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Concetti Chiave

  • Platone sviluppa la teoria dell'arte come mímesis, distinguendo le arti che producono, usano e imitano oggetti.
  • Il pittore è visto come un semplice imitatore, il cui lavoro è una mimesi della mimesi, allontanandosi dalla verità delle idee.
  • L'arte è criticata per creare illusioni, distraendo dalla contemplazione delle idee e avvicinando al mondo sensibile.
  • Platone distingue tra mimesi icastica, che riproduce l'ordine naturale, e mimesi fantastica, che inganna.
  • Le critiche di Platone all'arte derivano da una visione arcaica della bellezza come armonia, rilevando l'importanza dell'arte nella formazione del cittadino.

Indice

  1. Teoria dell'arte come imitazione
  2. Distinzione tra tipi di arti
  3. Significato delle arti figurative
  4. Concetto di mimesi
  5. Critiche e difesa dell'arte

Teoria dell'arte come imitazione

Nel libro X della Repubblica Platone sviluppa la celebre teoria dell’arte come mímesis (“imitazione”).

La definizione e la critica di Platone alle arti, legata strettamente alla situazione storica delle arti nel IV secolo, ha avuto una grande fortuna nella cultura occidentale, anche oltre l’ambito all’interno del quale il filosofo greco l’aveva intesa.

Distinzione tra tipi di arti

Platone distingue tre tipi di arti (téchnai). Le arti che producono gli oggetti, quelle che li usano

e quelle che li imitano. Le prime ad esempio quella del costruttore di flauti, le seconde come l’arte del flautista, infine le ultime come il pittore che dipinge un flauto. Bisogna ricordare che non esiste in greco un termine che distingua quella che oggi chiamiamo arte dall’artigianato o da altre attività pratiche.

Significato delle arti figurative

Le arti figurative o “belle arti” rientrano nel significato del termine téchne, che indica indistintamente ogni forma di applicazione pratica eseguita secondo regole e principi. Sono quindi “arti” la pittura e la scultura, ma anche la caccia, l’attività del tessitore e del falegname e ogni forma di attività artigianale.

È all’interno di questo contesto che vanno lette le riflessioni platoniche sul significato delle arti figurative. Il pittore è definito allora in termini negativi, come un imitatore che, di ciò che imita, non ha né la scienza né una corretta opinione. Prendiamo ad esempio un letto: il falegname fabbrica l’oggetto “letto”, ma non potrebbe farlo se non fosse in grado di concepire l’idea del letto – il “letto in sè”, potremmo dire. Dato che per Platone la verità sta sul piano delle idee, il letto costruito dal falegname è già lontano dal vero, al quale può solo avvicinarsi per approssimazione, per imitazione appunto. L’immagine che del letto farà il pittore, allora, sarà ancora più distante dalla dimensione delle idee: il suo prodotto sarà una mimesi della mimesi. Il giudizio sull’arte è il medesimo di quello sulla poesia: esse non sono altro che produzione di illusioni, mentre l’autentica conoscenza non aggiunge oggetti artificiali alla realtà, ma è contemplazione del mondo vero. L’arte dunque distrae dalla contemplazione delle idee e attrae l’uomo verso il mondo sensibile, dove troverà solo un simulacro della verità.

Concetto di mimesi

La teoria di Platone ruota quindi attorno al concetto di “mimesi”. Di origine religiosa, il termine viene da Platone applicato alle arti figurative. Esso significa la riproduzione delle cose come appaiono ai sensi, attraverso la creazione di un’immagine (eikón) che si distingue per la sua somiglianza alla cosa rappresentata ma anche per la mancanza di realtà. Ma la mimesi non è, per Platone, negativa in quanto tale. Nel Cratilo, ad esempio, essa sta ad indicare la capacità del linguaggio verbale di cogliere la natura autentica delle cose, e nel Gorgia Socrate tesse l’elogio del pittore quando dipinge la realtà rispettandone l’ordine delle parti e le proporzioni. Il motivo di questa doppia valutazione, insieme positiva e negativa, sta nel fatto che Platone distingue tra due tipi di imitazione: una mimesi che Platone definisce “icastica”, cioè creatrice di immagini che riproducono i reali rapporti tra le parti e seguono le leggi di natura, e che egli approva; e una mimesi “fantastica”, che il filosofo condanna perché produce imitazioni che, come le pitture usate per i fondali delle scene teatrali, possono trarre lo spettatore in inganno.

Critiche e difesa dell'arte

Le critiche di Platone all’arte vanno interpretate come la difesa di un modello arcaicizzante di arte, legato alle teorie della bellezza come armonia e ordine matematico dell’universo. Le arti devono essere utili alla formazione del cittadino e porsi in corretta relazione con le leggi del cosmo. Il libro III della Repubblica condanna le arti quando, facendo leva su artifici illusionistici, suscitano nei cittadini emozioni che turbano l’equilibrio sociale; in questo caso, artisti e poeti andranno banditi senza indugio dalla pólis. Nel libro X, invece, Platone argomenta contro le immagini artistiche a partire dalla loro distanza dal piano delle idee e sulla base della propria teoria della conoscenza: l’arte figurativa è allora solo un “gioco”, e andrà distinta dalle altre “arti” serie, come l’agricoltura e la medicina, o come l’architettura, che Platone definisce addirittura come vera e propria scienza (epistéme).

Domande da interrogazione

  1. Qual è la teoria dell'arte come mímesis secondo Platone?
  2. Platone sviluppa la teoria dell'arte come mímesis nel libro X della Repubblica, definendola come imitazione. Distinguendo tra arti che producono, usano e imitano oggetti, Platone critica le arti figurative come semplici imitazioni lontane dalla verità delle idee.

  3. Come viene definito il pittore nella teoria platonica?
  4. Nella teoria platonica, il pittore è visto negativamente come un imitatore che non possiede né la scienza né una corretta opinione di ciò che imita, producendo una mimesi della mimesi, quindi un'illusione lontana dalla verità.

  5. Qual è la differenza tra mimesi icastica e mimesi fantastica?
  6. Platone distingue tra mimesi icastica, che riproduce i reali rapporti tra le parti seguendo le leggi di natura e che approva, e mimesi fantastica, che condanna perché inganna lo spettatore con imitazioni illusorie.

  7. Qual è la critica di Platone alle arti nel contesto sociale?
  8. Platone critica le arti quando suscitano emozioni che turbano l'equilibrio sociale, sostenendo che artisti e poeti dovrebbero essere banditi dalla pólis se le loro opere non rispettano l'armonia e l'ordine cosmico.

  9. Come Platone distingue l'arte figurativa dalle altre arti?
  10. Platone considera l'arte figurativa come un "gioco" distante dal piano delle idee, distinguendola dalle arti serie come l'agricoltura, la medicina e l'architettura, che definisce come vere scienze (epistéme).

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