Concetti Chiave
- Pitagora, filosofo nato a Samo nel VI secolo a.C., fondò la setta dei pitagorici che combinava aspetti religiosi, politici e filosofici, imponendo regole ascetiche e vita comunitaria.
- La dottrina della metempsiсosi, attribuita a Pitagora, afferma la trasmigrazione delle anime dopo la morte, connessa a un'ingiustizia cosmica piuttosto che individuale.
- Per Pitagora, la filosofia e la sapienza erano vie per liberare l'anima, con la matematica considerata essenziale e il numero visto come l'arché, o principio fondamentale.
- I pitagorici scoprirono i numeri irrazionali, che misero in crisi la loro dottrina basata su una realtà razionale esprimibile attraverso numeri razionali.
- La scoperta dei numeri irrazionali portò a una separazione tra aritmetica e geometria, con la geometria considerata più precisa e la dottrina pitagorica riconosciuta come dualista.
Indice
La vita di Pitagora
Si tratta di filosofo né monista né pluralista vissuto nel VI secolo a.C. nato sull’isola di Samo ma si trasferì nell’odierna Italia nella polis di Crotone. Fondò la setta dei pitagorici, che era una via di mezzo tra una setta religiosa, politica e filosofica. Questa setta assunse il potere della città e praticava regole ascetiche (facevano digiuni e diete molto ferree) e vivevano in comunione condividendo tutto. Quando nacque un movimento democratico, i pitagorici vennero cacciati e le loro istituzioni furono incendiate. Furono costretti a fuggire ma molti furono anche uccisi.
La dottrina della metempsicosi
A Pitagora è attribuita la dottrina della Metem Psicosi, ossia la dottrina che afferma la trasmigrazione delle anime dopo la morte in altri corpi o animali.
La filosofia e la matematica
Il corpo veniva visto come una sorta di prigione e infatti probabilmente si ricollegò all’orfismo (mito misterico a cui Pitagora si rifece). Pitagora afferma che l’anima deve espiare una colpa, non come per i Buddisti (l’anima va in un altro corpo umano ma se ci si comporta male ci si reincarna in corpi di animali inferiori) ma secondo lui la colpa non è dell’individuo ma alcune fonti parlano di un’ingiustizia cosmica di fondo. Quest’ingiustizia va espiata con il fatto che l’anima si imprigiona nel corpo. Il corpo è quindi per lui una punizione di ingiustizia cosmica e non individuale. La via pet liberare l’anima dal corpo era per Pitagora la filosofia. Da un lato esigeva la aapienza e dall’altra parte la filosofia esigeva alcuni riti purificatori. Per Pitagora la sapienza era la matematica (il termine fu inventato da lui). L’arché dei pitagorici era il numero. Per loro il numero è considerato un insieme di unità e l’unità, ossia io numero uno, era un punto geometrico. Il punto geometrico per loro corrispondeva al numero uno.
La scoperta dei numeri irrazionali
I pitagorici scoprirono i numeri irrazionali. Per loro il numero dieci è un insieme di numeri che vanno a costruire la figura del triangolo. Per Pitagora, l’aritmetica e la geometria coincidono. Secondo loro la realtà è razionale perché si basa sui numeri razionali (dato che i numeri sono la base della realtà). Tutto è spiegabile con la ragione, più precisamente con la matematica e la geometria. I Pitagorici dopo hanno scoperto i numeri irrazionali.
La crisi della dottrina pitagorica
Nacque un dubbio che mise in crisi la dottrina pitagorica: se la realtà e razionale, perché esistono i numeri irrazionali?.
Sapevano dell’esistenza di numeri irrazionali ma tennero questa cosa nascosta perché andava contro la loro dottrina. Un pitagorico non riuscì a tenere il segreto e lo svelò a matematici dell’epoca e si diffuse la verità che la radice del numero due è irrazionale. Si concluse che dato che la radice di due è irrazionale ma la diagonale del quadrato no, la geometria è più precisa dell’aritmetica e l’aritmetica non poteva esprimere bene in maniera perfetta. Si arrivò alla conclusione che la geometria è una scienza esatta mentre la matematica era inferiore e imperfetta e le due si separarono. La dottrina pitagorica è dualista, ossia la realtà è il risultatao di uno scontro tra elementi opposti.
Domande da interrogazione
- Chi era Pitagora e quale fu il suo contributo principale?
- Qual era la visione di Pitagora riguardo al corpo e all'anima?
- Qual era l'importanza dei numeri per i pitagorici?
- Quale crisi affrontò la dottrina pitagorica riguardo ai numeri?
- Come si concluse il dibattito tra aritmetica e geometria nella dottrina pitagorica?
Pitagora era un filosofo del VI secolo a.C., nato a Samo e trasferitosi a Crotone, noto per aver fondato la setta dei pitagorici e per la dottrina della Metem Psicosi, che riguarda la trasmigrazione delle anime.
Pitagora vedeva il corpo come una prigione per l'anima, una punizione dovuta a un'ingiustizia cosmica, e credeva che la filosofia e la sapienza, in particolare la matematica, fossero la via per liberare l'anima.
Per i pitagorici, i numeri erano l'arché, la base della realtà, e consideravano la matematica e la geometria come strumenti per spiegare razionalmente il mondo.
La dottrina pitagorica affrontò una crisi con la scoperta dei numeri irrazionali, che mettevano in dubbio la loro visione di una realtà completamente razionale basata sui numeri.
Si concluse che la geometria era una scienza esatta, mentre l'aritmetica era considerata inferiore e imperfetta, portando a una separazione tra le due discipline.