Autoref3874d
Genius
2 min. di lettura
Vota

Concetti Chiave

  • Antifonte distingue radicalmente tra natura e legge, sostenendo che le leggi contraddicono le tendenze naturali umane.
  • Secondo Antifonte, gli esseri umani cercano per natura la massima soddisfazione personale, spesso a scapito degli altri.
  • I sistemi giuridici limitano le tendenze naturali per evitare danni reciproci tra gli individui.
  • Gli uomini rispettano le leggi non per convinzione naturale, ma per paura delle conseguenze delle trasgressioni.
  • Il "patto sociale" è visto come una violenza alla natura, nato dalla paura di un conflitto costante tra individui.

Indice

  1. Antifonte e la natura umana
  2. Il patto sociale e la legge
  3. La violenza della legge sulla natura

Antifonte e la natura umana

La riflessione sul rapporto tra natura e legge assume in alcuni sofisti un’importanza davvero centrale. Antifonte, per esempio, oppone in forma radicale i due termini, sostenendo che la legge prescriva una serie di norme che sono sostanzialmente contrarie alla tendenza naturale degli uomini. Nato nella seconda metà del V secolo a.C. ad Atene, dove vive e insegna durante la guerra del Peloponneso (431-404 a.C.), egli ricopre infatti un ruolo piuttosto rilevante nello sviluppo delle teorie sulla natura umana e sulla vita in società. Gli uomini, secondo Antifonte, sarebbero portati per natura a ottenere la massima soddisfazione e il benessere personale, anche a scapito degli altri individui. I sistemi giuridici, invece, frenano questa tendenza naturale, costringendo gli uomini a non danneggiarsi a vicenda.

Il patto sociale e la legge

Di conseguenza ciascuno di noi si attiene a queste norme non perché le reputa naturali (e dunque in sintonia con il proprio intimo sentire), ma solo perché teme di subire le conseguenze che deriverebbero dalla loro trasgressione. Se si potesse commettere ingiustizia – pare perfino sostenere Antifonte – senza doverne pagare le conseguenze (per esempio rendendosi invisibili), lo si farebbe senza alcuna esitazione. Questo avverrebbe perché il principio naturale che guida le azioni umane è quello della sopraffazione. Tuttavia, temendo di finire vittime della sopraffazione altrui, gli uomini decidono di stipulare una sorta di “patto di non aggressione”, che viene garantito dalle norme giuridiche. Esse sono dunque stabilite dagli stessi uomini, i quali, temendo gli effetti che si produrrebbero nel caso di un perenne conflitto di tutti contro tutti (che è la condizione naturale), decidono di stipulare delle regole finalizzate alla loro conservazione.

La violenza della legge sulla natura

Il “patto sociale” viene dunque percepito come una violenza imposta alla natura. Non è sicuro che Antifonte sviluppi interamente il ragionamento che abbiamo riportato; non ci sono però dubbi che a partire dalla distinzione, da lui accettata e approfondita, tra natura e legge, tesi come quelle appena menzionate circolassero negli ambienti culturali della sofistica e siano state riprese e confutate da Platone.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la posizione di Antifonte riguardo al rapporto tra natura e legge?
  2. Antifonte sostiene che la legge impone norme contrarie alla tendenza naturale degli uomini, che mirano al benessere personale anche a scapito degli altri.

  3. Perché gli uomini seguono le norme giuridiche secondo Antifonte?
  4. Gli uomini seguono le norme giuridiche non perché le considerano naturali, ma per paura delle conseguenze derivanti dalla loro trasgressione.

  5. Qual è il ruolo del "patto sociale" secondo la teoria di Antifonte?
  6. Il "patto sociale" è visto come una violenza imposta alla natura, un accordo per evitare un conflitto perenne, garantito dalle norme giuridiche per la conservazione degli uomini.

Domande e risposte

Hai bisogno di aiuto?
Chiedi alla community