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Concetti Chiave

  • Parmenide viene descritto come un filosofo di grande profondità e influenza, riconosciuto da Platone e Aristotele, ma anche criticato per gli eccessi teorici.
  • Il suo pensiero è espresso in un poema scritto in esametri omerici, indicando un legame con la tradizione sapienziale e arcaica.
  • Il concetto centrale del suo pensiero è "l'essere", caratterizzato come ingenerato, eterno, intero, immobile e di un unico genere.
  • Parmenide suggerisce che solo ciò che possiede certe caratteristiche può essere considerato veramente esistente e, quindi, conoscibile.
  • La logica parmenidea vieta di considerare il non essere, in quanto ciò porterebbe a contraddizioni e al fallimento del pensiero razionale.

Indice

  1. Parmenide e il riconoscimento dei filosofi
  2. Il poema di Parmenide
  3. La concezione dell'essere secondo Parmenide

Parmenide e il riconoscimento dei filosofi

Parmenide (515-445 ca. a.C.) oltre a essere un pensatore straordinario per profondità e influenza, è anche il primo autore presocratico al quale sia Platone sia Aristotele sembrano riconoscere la caratura del filosofo vero e proprio. L’atteggiamento che i due grandi maestri del pensiero antico hanno verso Parmenide è duplice: da un lato, essi rimangono colpiti dalla radicalità e dalla profondità delle sue riflessioni; dall’altro, non mancano tuttavia di metterne in luce gli eccessi teorici, quasi che alla sua straordinaria profondità teorica non corrispondesse un’uguale capacità di gestire con moderazione questo acume (Platone definisce Parmenide «venerando e insieme terribile»).

Il poema di Parmenide

Parmenide consegna il proprio pensiero a un poema (dal solito titolo Sulla natura), scritto in esametri omerici: nella scelta di scrivere in poesia e in particolare nell’utilizzo dell’esametro omerico si cela probabilmente l’intento di presentare una concezione che vuole riallacciarsi a forme di comunicazione sapienziale e arcaica: in questo senso, anche Parmenide (esattamente come Eraclito e Pitagora, e dopo di lui Empedocle) intende presentarsi come un maestro di verità.

La concezione dell'essere secondo Parmenide

Il discorso di Parmenide verte sull’essere. Ma che cosa rappresenta questo essere? Nel frammento Parmenide ce lo descrive, sempre in modo oscuro, affermando che è ingenerato, eterno, intero, di un unico genere, immobile, continuo: tuttavia anche qui le interpretazioni divergono. Ma Parmenide potrebbe anche voler sostenere che ogni cosa, per essere veramente una cosa, deve avere certe caratteristiche, che egli stesso chiama “segnali”, o “indicatori”, dell’essere. Si può dire che una cosa “è” solo quando questa è unitaria, identica a se stessa, ingenerata, perfettamente immobile (ossia del tutto inalterabile) e di un unico genere (cioè è dotata di un’unica caratteristica, priva di differenziazioni). Solo se provvista di queste caratteristiche la cosa potrà anche risultare perfettamente conoscibile, perché solo ciò che è può essere conoscibile e nominabile. Questo è dunque il dominio dell’essere. È importante precisare che se venissero meno queste caratteristiche che ci “segnalano” l’essere, entrerebbe inevitabilmente in scena il non essere. Infatti, se fosse generato, l’essere dovrebbe, prima di generarsi, risultare non essere; allo stesso modo, se non fosse di un unico genere (cioè se avesse molte caratteristiche), l’essere sarebbe composto anche dal non essere, dal momento che una certa qualità non è identica a un’altra. In tutti questi casi l’essere si trasformerebbe in non essere, infrangendo il perentorio divieto di dire e pensare il non essere. Si cadrebbe così in contraddizione, affermando in qualche modo che il non essere è, determinando così il naufragio della logica e dello stesso pensiero.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Parmenide e quale era la sua influenza nel pensiero antico?
  2. Parmenide era un pensatore presocratico straordinario per profondità e influenza, riconosciuto da Platone e Aristotele come un vero filosofo. La sua radicalità e profondità teorica erano ammirate, sebbene criticate per gli eccessi.

  3. In che modo Parmenide ha trasmesso il suo pensiero?
  4. Parmenide ha trasmesso il suo pensiero attraverso un poema scritto in esametri omerici, con l'intento di riallacciarsi a forme di comunicazione sapienziale e arcaica, presentandosi come un maestro di verità.

  5. Qual è il concetto centrale del discorso di Parmenide?
  6. Il concetto centrale del discorso di Parmenide è l'essere, descritto come ingenerato, eterno, intero, immobile e di un unico genere. Queste caratteristiche sono essenziali per definire qualcosa come "essere" e renderlo conoscibile.

  7. Cosa accade se le caratteristiche dell'essere vengono meno secondo Parmenide?
  8. Se le caratteristiche dell'essere vengono meno, si introduce il non essere, portando a contraddizioni logiche e al naufragio del pensiero, poiché si affermerebbe che il non essere è, violando il divieto di pensare il non essere.

Domande e risposte

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