Concetti Chiave
- Nel dialogo "Le Leggi", Platone enfatizza l'importanza delle leggi come strutture politiche fondamentali, contrariamente alla flessibilità suggerita nella "Repubblica".
- Le leggi hanno uno scopo educativo, mirano a persuadere i cittadini a comportarsi correttamente e si basano principalmente sulla religione.
- Platone propone l'esistenza di Dio come motore primo del movimento del mondo, rifiutando l'ateismo e la superstizione.
- Alcuni aspetti utopici della "Repubblica" vengono attenuati, come la concessione della famiglia e della proprietà privata, ma con regolamentazioni.
- La dialettica platonica si sviluppa attraverso il confronto di opinioni diverse, al fine di cogliere intuitivamente l'idea vera.
Indice
L'importanza delle strutture politiche
La maggiore importanza che Platone vecchio dà alle strutture si manifesta anche in campo politico. Qui le strutture sono le leggi, che la Repubblica aveva escluso essendo meglio decidere volta per volta che secondo leggi rigide, mentre il Politico le aveva ammesse, ma solo in mancanza di una vera scienza di governo, come atte a porre un freno agli abusi. Ora, nell'ultimo dialogo di Platone, esse divengono le protagoniste.
Il ruolo delle leggi e della religione
Le leggi hanno un fine anzitutto educativo, di persuadere ai cittadini il buon comportamento; e il loro fondamento primo è la religione. Il dialogo su Le leggi dà, quindi, una prova dell'esistenza di Dio, fondata sulla necessità di un motore primo che (muovendo se stesso, come solo l'anima e l'intelligenza possono fare) dia inizio al movimento del mondo. L'ateismo è bandito, non solo nella forma di negazione diretta dell'esistenza di Dio, ma anche quando si presenti come opinione che la divinità, pur esistendo, non si occupi delle cose umane, o come superstizione per cui si creda di potersi ingraziare la divinità con offerte, indipendentemente da ciò che è giusto e buono.
Cambiamenti nell'ordinamento della Repubblica
Alcuni fra gli aspetti più paradossali dell'ordinamento della Repubblica sono ora attenuati o aboliti: la famiglia è concessa a tutti, e la proprietà anche, ma regolata in modo da evitare eccessivi squilibri. Questa maggiore aderenza alla realtà si spiega con le difficoltà incontrate da Platone nei tentativi di attuare a Siracusa il suo ideale. La lettera VII, che ci narra quelle esperienze, ci dà anche il testamento spirituale di Platone, indicando la direzione in cui egli ritiene si debba cercare la verità; occorre sforzarsi di far scaturire dal contatto - anzi, egli dice dalla frizione - delle opinioni diverse la scintilla mentale capace di cogliere intuitivamente l'idea. In funzione dell'intuizione dell'idea si sviluppa, insomma, tutto il "discorrere" proprio della dialettica platonica.
Domande da interrogazione
- Qual è il ruolo principale delle leggi secondo Platone nel suo ultimo dialogo?
- Come viene trattato l'ateismo nel dialogo su Le leggi?
- Quali cambiamenti rispetto alla Repubblica si notano nel dialogo su Le leggi?
Le leggi hanno un fine educativo, mirano a persuadere i cittadini al buon comportamento e si basano sulla religione come fondamento primo.
L'ateismo è bandito, sia nella forma di negazione diretta dell'esistenza di Dio, sia come opinione che la divinità non si occupi delle cose umane, o come superstizione.
Alcuni aspetti paradossali della Repubblica sono attenuati o aboliti, come la concessione della famiglia e della proprietà a tutti, ma regolata per evitare squilibri eccessivi.