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Concetti Chiave

  • Nel V secolo, intellettuali conservatori come Pindaro sostenevano la virtù come un'eredità innata, differenziando gli aristoi dal démos.
  • I Sofisti sfidavano questa visione, proponendo la trasmissibilità della virtù e la possibilità per tutti di partecipare al governo della polis.
  • Per i Sofisti, la virtù si identificava con capacità come il parlare e persuadere, accessibile a chiunque avesse la volontà di apprendere.
  • Le idee dei Sofisti innescarono un dibattito teorico, con numerosi oppositori che si appellavano ai valori tradizionali dell'aristocrazia.
  • Critici dei Sofisti li accusavano di superficialità e mancanza di profondità culturale, ritenendo il loro insegnamento diseducativo.

Indice

  1. Conservatori e sofisti nel V secolo
  2. La critica dei sofisti alla tradizione

Conservatori e sofisti nel V secolo

Nella cultura del V secolo vi sono ancora intellettuali di orientamento conservatore (fra i quali Pindaro) che ribadiscono il carattere innato di tendenze e capacità umane, continuando ad affermare l’insanabile differenza fra buoni” e “migliori” da un lato (cioè gli aristoi, che si tramandano la virtù come dote ereditaria) e “cattivi”, “peggiori” dall’altro (intendendo con questi nient’altro che il démos). I Sofisti, invece, critica- no apertamente e superano quest’idea tradizionale e contribuiscono così a trasformare profondamente il concetto di areté. Riconoscono la sua trasmissibilità, in sintonia con le nuove possibilità, offerte al démos, di partecipazione al governo della pòlis e coerentemente con la loro pretesa di “insegnare la virtù” a chiunque fosse disposto a pagani. La “virtù” per loro non è più patrimonio esclusivo di una parte della società, né è identificabile con i valori affermati dal l’aristocrazia, ma è una possibilità data a tutti gli uomini e che consiste nel possesso di determinate capacità, in particolare delle capacità di parlare, persuadere il prossimo, affermarsi come individui nella comunità della p6Iis.

La critica dei sofisti alla tradizione

Sarà questo, nei decenni successivi, uno dei temi centrali del confronto teorico che il movimento sofistico ha sollecitato con la sua critica alla tradizione. Da questo confronto emergeranno i motivi che porteranno un’ampia parte del mondo della cultura dell’epoca ad opporsi ai Sofisti e ad avversare il loro insegnamento. Per molti di questi oppositori la critica sarà una reazione all’attacco frontale che quel movimento, nel suo insieme, ha portato ai valori della tradizione. Per altri un ruolo importante avrà anche la convinzione che la spregiudicatezza polemica dei Sofisti, la brillantezza delle loro argomentazioni, la vastità del loro bagaglio culturale (tanto che alcuni si dichiaravano capaci di parlare con cognizione di causa e in modo persuasivo su qualsiasi argomento) nascondessero, in realtà, una superficialità di analisi e di riflessione culturale e fossero, per questo, “diseducativi “.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la posizione dei Sofisti riguardo alla trasmissibilità della virtù?
  2. I Sofisti riconoscono la trasmissibilità della virtù, in contrasto con l'idea tradizionale che la virtù sia un patrimonio esclusivo degli aristoi. Essi sostengono che la virtù possa essere insegnata a chiunque sia disposto a pagare, rendendola accessibile a tutti.

  3. Come reagisce la cultura del V secolo all'insegnamento dei Sofisti?
  4. La cultura del V secolo reagisce in modo critico all'insegnamento dei Sofisti. Molti oppositori vedono la loro critica come un attacco ai valori tradizionali, mentre altri ritengono che la loro brillantezza argomentativa nasconda una superficialità di analisi.

  5. Quali capacità considerano i Sofisti come parte della virtù?
  6. I Sofisti considerano la virtù come il possesso di determinate capacità, in particolare la capacità di parlare, persuadere il prossimo e affermarsi come individui nella comunità della pòlis.

Domande e risposte

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