Concetti Chiave
- I fisici monisti di Mileto, Talete, Anassimandro e Anassimene, cercavano l'αρχή, il principio fondamentale, nella natura stessa senza ricorrere a miti.
- Talete è considerato il primo filosofo, identificando l'acqua come l'αρχή, basandosi sull'osservazione che la vita nasce dall'umido.
- Anassimandro introduce l'idea dell'άπειρον, un principio soprasensibile e illimitato, da cui tutto deriva, aprendo la filosofia all'invisibile.
- Anassimene considera l'aria come l'αρχή, spiegando i fenomeni naturali attraverso la condensazione e rarefazione, unendo sostanza e legge.
- Eraclito di Efeso, noto come il filosofo del "divenire", individua il principio del mondo nel fuoco e nella πόλεμος, l'interdipendenza dei contrari.
Indice
I fisici monisti
Tre furono i cosiddetti “fisici monisti”(φύσις: natura; μονος: unico), Talete, Anassimandro ed Anassimene, anche se potremmo considerare tali anche Eraclito di Efeso e Senofane poiché sebbene aprano nuove prospettive per la ricerca filosofica, anch’essi ricercano l’αρχή nella natura.
Talete e l'acqua come principio
●Nato a Mileto intorno al 624 a.C. e vissuto lì fino alla morte verso il 545 a.C., Talete viene considerato il primo filosofo in assoluto. Nelle tradizioni più antiche è inserito nel gruppo dei cosiddetti “Sette Savi”, uomini che la tradizione greca individuava come i modelli per il popolo più autorevoli di saggezza, ma non solo, infatti offrì importanti contributi dall’astronomia all’ingegneria. Fu Aristotele il primo ad attribuirgli l’appellativo di “filosofo” poiché egli individuò l’αρχή nell’acqua, sulla base dell’osservazione che la vita nasca sempre dall’umido, che il nutrimento di tutte le cose sia umido e che la terra “galleggi” sull’acqua. La grande innovazione di Talete fu quella di riconoscere il senso della natura nella natura stessa senza ricorrere a miti.
Anassimandro e l'άπειρον
●Dopo Talete, Aristotele cita il suo allievo, Anassimadro, vissuto tra il 640 ed il 546 a.C., il cui più grande merito fu quello d’aver scritto un primo testo di filosofia intitolato “Περἰ φύσεως” “Sulla Natura”. Oltre alle questioni di ordine stilistico, la grande innovazione apportata da Anassimandro risiede nell’aver individuato l’αρχή non in un qualcosa di materiale e constatabile (al pari dell’acqua di Talete), bensì una realtà soprasensibile, forse in base al ragionamento che non può essere una sola delle entità visibili, ma piuttosto un qualcosa, da cui tutte scaturiscano. Per questa via, Anassimandro passa dal visibile all’invisibile. Tale principio fondamentale invisibile è da lui ravvisato nell’ άπειρον, ovvero – letteralmente – in "ciò che non ha limiti”. Se il principio è quindi ciò da cui deriva tutto il resto, Anassimandro deve aver pensato che esso deve essere una fonte inesauribile di tutto, senza fine. In quell’unico frammento di Anassimandro conservatosi fino a noi, il limite è descritto in termini di ύβρις, ossia di violenza e di prevaricazione delle cose fra loro, una sorta di ingiustizia di cui le cose pagano il fio con la distruzione (al che provvede il processo del nascere e del perire).
Anassimene e l'aria
●Poi abbiamo Anassimene, terzo dei fisici di Mileto e discepolo, a sua volta, di Anassimandro, nato nel 586 e morto nel 528 a.C. Possiamo brutalmente definire la concezione di αρχή di Anassimene quasi come un tentativo di inglobare nella sua le tesi quelle dei suoi predecessori, infatti, considerava un’entità simile all’άπειρον, ma che allo stesso tempo ci circonda da sempre: l’aria. Egli tratta il principio di condensazione e di rarefazione come una legge naturale che determina sia il trasformarsi dell’aria in tutte le altre cose, sia il ritornare di tutte le cose nell’aria. In tal senso, Anassimene credeva che tutto ciò che esiste deriva dall’azione combinata di una sostanza con una legge.
Eraclito e il divenire
●Infine abbiamo Eraclito di Efeso, detto anche filosofo del “divenire”, alter ego di Parmenide, filosofo dell’”essere”, uomo dal carattere tendenzialmente sdegnoso, il quale era convinto che soltanto i filosofi(gli svegli) riuscissero a capire sul serio, oggettivamente, come stanno tutte le cose rispetto agli altri(dormienti). Egli ricercò il principio fondamentale in due spiegazioni, una fisica ed una metafisica: il fuoco e la πόλεμος. La dottrina dei contrari(πόλεμος) è forse l'aspetto più originale e dice che la legge segreta del mondo risiede nel rapporto di interdipendenza di due concetti opposti che lottano fra di loro ma, nello stesso tempo, non possono fare a meno l'uno dell'altro. Aristotele, inoltre, affermò che l'arché secondo Eraclito fosse il fuoco poiché esso condensandosi, diventa aria, quindi acqua e poi terra in maniera ciclica. Infine, il filosofo è comunemente passato alla storia come il "filosofo del divenire" legato al motto πάντα ῥεῖ. L'origine di tale affermazione è legata all'aforisma eracliteo n. 91:
«Non si può discendere due volte nel medesimo fiume e non si può toccare due volte una sostanza mortale nel medesimo stato, ma a causa dell'impetuosità e della velocità del mutamento essa si disperde e si raccoglie, viene e va.»
Domande da interrogazione
- Chi erano i fisici monisti e quale era il loro obiettivo principale?
- Qual è stata l'innovazione principale di Talete nella filosofia?
- In che modo Anassimandro ha contribuito alla filosofia con il suo concetto di άπειρον?
- Come Anassimene ha sviluppato le idee dei suoi predecessori riguardo l'αρχή?
- Qual è il contributo distintivo di Eraclito alla filosofia?
I fisici monisti erano Talete, Anassimandro, Anassimene ed Eraclito, e il loro obiettivo principale era ricercare l'αρχή, o principio fondamentale, nella natura.
Talete ha innovato la filosofia riconoscendo il senso della natura nella natura stessa, senza ricorrere a miti, individuando l'αρχή nell'acqua.
Anassimandro ha introdotto l'idea di άπειρον, un principio soprasensibile e illimitato, come fonte inesauribile da cui tutto deriva, passando dal visibile all'invisibile.
Anassimene ha sviluppato le idee dei suoi predecessori considerando l'aria come l'αρχή, spiegando il trasformarsi delle cose attraverso la condensazione e rarefazione dell'aria.
Eraclito ha contribuito con la dottrina dei contrari e il concetto di divenire, sostenendo che il fuoco è l'αρχή e che tutto è in costante cambiamento, riassunto nel motto πάντα ῥεῖ.