Concetti Chiave
- Gorgia definisce la poesia come un'arte del discorso che, simile alla tragedia, influenza emotivamente l'ascoltatore attraverso la misura e l'armonia.
- La poesia ha un potere trasformativo sull'anima, paragonato alla cura del corpo attraverso la medicina, basato su una visione pitagorica di armonia musicale.
- Gorgia distingue tra il falso, un errore oggettivo, e l'inganno, un'azione soggettiva che rende le apparenze verosimili.
- Il relativismo sofistico equipara vero e verosimile, esaltando la poesia per la sua capacità di persuasione e per la rappresentazione di azioni inevitabili.
- L'arte poetica ha una funzione psicagogica, guidando l'anima verso il volere divino attraverso inganni benefici, simili a quelli degli dèi.
Indice
La definizione di poesia secondo Gorgia
A Gorgia si deve la prima definizione compiuta della poesia. Nell'Encomio di Elena egli celebra la nuova arte del discorso, di cui sono maestri i sofisti. Ma, parlando della retorica, le conferisce i caratteri propri dell'arte poetica, specificamente della tragedia, assurta in quegli anni al suo apogeo. La poesia è «discorso che ha misura (logos échon metron) e che infonde in chi l'ascolta un tremore di paura, una commozione carica di lacrime e un rimpianto incline alla tristezza, e di fronte al volgere di avvenimenti e persone estranee l'anima, per effetto delle parole, prova una propria sensazione». In questa definizione è ripresa una dottrina pitagorica: l'analogia dell'anima con l'armonia musicale, e il parallelo tra la cura del corpo mediante la medicina e la cura dell'ani-ma mediante la musica. La parola poetica ha un potere incantatore sull'anima: la avvince, la persuade, la trasforma dall'interno.
Il potere persuasivo della retorica
Gorgia distingue due concetti di errore: il falso (psèudos) e l'inganno (apdte). Il primo ha un significato oggettivo: consiste nel dire con le parole il contrario di ciò che è. Il secondo ha più un significato soggettivo e attivo: consiste nel compiere azioni che modificano l'apparenza delle cose, rendendole verosimili, anche se non del tutto vere.
L'inganno benefico dei poeti
Ora, da un lato il relativismo sofistico attenua la distinzione tra vero e verosimile, verità e opinione, giudicandole equivalenti sul terreno della prassi o dell'utilità. Dall'altro, l'efficacia persuasiva dell'inganno, il potere irresistibile della parola, si esalta appunto nell'arte e nella poesia. La mimesi poetica ci pone di fronte ad azioni che (come quelle di Elena) risultano innocenti, rispetto ai convenzionali criteri di giustizia, di bene e di male: sono azioni fatali, volute dagli dèi, cui è impossibile sottrarsi. Certo (come rampognava Solone) i poeti a volte ingannano, ma si tratta di un "inganno benefico", simile a quello degli dèi: essi non sempre rivelano all'uomo una verità che egli non sarebbe in grado di sostenere. Gli inganni del poeta, come quelli del retore, vogliono aiutare l'anima a compiere ciò che si rivela in accordo col volere degli dèi. In questo senso, parliamo di funzione psicagogica dell'arte.
Domande da interrogazione
- Qual è la definizione di poesia secondo Gorgia nell'Encomio di Elena?
- Come Gorgia distingue tra falso e inganno?
- Qual è la funzione psicagogica dell'arte secondo il testo?
Gorgia definisce la poesia come un "discorso che ha misura" e che provoca emozioni intense nell'ascoltatore, paragonando l'effetto della parola poetica all'armonia musicale e alla cura dell'anima.
Gorgia distingue il falso come dire il contrario di ciò che è, mentre l'inganno è un'azione che modifica l'apparenza delle cose, rendendole verosimili, anche se non del tutto vere.
La funzione psicagogica dell'arte è quella di aiutare l'anima a compiere azioni in accordo col volere degli dèi, attraverso l'inganno benefico che guida e trasforma l'anima.