Concetti Chiave
- Ippia, intellettuale e ambasciatore dell'Elide, era noto per il suo sapere enciclopedico e abilità mnemotecniche.
- Esibiva la sua conoscenza non solo teoricamente ma anche attraverso abilità artigianali, creando i propri indumenti.
- È famoso per la tesi del contrasto tra leggi naturali e leggi umane, dichiarando che le prime esistono indipendentemente dalle seconde.
- Ippia vedeva le leggi umane come tiranniche, sostenendo che servono interessi di gruppi particolari, mentre la natura considera tutti uguali.
- Criticava l'ordine giuridico per la sua incapacità di valorizzare le esigenze individuali, sostenendo che le leggi mancano di valore duraturo.
Ippia nasce in Elide verso il 443 a.C. e svolge una brillante carriera come intellettuale politicamente impegnato (dalla parte dei democratici), ambasciatore e insegnante. A lui Platone attribuisce la pretesa di possedere un sapere enciclopedico, acquisito grazie ad una particolare tecnica della memoria (o mnemotecnica), che gli permette di ripetere lunghe liste di nomi pur avendole udite una sola volta. Un sapere, il suo, non solo teorico ma anche tecnico-pratico, se egli esibisce tutto ciò che indossa (i calzari e il vestito) come frutto della propria abilità artigianale.
La sua fama è però legata alla tesi del contrasto fra leggi di natura e leggi create dagli uomini. Va osservato, a questo proposito, che per i Sofisti la legge è sempre il risultato di una decisione politica. La novità delle tesi di Ippia sta nel fatto che egli contrappone apertamente la legge e la natura: la prima è frutto di una convenzione, cioè di un accordo e di una decisione degli uomini; la seconda vale indipendentemente da questa. La legge è inoltre “tiranna degli uomini”, in quanto fa violenza alla natura di questi: la legge umana vuole soddisfare interessi di particolari gruppi o Stati, mentre quella naturale guarda agli uomini come “genere umano”. Quella di Ippia si presenta per un verso come una tesi apertamente cosmopolitica, perché dal punto di vista della natura tutti gli uomini sono uguali, a qualunque Stato o gruppo sociale appartengano, in quanto, afferma il sofista, “per natura il simile è parente del simile”. Ma per altro verso egli sembra lanciare contro l’ordine giuridico una denuncia, in quanto quell’ordine viene considerato incapace di valorizzare le istanze e le esigenze degli individui, le quali riposano in una “natura” che è anche un ordine morale. Come si possono inoltre prendere sul serio le leggi, come si può obbedire ad esse, se gli stessi uomini che le hanno stabilite le ignorano o alla prova dei fatti le cambiano? La debolezza delle leggi è un ulteriore segno del loro limitato valore.
Domande da interrogazione
- Chi era Ippia e quale era la sua carriera?
- Qual è la tesi principale di Ippia riguardo alle leggi?
- Come Ippia vedeva l'ordine giuridico e le leggi umane?
Ippia nacque in Elide verso il 443 a.C. e fu un intellettuale politicamente impegnato, ambasciatore e insegnante, noto per il suo sapere enciclopedico e la sua abilità artigianale.
Ippia sosteneva il contrasto tra le leggi di natura e le leggi create dagli uomini, affermando che le leggi umane sono convenzioni che spesso violano la natura umana, mentre le leggi naturali sono universali e cosmopolitiche.
Ippia criticava l'ordine giuridico, considerandolo incapace di valorizzare le esigenze individuali e sottolineava la debolezza delle leggi umane, che spesso vengono ignorate o cambiate dagli stessi uomini che le hanno create.