Concetti Chiave
- Parmenide fondò una scuola filosofica ad Elea, situata nell'attuale Velia, nella Magna Grecia.
- Scrisse un poema intitolato "Sulla natura", di cui restano frammenti significativi.
- Parmenide definisce l'essere con caratteristiche simili all'apeiron di Anassimandro, ma più accentuate.
- L'essere è descritto come qualcosa di perfetto e privo di imperfezioni, distinguendosi dalla realtà sensibile.
- Per Parmenide, l'essere è la vera essenza della realtà, pur essendo qualcosa che non esiste materialmente.
Parmenide e la sua scuola
Parmenide ha insegnato nella propria scuola ad Elea, che si trova nell'attuale Velia, vicino a Pestum, ovvero un’antica città della Magna Grecia. Ha scritto un poema sulla natura intitolato “Sulla natura”, di cui abbiamo numerosi frammenti.
L'archè secondo Anassimandro
Come sappiamo, i filosofi greci cercavano l'archè, e uno di questi, per la precisione Anassimandro, riteneva che l’archè, non fosse nessuno dei principi naturali ma fosse quell’apeiron, qualcosa di perfetto che non aveva limiti, nello spazio e nel tempo, che non aveva niente al di fuori di sé e non aveva parti al suo interno.
Abbiamo già visto però che si tratta di un'astrazione della mente, dal momento che noi uomini non facciamo esperienza di qualcosa del genere, dato che tutto ciò che viviamo lo viviamo attraverso i sensi e soprattutto ha limiti. Parmenide accentua i caratteri dell’apeiron di Anassimandro e lo chiama: l'essere; la realtà è essa stessa l’essere.L'essere di Parmenide
L'essere per Parmenide ha le stesse caratteristiche potenziate dell’apeiron di Anassimandro: ci sono 8 caratteristiche principali, che nel complesso ci mostrano che si tratta di qualcosa di sempre perfetto, che non può quindi avere imperfezioni. Ciò ci fa subito giungere a una conclusione, ovvero che se è perfetto, non può essere reale, non ha niente a che fare con gli enti di cui facciamo esperienza, quindi l'essere, la vera radice della realtà, è qualcosa che non esiste, ma che per Parmenide e l'unica cosa che esiste.