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Concetti Chiave

  • Platone concepisce la realtà come un mondo di idee trascendenti, mentre Aristotele vede le cose concrete come la vera realtà, promuovendo uno studio scientifico della natura.
  • Aristotele distingue tra le varie scienze, rispettandone l'autonomia, mentre Platone subordina tutte le scienze alla dialettica.
  • La metafisica aristotelica si basa sulla sostanza, una combinazione di forma e materia, che spiega il divenire come trasformazione interna e potenziale.
  • Aristotele introduce la dottrina delle quattro cause (materiale, formale, efficiente, finale) per spiegare i processi naturali e artificiali.
  • Il concetto di Dio in Aristotele è quello di un motore immobile, sostanza eterna che garantisce l'ordine cosmico senza essere creatore.

Indice

  1. Differenze tra Platone e Aristotele
  2. Metafisica e concetto di ente
  3. Categorie e sostanza
  4. Forma e materia
  5. Problema del divenire
  6. Fisica e quattro cause
  7. Ordine finalistico e movimento
  8. Cosmo aristotelico
  9. Dio e il movimento dell'universo
  10. Psicologia e teoria della conoscenza

Differenze tra Platone e Aristotele

Mentre Platone pensa che la vera realtà, oggetto di vero conoscere, sia qualcosa che trascende dalla nostra esperienza (le idee), per Aristotele le singole cose che ci circondano esistono effettivamente e non sono copie imperfette dell'idea, quindi Aristotele appare più vicino alle filo più naturalistiche.

Per Aristotele è possibile uno studio scientifico della natura ,che è uno dei capisaldi del pensiero aristotelico, mentre Platone lo negava;

Aristotele è attento a salvaguardare la specificità e l'autonomia di ogni singola scienza, per Platone tutte le scienze risultano subordinate alla dialettica;

In Platone, la molteplicità delle cose rinviano ad una fondamentale unità.

In Aristotele, la ricerca di una spiegazione unificante del reale convive con la puntuale messa in evidenza delle differenze che distinguono fra loro i generi delle cose esistenti;

Metafisica e concetto di ente

Metafisica.

Aristotele definisce il tòde ti, il questo qui.

Da una prospettiva metafisica “idealista”,dalle idee alle cose, si passa a una prospettiva metafisica “realista” , dalle cose alle idee.

Non ce conoscenza degli oggetti esterni se non a partire dai sensi.

Ente.

Che cos’è l’essere dell’ente? Per Aristotele il mondo è costituito da una grande varietà di enti, i quali sono accumunati dal fatto di possedere l’essere.

Categorie e sostanza

Gli enti si suddividono in 10 categorie:

-La sostanza (è un uomo, un fiore, un ippopotamo..)

-La qualità (è bianco, buono, salato..)

-La quantità (è alto 2 metri, pesa 10 grammi, è suddiviso in 3..)

-La relazione (è più alto di..

è maggiore/minore di..)

-Il luogo (è in mare, è in una determinata strada..)

-Il tempo (ieri, oggi, domani..)

-L’agire (taglia, mangia..)

-Il patire (è tagliato, è mangiato..)

-Lo stato (armato, calzato..)

-La situazione (seduto, disteso..)

Solo la prima delle categorie rappresenta l’essere vero e proprio, le altre rappresentano i suoi modi di essere.

La sostanza.

La sostanza è la ragione delle cose, ciò per cui una cosa è proprio quella cosa e non un’altra!

E’ la categoria fondamentale e primaria degli enti.

Tutte le altre categorie vengono dette accidenti, predicati che possono essere attribuiti o meno alla sostanza.

Il concetto di sostanza riveste un significato sia ontologico che logico:

-In base al primo essa è l’individuo reale e concreto cui vengono date le varie proprietà (categorie nel loro valore ontologico, i modi di essere della sostanza)

-In base al secondo essa è il soggetto logico il quale regge i vari predicati (categorie nel loro valore logico, i modi in cui si predica l’essere della sostanza)

Forma e materia

La sostanza è concepita come sinolo, unione di forma e materia.

La forma rappresenta la natura intima di una cosa, la sua essenza o struttura, che fa si che una cosa sia quella che è.

La materia è l’elemento materiale che viene plasmato dalla forma, il materiale indeterminato che solo grazie alla forma assume una configurazione particolare

Problema del divenire

Il problema del divenire.

Grazie ai concetti di forma e materia, Aristotele riesce ad elaborare una soluzione al problema del divenire.

Il cambiamento è una trasformazione interna dell’essere, il passaggio da un tipo a un altro.

Si tratta del passaggio dell’essere in potenza della materia, a quello un atto della forma.

La materia è quell’elemento indeterminato che ha la potenzialità di assumere determinazioni successive rendendo così possibile il cambiamento.

La forma invece è l’elemento attuale permanente e riconoscibile delle cose.

La sostanza è l’insieme indissolubile di potenzialità e attualità.

L’atto precede sempre la potenza sia rispetto alla sostanza, sia rispetto al valore.

Aristotele riconosce due termini che ne rappresentano i limiti estremi:

-La materia prima, prova di forma e attualità.

-La forma pura, l’assoluta attualità e perfezione di Dio.

Fisica e quattro cause

La fisica.

Va studiata come un importante documento dello stato della ricerca nell’epoca classica dei greci e perché ha rappresentato per molti secoli un punto di riferimento fondamentale per il pensiero scientifico e filosofico.

La dottrina delle quattro cause.

Ogni trasformazione, da potenza ad atto, richiede particolari condizioni e determinate cause.

All’origine dei fenomeni riconosce 4 tipi di cause:

-Una causa materiale, ovvero la materia di cui una cosa è fatta (legno..)

-Una causa formale, la forma l’essenza ciò che fa si che sia una cosa e non un’altra (l’idea..)

-Una causa efficiente, la forza che genera un mutamento ( il lavoro di un artigiano..)

-Una causa finale, lo scopo in vista del quale il processo avviene ( il guadagno se la sedia venduta..)

Nei processi naturali la causa formale, efficiente e finale si presentano unificate.

Nei processi artificiali esse sono disgiunte.

La causa finale tende a coincidere con la forma.

La natura non agisce mai senza uno scopo e che tutti i processi fisici o biologici rispondono ad una legge intrinseca di carattere finalistico.

Ordine finalistico e movimento

L’ordine finalistico.

Teleologica, in quanto crede in un ordine finalistico e necessario che governa il mondo in ogni sua parte.

La teoria dei luoghi naturali, ogni elemento in natura ha un suo posto preciso e naturale a cui tende con un particolare tipo di movimento.

Il movimento.

Esistono 4 tipi differenti di movimento:

-Il movimento sostanziale (relativo alla sostanza) consiste nella generazione e nella corruzione. (Socrate nasce, Socrate muore)

-Il movimento qualitativo (relativo alla qualità) rappresentato dal mutamento o dall’alterazione (impallidire)

-Il movimento quantitativo che consiste nell’aumento o diminuzione (il bimbo diventa alto crescendo)

-Il movimento locale o traslazione (spostamento) da un luogo ad un altro

Il movimento locale è quello fondamentale da cui derivano tutti gli altri, ed è diviso in tre forme:

-Movimento circolare, intorno al centro del mondo

-Movimento dall’alto verso il centro

-Movimento dal centro verso l’alto

In base alla natura dei loro movimenti Aristotele classifica le varie sostanze:

-Fuoco e aria che si muovono dal centro verso l’alto

-L’acqua e la terra che si muovono dall’alto veros il centro

-L’etere che costituisce i corpi celesti, immutabili e incorruttibili che si muove al centro del mondo.

L’elemento più pesante è la terra che sta al centro del mondo, poi acqua, aria e fuoco che sta sotto il cielo della luna ( la sfera sublunare)

Se un elemento viene allontanato dal suo luogo naturale a causa si qualche agente esterno che modifica la situazione esse tende a ritornare nella condizione di partenza con il movimento che gli è proprio.

Cosmo aristotelico

Un cosmo ordinato e compatto.

Il cosmo aristotelico è ordinato e compatto, non ci sono spazi vuoti,ha un centro, un alto, un basso e anche un confine e un limite estremo rappresentato dal cielo e dalle stelle fisse.

L’universo aristotelico conserva il dualismo della dottrina platonica tra mondo celeste e mondo terrestre fondandolo sulla teoria del movimento:

-Il mondo celeste è composto di etere una sostanza ingenerata e incorruttibile che si muove solo con un movimento circolare senza inizio ne fine, è perfetto!

-Il mondo terrestre composto da 4 elementi fondamentali, è soggetto al movimento locale rettilineo ed è soggetto a generazione e corruzione.

Tempo come ordine soggettivo, può esistere solo in riferimento ad un anima senziente.

I cicli del divenire hanno una validità oggettiva e scandirebbero l’eternità della vita dell’universo comunque anche se non ci fosse un anima che li coglie.

Dall’alto di una navicella.

Guardando da una navicella fuori dall’universo aristotelico, ci apparirebbe una grande sfera rotante, e all’interno di essa vedremmo ruotare i corpi celesti, trasportati da varie sfere concentriche che si muovono in diverse direzioni e con diversa velocità.

Vedremo 55 sfere eteree, di cui la più piccola è interna è la sfera della luna (che racchiude la terra) e la più grande ed esterna è la sfera delle stelle fisse.

Quindi l’universo ci apparirebbe come una meravigliosa macchina perfettamente sferica, ordinata e rotante in modo circolare, suddivisa in 2 parti:

-Interna della terra in cui le cose si susseguono con un processo di generazione e corruzione

-Esterna formata da sostanze eterne e indistruttibili, dove ce solo il moto perpetuo circolare.

Dio e il movimento dell'universo

Dio.

Dio è la sostanza immutabile ed eterna che secondo Aristotele causa il movimento dell’universo.

Le sfere celesti sono caratterizzate da un movimento perfettamente circolare, continuo senza inizio ne fine.

Il passaggio da potenza ad atto presuppone ci sia una forza che ne rappresenta la causa.

Dio quindi è una sostanza prima, eterna non soggetta al cambiamento o mutamento, che in virtù della sua assoluta attualità può imprimere il primo movimento all’universo, è insomma il motore immobile!

Dio deve essere mente pura non frammista a materia.

Dio deve essere atto puro.

Dio è pensiero del pensiero.

Dio è causa finale.

Oggetto del desiderio.

Dio è il polo di attrazione dell’universo, la sfera delle stelle fisse imita la sua perfezione muovendosi in modo circolare perfetto.

Dio non è il creatore dell’universo, è il garante dell’ordine.

Aristotele ammette una pluralità di divinità, 55 per precisione, quante sono le sfere celesti.

Psicologia e teoria della conoscenza

La psicologia e la teoria della conoscenza.

L’anima come forma del corpo.

L’anima secondo Aristotele è un capitolo della fisica.

Non intende l’anima come Platone, ma il principio della vita immanente nelle cose animate, strettamente legato al corpo di cui rappresenta la causa formale, efficiente e finale.

L’anima attualizza il corpo rendendolo vivente.

Aristotele riconosce 3 diverse funzioni dell’anima:

-Funzione vegetativa che è proprio di tutti gli esseri viventi a partire dalle piante.

-Funzione sensitiva che è propria degli animali e dell’uomo

-Funzione intellettiva che appartiene solo agli uomini

Si dispongono in ordine gerarchico, dal meno perfetto al più perfetto.

E’ nel pensiero che si raggiunge il sommo grado di perfezione e in particolare nella sapienza che consiste nella conoscenza fine a se stessa, è in virtù di tale forma di conoscenza che possiamo cogliere le cause ultime necessarie della realtà.

La conoscenza.

Tutta la conoscenza nasce dai sensi.

La mente dell’uomo è attiva, attualizza e dà forma alle labili e confuse immagini che la facoltà immaginativa le presenta.

Tre stadi della conoscenza:

-La conoscenza sensibile, che deriva dai 5 sensi i quali ci permettono di provare le varie sensazioni.

Vi è poi il senso comune da cui dipende la coscienza di tali sensazioni.

-L’immaginazione, che produce le immagini o riproduzioni mentali, e sono autonome rispetto alle cose sensibili.

Legata a questa facoltà vi è la memoria.

-La conoscenza intellettiva, agisce sulle immagini a loro volta ricavate dalla sensibilità, estraendo da esse la forma intelligibile ovvero il concetto universale!

L’intelletto a un primo livello è solo passivo.

Poi diventa intelletto attivo che contiene già tutte le forme e i concetti e che agendo sull’intelletto passivo, gli consente di attualizzare la propria potenzialità conoscitiva.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la principale differenza tra la concezione della realtà di Platone e Aristotele?
  2. Platone crede che la vera realtà sia costituita dalle idee che trascendono l'esperienza sensibile, mentre Aristotele sostiene che le cose singole che ci circondano esistono effettivamente e non sono copie imperfette delle idee.

  3. Come Aristotele concepisce la conoscenza degli oggetti esterni?
  4. Aristotele afferma che non c'è conoscenza degli oggetti esterni se non a partire dai sensi, sottolineando l'importanza dell'esperienza sensibile nella conoscenza.

  5. Qual è il ruolo della sostanza nella filosofia di Aristotele?
  6. La sostanza è la categoria fondamentale e primaria degli enti, rappresentando l'essenza di una cosa e la ragione per cui una cosa è quella che è. È concepita come unione di forma e materia.

  7. Quali sono le quattro cause secondo Aristotele e come si applicano ai processi naturali?
  8. Le quattro cause sono: materiale, formale, efficiente e finale. Nei processi naturali, queste cause si presentano unificate, mentre nei processi artificiali sono disgiunte.

  9. Come Aristotele descrive il movimento e quali tipi di movimento identifica?
  10. Aristotele identifica quattro tipi di movimento: sostanziale, qualitativo, quantitativo e locale. Il movimento locale è fondamentale e si divide in movimento circolare, dall'alto verso il centro e dal centro verso l'alto.

Domande e risposte

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