Concetti Chiave
- Il poema di Parmenide "Sulla natura" rivoluziona la filosofia greca con un approccio che combina la divinità e una logica inesorabile.
- Parmenide elimina il concetto di "non essere" dalla discussione filosofica, ritenendolo una contraddizione insostenibile.
- L'Essere è descritto come atemporale, immobile e privo di parti, escludendo qualsiasi forma di non essere.
- La struttura del poema segue un ragionamento stringente, dimostrando i "segnali" dell'Essere attraverso deduzioni logiche.
- Parmenide utilizza un linguaggio evocativo per spiegare concetti complessi, supportato da un rigoroso schema deduttivo.
Indice
L'irruzione del poema di Parmenide
L’irruzione nell’ambito dell’indagine naturalistica greca del poema di Parmenide Sulla natura rappresenta senza dubbio un evento dirompente, destinato a modificare in maniera radicale i metodi e le forme della filosofia. L’opera coniuga due motivi apparentemente alternativi: il richiamo alla divinità, dalla quale l’autore attinge un sapere eccezionale e inaccessibile alla maggioranza degli uomini, e l’andamento puramente dimostrativo,caratterizzato dal ricorso a una logica stringente e ineluttabile.
La via della verità
La tradizione ha conservato solo una ventina di frammenti, alcuni dei quali molto brevi, addirittura di una sola riga. La prima parte del poema, che si chiude proprio con i due frammenti7 e 8, è consacrata alla descrizione della “via della verità”, cioè dell’Essere. Infatti, in termini generali, il poema di Parmenide può essere interpretato come un grandioso tentativo di bandire il non essere dal discorso intorno alla realtà. Nella seconda parte, invece, Parmenide tenta di fornire una qualche giustificazione alle opinioni dei mortali, cioè della maggior parte degli uomini, il cui sapere è solo apparente e in realtà contraddittorio.
Il brano può essere suddiviso in quattro parti.
Secondo Parmenide asserire che “il non essere è” comporta una contraddizione intollerabile; il non essere pertanto va soppresso in ogni sua forma. Risultano allora illegittimi tutti quegli attributi o quegli stati che implicano un riferimento al non essere: la nascita (cioè il non essere ancora) e la morte (il non essere più); la composizione in parti (il non essere ciascuna parte le altre); il movimento e il divenire (che comportano cambiamento e dunque non essere più e non essere ancora); infine la stessa pluralità (che è pur sempre una forma di non essere, dato che ogni singola cosa non è un’altra). Rimane dunque un’unica via, quella dell’Essere, il quale ha certe caratteristiche (che escludono ogni possibile riferimento al non essere) (righe 5-8).
Le caratteristiche dell'Essere
Nella terza parte (righe 8-30), il discorso di Parmenide sulle caratteristiche (i “segnali”) dell’Essere presenta un andamento fortemente consequenziale. Proviamo a riassumerlo. L’Essere è privo di nascita e di morte, ossia atemporale, immobile, vale a dire non soggetto a cambiamento né sul piano spaziale né su quello logico, assolutamente coeso, privo di parti, uno e continuo. La presenza di differenziazioni all’interno dell’Essere comporterebbe infatti l’ammissione di una qualche forma di non essere, perché ci sarebbero “parti” qualitativamente o quantitativamente differenziate, e dunque dotate di meno essere di altre. I segnali dell’Essere vengono pertanto ricavati attraverso un ragionamento rigoroso, che esclude ogni possibile riferimento al non essere (es. se l’Essere fosse generato, allora prima non sarebbe stato, dunque si ricadrebbe nel non essere. Ne consegue che l’Essere deve essere ingenerato).
L'immagine finale di Parmenide
Nell’ultima parte del brano (righe 31-36) Parmenide ricorre a un’immagine per aiutare il lettore a cogliere il senso profondo del suo ragionamento, condotto in precedenza secondo un rigido schema deduttivo.
Il testo di Parmenide unisce un linguaggio fortemente evocativo a un’argomentazione che abbiamo visto essere rigidamente consequenziale, almeno nella parte che in cui egli dimostra i “segnali” dell’essere a partire dalla non ammissibilità del non essere.
Domande da interrogazione
- Qual è l'importanza del poema di Parmenide "Sulla natura" nella filosofia greca?
- Come Parmenide descrive la "via della verità"?
- Quali sono le caratteristiche dell'Essere secondo Parmenide?
- Come Parmenide aiuta il lettore a comprendere il suo ragionamento?
Il poema di Parmenide rappresenta un evento dirompente che ha modificato radicalmente i metodi e le forme della filosofia, coniugando il richiamo alla divinità e una logica stringente.
La "via della verità" è descritta come l'Essere, un tentativo di bandire il non essere dal discorso sulla realtà, caratterizzato da attributi che escludono ogni riferimento al non essere.
L'Essere è privo di nascita e morte, immobile, coeso, privo di parti, uno e continuo, escludendo qualsiasi forma di non essere.
Parmenide utilizza un'immagine evocativa per aiutare il lettore a cogliere il senso profondo del suo ragionamento, condotto secondo un rigido schema deduttivo.