il percorso della filosofia?
  2. Platone sottoponeva i candidati a una prova che richiedeva una comprensione complessiva della filosofia e delle sue difficoltà metodiche, per accertarsi che fossero predisposti ad apprendere e affrontare il rigoroso stile di vita filosofico.

  3. Come si comportò Dionigi di Siracusa di fronte alla prova filosofica di Platone?
  4. Dionigi assunse un atteggiamento presuntuoso, ritenendo la filosofia facile e opinabile, e commise l'errore di mettere per iscritto le conoscenze filosofiche, dimostrando di non averle comprese adeguatamente.

  5. Perché Platone ritiene che le conoscenze filosofiche non possano essere messe per iscritto?
  6. Platone crede che le conoscenze filosofiche richiedano una situazione dialogica e la socratica oralità dialettica, dove si mantenga la presunzione di non-sapere, e non possano essere adeguatamente trasmesse attraverso la scrittura.

Domande e risposte

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