Mongo95
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Concetti Chiave

  • La metafisica di Platone evolve da una svalutazione radicale del piacere sensibile a una valutazione meno rigida dei piaceri spirituali.
  • La divisione dell'anima in tre parti - concupiscibile, irascibile e razionale - è centrale nel pensiero platonico.
  • I piaceri dell'anima razionale sono considerati superiori, ma gli altri piaceri sono accettabili se controllati dalla razionalità.
  • Piaceri, dolori e desideri sono intrinsecamente umani e inevitabili nella ricerca di una vita felice.
  • La questione aperta è chi possa guidarci nel godere di più e soffrire di meno.

Divisione dell'anima e piaceri

Nella metafisica a carattere dualistico anima-corpo, trascendente-contingente, sviluppata da Platone non si individua una posizione univoca e stabile, ma piuttosto molto dinamicamente si passa da un’iniziale svalutazione radicale del piacere legato ai sensi, concreto e concupiscibile, asservente l’anima al sensibile, evolvendo il pensiero verso un ribaltamento e ad una successiva valutazione meno rigida dei piaceri in sé, che attribuisce sia piacere che dolore alla dimensione spirituale dell'anima.

Soprattutto tale concezione si incrocia con l'altro grande momento teorico platonico dell’anima divisa in tre parti (concupiscibile, irascibile e razionale). È quindi indubbio che i piaceri dell’anima razionale siano superiori, ma si ammette che gli altri possano essere considerati come accettabili solo se controllati dalla stessa giurisdizione della anima razionale, e posso essere invece condannabili allorché la prevaricassero. Anche perché resto comunque e sempre vero che piaceri, dolori e desideri sono per loro natura profondamente umani, a cui ogni mortale deve essere per necessità attaccato. Non possono essere elisi e non rientrare e non rientrare nel computo di una vita felice, la quale vale più di ogni altra. Ma chi può indicarci la via per godere di più e soffrire di meno?

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