Concetti Chiave
- Nel IV secolo a.C., si ripropone il dibattito educativo tra l'Accademia platonica e la scuola retorica di Isocrate.
- Isocrate, allievo di Gorgia, fonda la sua scuola nel 390 a.C. per insegnare educazione stilistica ed etico-politica.
- Isocrate critica gli oratori disonesti e distingue tra l'educazione teorica e quella pratica per la formazione delle virtù.
- L'educazione intellettuale si concentra sullo sviluppo della facoltà razionale e sull'apprendimento teorico.
- La formazione del carattere agisce sulla facoltà desiderativa, usando esercizi pratici per acquisire virtù etiche.
Indice
Il dibattito educativo nel IV secolo a.C.
Lo scontro sui su i temi educativi tra i sofisti e Socrate si ripropone, nel IV secolo a.C., tra l'Accademia platonica e la scuola retorica di Isocrate.
L'approccio educativo di Isocrate
Allievo di Gorgia, Isocrate apre la sua scuola nel 390 a.c., contemporaneamente alla fondazione dell'Accademia. Egli si propone di impartirvi sia un'educazione stilistica, adeguata a rendere abili nell'arte del discorso un'educazione etico-politica. In polemica con gli oratori disonesti, che profittavano della no l'esercizio della ragione nel suo aspetto teoretico e conoscitivo (la virtù dianoetica della scienza) dalla saggezza e dalle virtù etiche che si riferiscono invece alla vita pratica dell'uomo.
L'educazione secondo Aristotele
L'educazione, in quanto mira al conseguimento delle virtù, deve svolgersi secondo procedimenti rispettosi delle specifiche caratteristiche di ciascuna di esse. Così l'educazione intellettuale, finalizzata all'acquisizione di una mentalità scientifica e all'apprendimento delle conoscenze, opera sulla facoltà razionale dell'uomo e si fonda sull'insegnamento teoretico.
Per contro, l'educazione che ha per scopo la formazione del carattere, ossia l'acquisizione delle virtù etiche, agisce sulla facoltà desiderativa dell'anima umana, che è la sede delle passioni e dei desideri, per indurvi la disposizione ad agire correttamente. E per far ciò ricorre al ripetuto esercizio pratico, compiuto sotto la guida dell'educatore, di quelle azioni virtuose che si vogliono rendere consuete e spontanee nell'allievo. Aristotele osserva, infatti, come «compiendo azioni giuste, diventiamo giusti; compiendo azioni moderate diventiamo moderati; agendo coraggiosamente, coraggiosi».