Concetti Chiave
- La filosofia greca è emersa durante una crisi di sovranità che ha portato alla formazione della pòlis, una comunità politica indipendente.
- Con l'avvento delle monarchie ellenistiche e dello Stato imperiale romano, si consolida un'autorità statale centralizzata con un robusto apparato burocratico e militare.
- Il ruolo del filosofo si evolve, passando da potenziale leader politico a professore e insegnante di una disciplina particolare.
- Gli Stati ellenistici e Roma favoriscono il pluralismo filosofico, istituendo cattedre statali che sostengono le principali tradizioni di pensiero.
- La filosofia risponde al cristianesimo, diventato religione ufficiale, difendendo le sue tradizioni e sviluppando aspetti metafisici e teologici.
Indice
Origini della filosofia greca
La filosofia è nata in Grecia, come abbiamo visto, in un’epoca di crisi di sovranità, nell’epoca, cioè, in cui si è formata la pòlis, la piccola comunità politica libera e indipendente. Nelle fasi successive dello sviluppo della società antica, quella crisi viene colmata prima dalle monarchie ellenistiche, poi dalla repubblica di Roma e soprattutto dallo Stato imperiale romano. Queste nuove strutture di potere dispongono di una solida autorità statale, che a sua volta si appoggia a un forte apparato burocratico, militare e giudiziario. Nasce, insomma, una forma di Stato più vicina a quella che noi conosciamo a partire dalla modernità occidentale.
Effetti del potere centralizzato
Per quanto riguarda il pensiero filosofico, la formazione di forti Stati centralizzati e autoritari ha prodotto effetti di diversa natura: da un lato, essa ha definitivamente reso irrealistica e anacronistica l’antica pretesa della filosofia (ancora viva in Platone) di assurgere direttamente al potere politico, e di farne uno strumento per la riforma morale della società. Questo contribuisce alla trasformazione del filosofo da profeta e maestro di verità, aspirante alla regalità, in professore, insegnante di una disciplina particolare, per quanto importante e prestigiosa.
Risorse e pluralismo filosofico
Dall’altro lato, gli Stati ellenistici e quello romano hanno messo a disposizione dei filosofi importanti risorse per i loro studi, come le biblioteche pubbliche, e hanno accettato il pluralismo delle opinioni filosofiche, fino al punto di istituire, come abbiamo visto, cattedre statali di filosofia destinate alle principali tradizioni di pensiero. Questo pluralismo non è stato abolito neppure quando, con Costantino all’inizio del IV secolo, il cristianesimo diventa la religione ufficiale dell’Impero romano. Alla nuova situazione politica e sociale la filosofia reagisce organizzando un proprio riassestamento sistematico, imperniato sulla difesa delle sue grandi tradizioni di pensiero e sviluppando soprattutto il versante metafisico e teologico della propria ricerca (anche in rapporto alla sfida che il cristianesimo portava a quelle tradizioni, ora considerate pagane).
Domande da interrogazione
- Quali sono stati gli effetti della formazione di Stati centralizzati sul pensiero filosofico?
- Come hanno reagito gli Stati ellenistici e romano al pluralismo delle opinioni filosofiche?
- In che modo la filosofia ha risposto alla nuova situazione politica e sociale con l'avvento del cristianesimo?
La formazione di Stati centralizzati ha reso irrealistica l'idea che la filosofia potesse direttamente influenzare il potere politico, trasformando il filosofo da aspirante al potere a insegnante di una disciplina.
Gli Stati ellenistici e romano hanno supportato il pluralismo filosofico istituendo cattedre statali per le principali tradizioni di pensiero e fornendo risorse come biblioteche pubbliche.
La filosofia ha reagito organizzando un riassestamento sistematico, difendendo le sue tradizioni di pensiero e sviluppando il versante metafisico e teologico in risposta alla sfida del cristianesimo.