Concetti Chiave
- Pitagora, nato a Samo nel 570 a.C., si trasferisce a Crotone dove fonda una scuola filosofica influente nella Magna Grecia.
- I pitagorici cercano di applicare i loro dettami filosofico-religiosi alleandosi con le fazioni aristocratiche delle città, ma subiscono anche sconfitte.
- La figura di Pitagora è avvolta nel mito, rendendo difficile distinguere le sue vere dottrine da quelle dei suoi seguaci.
- Il pensiero pitagorico si focalizza su una concezione dell'anima separata dal corpo e un interesse per i numeri come spiegazione di fenomeni fisici.
- L'influenza politica e intellettuale dei pitagorici è proseguita con Platone, che perseguì obiettivi simili con la sua Accademia.
Pitagora e la Magna Grecia
Pitagora, originario anch’egli dell’isola di Samo, vive e opera invece sul versante opposto del Mediterraneo tra la Calabria e la Puglia, a quel tempo parte della Magna Grecia (che comprendeva l’intera Italia meridionale). Nato nel 570 a.C. abbandona per motivi politici la sua città e si trasferisce a Crotone, colonia greca nell’attuale Calabria, dove fonda una scuola filosofica destinata ad avere una grande influenza politica (soprattutto su Crotone e altre città della Magna Grecia).
Influenza politica dei pitagorici
Sappiamo con certezza che i pitagorici tentano a più riprese – talora anche con successo – di prendere il potere e applicare nelle città in cui si trovano i dettami filosofico-religiosi della propria setta, spesso alleandosi con le fazioni più aristocratiche e conservatrici delle stesse città; nel corso di queste lotte per l’egemonia cittadina subiscono anche significativi rovesci, vengono cacciati (per esempio da Crotone) e in alcuni casi addirittura massacrati. La loro vocazione politica sarà ereditata da Platone, il quale, con la sua Accademia, si propone un compito di rifondazione intellettuale, politica e religiosa non dissimile da quello perseguito dai pitagorici.
Eredità e mito di Pitagora
Su Pitagora si è scritto molto, a cominciare dall’antichità. Si tratta certamente di una figura che sconfina nel mito e nella leggenda, anche se la sua esistenza storica non viene più messa in dubbio. L’autorità e il prestigio di cui poteva godere il suo personaggio erano così ampi che per secoli i pitagorici attribuirono a lui tutte le loro dottrine, rendendo in questo modo a noi quasi impossibile stabilire con precisione quali fossero effettivamente le concezioni formulate da Pitagora (il quale, tra l’altro, non compose alcuna opera scritta). Sembra comunque possibile affermare che già in Pitagora siano presenti i due motivi centrali del pensiero pitagorico successivo, vale a dire:
1. una concezione, più o meno definita, dell’anima come entità diversa e separata, ossia indipendente, dal corpo;
2. un certo interesse per il numero, alla cui natura venivano ricondotti molteplici fenomeni fisici.
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine e il contesto storico di Pitagora?
- Quali erano i due motivi centrali del pensiero pitagorico?
- Qual è stata l'influenza politica dei pitagorici nelle città della Magna Grecia?
Pitagora era originario dell'isola di Samo e si trasferì a Crotone, in Magna Grecia, dove fondò una scuola filosofica con grande influenza politica.
I due motivi centrali erano la concezione dell'anima come entità separata dal corpo e l'interesse per il numero, collegato a fenomeni fisici.
I pitagorici tentarono di prendere il potere e applicare i loro dettami filosofico-religiosi, spesso alleandosi con fazioni aristocratiche, ma subirono anche rovesci e persecuzioni.