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Concetti Chiave

  • La filosofia nasce come una ricerca continua della sapienza, tesa verso l'infinito, in cui la ragione e la fede percorrono inizialmente lo stesso binario, ma divergono nella rivelazione.
  • La meraviglia e lo stupore sono motori della conoscenza filosofica, che spingono l'uomo a porsi domande fondamentali, stimolando una continua ricerca di risposte.
  • La filosofia si distingue dalle altre scienze per il suo approccio unitario e totalizzante, che cerca di spiegare la realtà nella sua interezza attraverso spiegazioni razionali e un sapere disinteressato.
  • Il contesto storico e culturale della Grecia antica, con la sua democrazia e apertura al commercio e alle influenze esterne, ha favorito lo sviluppo della filosofia come forma di pensiero libero e critico.
  • La filosofia si è sviluppata in contrasto con il mito, utilizzando la ragione per indagare le domande esistenziali, mentre il mito forniva risposte attraverso narrazioni fantastiche.

Indice

  1. Origini della filosofia
  2. La ricerca della sapienza
  3. Ragione e fede
  4. Stupore e conoscenza
  5. Il filosofo e l'osservatore
  6. La meraviglia e il mito
  7. La scienza libera
  8. Sofia e le domande esistenziali
  9. La filosofia e il quotidiano
  10. Aspetti della filosofia
  11. Nascita della filosofia in Grecia

Origini della filosofia

La parola filosofia venne usata la prima volta da Pitagora.

La ricerca della sapienza

Il filosofo non possiede la sapienza, ma è teso verso di essa ed è alla sua ricerca.

La ricerca della sapienza non è mai una conquista e non è mai un punto di arrivo definitivo, rilancia sempre ad andare oltre.

Per due ragioni: perché non si può mai sapere tutto e perché c’è sempre qualcosa di nascosto.

la ragione è tesa all'infinito.

Ragione e fede

Essendo la ragione sempre alla ricerca di una risposta, possiamo dire che viaggia per un tratto sullo stesso binario della fede. Ma a differenza della ragione, la fede offre una rivelazione.

Se pensiamo alla ragione possiamo arrivare a due diverse ipotesi: la prima è che possiamo pensare che in quella verità nascosta non ci sia nulla. L’altra è quella che ci induce ad arrenderci. Ma quest’ultima non è reale, poiché l’uomo non si è mai fermato di fronte a nulla.

Stupore e conoscenza

“Fatti non foste a viver come bruti, ma per seguir virtute e conoscenza.” ( Dante )

“Tutti gli uomini per natura tendono al sapere.” (Aristotele)

“Solo lo stupore conosce.”

Lo stupore nasce da qualcosa di imprevisto e di inatteso, è la reazione di fronte a qualcosa di inaspettato. Lo stupore genera la conoscenza ed esso è il motore per far sì che l’uomo si faccia delle domande ed impari.

Il soggetto si stupisce dell’oggetto e provoca l’inizio della ricerca verso la conoscenza.

-Conosce chi si interessa,

non solo

ciò che interessa fa conoscere.

INTERESSE: essere dentro. DESIDERIO Vuol dire de sidereus, che significa “verso le stelle” oppure “verso l’infinito”.

“È proprio del filosofo questo che tu provi, di esser pieno di meraviglia; né altro cominiciamento ha il filosofare che questo.” ( Platone)

Il filosofo e l'osservatore

E Pitagora usa una metafora:

“Il filosofo è come una persona che va ad osservare gli atleti alle olimpiadi.”

Ci sono tre tipi di persone: gli atleti, quelli che scommettono e chi osserva solo per il gusto di farlo. Questi ultimi sono i filosofi.

La domanda nasce per la disperazione, quando succede qualcosa di grave; per un’esplosione giubilante; per noia, un’incombente normalità.

La meraviglia e il mito

‘Da tutto ciò che che si è detto, dunque, risulta che il nome che è oggetto della nostra indagine si riferisce ad una unica e medesima scienza: essa deve speculare intorno ai principi primi e alle cause: infatti, anche il bene e il fine delle cose è una causa. Che, poi, essa non tenda a realizzare qualcosa, risulta chiaramente anche dale affermazioni di coloro che per primi hanno coltivato filosofia.

Infatti gli uomini hanno cominciato a filosofare, ora come in origine, a causa della meraviglia: mentre da principio restavano meravigliati di fronte alle difficoltà più semplici, in seguito, progredendo a poco a poco, giunsero a porsi problemi sempre maggiori: per esempio i problemi riguardanti i fenomeni della luna e quelli del sole e degli astri, o i problemi riguardanti la generazione dell’intero universo. Ora, chi prova un senso di dubbio e di meraviglia riconosce di non sapere; ed è per questo che anche colui che ama il mito è, in certo qual modo, filosofo: il mito, infatti, è costituito da un insieme di cose che destano meraviglia.

Cosicché, se gli uomini hanno filosofato per liberarsi dall’ignoranza, è evidente che ricercarono il conoscere solo al fine di sapere e non per conseguire qualche utilità pratica. E il modo stesso in cui si sono svolti i fatti lo dimostra: quando c’era già pressoché tutto ciò che necessitava alla vita ed anche all’agiatezza ed al benessere, allora si incominciò a ricercare questa forma di conoscenza. É evidente, dunque, che noi non la ricerchiamo per nessun vantaggio che sia estraneo ad essa; e, anzi, è evidente che, come diciamo uomo libero colui che è fine a se stesso e non è asservito ad altri, così questa sola, tra tutte le altre scienze, la diciamo libera: essa sola, infatti, è fine a se stessa.

Per questo, anche, a ragione si potrebbe pensare che il possesso di essa non sia proprio dell’uomo; infatti, per molti aspetti la natura degli uomini è schiava, e perciò Simonide dice che “Dio solo può avere un tale privilegio” e che non è conveniente che l’uomo ricerchi se non una scienza a lui adeguata. E se i poeti dicessero il vero, e se la divinità fosse veramente invidiosa, è logico che se ne dovrebbero vedere gli effetti soprattutto in questo caso, e che dovrebbero essere sventurati tutti quelli che eccellono nel sapere. In realtà, non è possibile che la divinità sia invidiosa, ma, come afferma il proverbio, i poeti dicono molte bugie; né bisogna pensare che esista altra scienza più degna di onore. Essa, infatti, fra tutte, è la più divina solo in questi due sensi: a) o perché essa è scienza che Dio possiede in grado supremo, b) o, anche, perché essa ha come oggetto le cose divine. Ora, solo la sapienza possiede ambedue questi caratteri: infatti, è convinzione a tutti comune che Dio sia una causa e un principio, e, anche, che Dio, esclusivamente o in grado supremo, abbia questo tipo di scienza. Tutte le altre scienze saranno più necessarie di questa, ma nessuna sarà superiore.’ Aristotele, Metafisica, 982b-983a, trad. di Giovanni Reale).

1. Erano trascorsi solamente tre secoli dalla nascita della filosofia quando Aristotele scrisse questo libro. L’itinerario della conoscenza che va da problemi e domande semplici a porsi quesiti sempre più complessi. (una progressione verso l’infinito.) Da sempre infatti l’uomo si è posto domande riguardanti il cielo.

2. Relazione tra mito e dubbio (la meraviglia): mossi dal riconoscimento di non sapere.

Il dubbio di chi sa di non sapere si muove alla ricerca di una verità. Il mito nasce da una domanda, quindi ci chiediamo il perché di avvenimenti che ci meravigliano.

Mito e filosofia destati dallo stupore ma rispondono diversamente. Mentre il mito risponde tramite storie fantastiche la filosofia ha come mezzo la mente e la ragione.

3.

La scienza libera

Filosofia come scienza. L’unica scienza libera perché è fine a se stessa. Ricerchiamo il sapere per amore dello stesso sapere.Sapere disinteressato.

Sofia e le domande esistenziali

Gaarder: Riscoprire la capacità di meravigliarsi

‘Sofia Amundsen> […]c’era scrtto sulla busta. Tutto qui. Nessuno Mittente. Mancava anche il francobollo. Subito dopo aver richiuso il cancelletto, aprì la lettera, C’era scritto: […]. Non lo sapeva di preciso. Era Sofia Amundsen, naturalmente, ma chi era? Non era ancora riuscito a capirlo del tutto. E se si fosse chiamato con un altro nome? Anne Knutsen, Per esempio. In quel caso sarebbe stata un'altra persona? [...] mentre Sofia rifletteva sul fatto di essere viva, cominciò a pensare che non sarebbe esistita per sempre. Adesso vive, penso. Ma un giorno non ci sarà più. Ce la qualche forma di vita dopo la morte?[...] non appena mettevo a fuoco il pensare di essere viva, subito spuntava l'altro: la vita ha sempre una fine.… Soltanto quando provava una forte emozione all'idea che un giorno sarebbe scomparsa, si rendeva conto di quanto la vita fosse infinitamente preziosa. Erano come le due facce di una Moneta, una moneta che continuava a ritirare tra le dita.[…]

Anche su questa busta c'era scritto il suo nome. La strappo e la tirò fuori un foglietto bianco uguale al precedente. " Da dove viene il mondo? " C'era scritto… Per la prima volta in vita sua Sofia penso che non fosse possibile vivere in un mondo senza chiedersi da dove venisse… " Da dove viene il mondo? ". Non lo sapeva. Sofia si rendeva conto del fatto che la terra era solo un piccolo pianeta nell'immensità del cosmo. E il cosmo da dove veniva? Era lecito pensare che l'universo fosse sempre esistito e in tal caso non era necessario cercare una risposta sulla sua creazione. Ma poteva qualcosa esistere in eterno? Tutto ciò che esiste e deve pur avere un inizio. Di conseguenza anche il cosmo doveva aver avuto origine da qualcun altro. Ma se l'universo era stato creato di colpo da qualcos'altro, allora anche quest'altro a sua volta doveva essere nato da qualcosa. Sofia capì di avere solo rimandato il problema. Insomma, qualcosa doveva essere creato una prima volta dal nulla. Ma era possibile? Non era anche questo un pensiero assurdo come quello di credere che il mondo fosse sempre esistito? A scuola avevo imparato che Dio aveva creato il mondo e adesso Sofia cercava di tranquillizzarsi con l'idea che in fondo questa forse è la soluzione migliore al suo problema. Invece ricominciò A riflettere. Poteva tranquillamente accettare il fatto che Dio avesse creato l'universo… E Dio allora? Aveva creato se stesso dal niente? Di nuovo c'era qualcosa in lei che protestava.

Anche se Dio era senza dubbio in grado di creare sia l'uno che l'altro, non poteva creare se stesso prima di avere un " se stesso " con cui poterlo fare. Rimaneva una sola possibilità: Dio era sempre esistito. Ma quelle ipotesi l'aveva già scartata. Tutto quello che esiste deve avere un inizio…

Sentendo la madre rientrare, Sofia si era precipitata verso di lei e l'aveva trascinata in soggiorno, obbligandola infine a sedersi su una sedia.

" Mamma, non credi che sia strano vivere? " Esordì.

La mamma era così sbigottita da non sapere che cosa rispondere. Di solito, quando rincasava, Sofia stava facendo i compiti.

" Beh, sì, a volte ", rispose.

Virgolette a volte? Voglio dire, secondo te non è strano che ci sia un mondo? "

" Sofia, su, non devi parlare così".

Virgolette perché no? Magari, secondo te, il mondo è perfettamente normale, non è vero? "

" E va bene, lo ammetto. Nella maggior parte dei casi, almeno ".

Sofia capì Che il filosofo aveva ragione. Gli adulti davano il mondo per scontato: si erano addormentati nel sonno eterno della vita di tutti giorni.

" Che schifo! Il mondo che è diventato così familiare che non ti stupisci più", continuò Sofia.

"ma che cosa stai dicendo? "

" Dico solo che sei troppo abituata al mondo. In altre parole, ti sei completamente rimbecillita".

J. Nagal: filosofia e quotidianità

La filosofia e il quotidiano

Parole che usiamo ogni giorno, considerandole scontate, Nascondendo in realtà problemi filosofici complessi, se solo siamo in grado di cogliere le domande nascoste dietro il loro impiego quotidiano. Fare filosofia, come chiarisce in questo brano il filosofo americano Thomas Nagel, significa andare oltre il senso di ovvietà, Individuando l'importanza e il carattere problematico dei concetti ai quali siamo abituati.

Il principale interesse della filosofia e mettere in questione e comprendere idee assolutamente comuni Che tutti noi impieghiamo ogni giorno senza pensarci sopra.Uno storico può chiedere cosa è accaduto in un certo tempo del passato, ma un filosofo chiederà "che cos'è il tempo?". Un matematico può studiare le relazioni tra i numeri, ma un filosofo chiederà "Che cos'è un numero? ". Un fisico chiederà di cosa sono fatti gli atomi o cosa spiega la gravità, Ma un filosofo chiederà come possiamo sapere chi viene qualcosa al di fuori delle nostre menti. Uno psicologo può studiare come i bambini imparano un linguaggio, ma un filosofo chiederà "cosa fai in modo che una parola significhi qualcosa? ". Chiudi quel può chiedersi se è sbagliato entrare in un cinema senza pagare, ma un filosofo chiederà "cosa rende un'azione giusta o sbagliata? ".

Non potremmo farcela a tirare avanti nella vita senza prendere per scontate la maggior parte del tempo le idee di tempo, numero, conoscenza, linguaggio, giusto e sbagliato; ma in filosofiaci occupiamo proprio di queste cose. Lo scopo è quello di spingere un po' più a fondo la nostra conoscenza del mondo e di noi stessi. Ovviamente non è facile. Più le idee che stai cercando di indagare sono fondamentali, minori sono gli strumenti che hai a disposizione. Non vi è molto che puoi assumere o dare per scontato. Così la filosofia e un'attività un poco vertiginosa, e pochi dei suoi risultati restano allungo incontestati.

(T. Nagel, una brevissima introduzione alla filosofia.)

Aspetti della filosofia

a) Aspirazione ad un principio unitario: con la domanda “Qual è il principio di tutte le cose?” ; sintetizza in unità la molteplicità delle esperienza sparse e frammentarie. La filosofia quindi vuole spiegare la totalità delle cose e vuole rispondere a queste domande: “Cosa è il mutamento nel tempo?” ; “Cosa, mutando, permane immutato?” ; “Il mutamento è indirizzato verso un obiettivo?”.

b) Sapere totale: la filosofia vuole spiegare la realtà nella sua totalità, non fornendo spiegazioni parziali, come qualsiasi scienza che spiega parti della realtà, ma indaga l’intero dell’essere a partire da una causa prima, il primo principio delle cose. La filosofia ha uno sguardo che mira al principio ultimo.

c) Spiegazione razionale della totalità: lo strumento conoscitivo della filosofia è la ragione. La differenza con il mito è che la filosofia attua una ricerca razionale tramite la ragione.

d) Un sapere disinteressato: la filosofia è amore della verità per la verità, contemplazione pura e disinteressata della totalità delle cose per la ricerca della verità.

Essa è quella scienza che si interessa all’essere quanto essere: nella sua verità più profonda e nella sua totalità.

Mentre, il mito differisce dalla filosofia in due punti:

e) Il metodo che usa il mito è diverso da quello filosofia poiché esso è una narrazione di una leggenda piena di immagini allusive. Con queste spiega le domande che si pone l’uomo.

f) Il mito cerca le risposte per spiegarsi gli avvenimenti che diversamente rimarrebbero oscuri. Non quindi come la filosofia che è fine a sé stessa.

Orfeo ( significa: colui che è solo) era un poeta e un musico. Le Muse gli avevano insegnato a suonare la lira, ricevuta in dono da Apollo.La sua musica e i suoi versi erano così dolci e affascinanti che l'acqua dei torrenti rallentava la sua corsa, i boschi ballavano, gli uccelli, commossi, non avevano la forza di volare e cadevano, le ninfe uscivano dalle querce e le belve dalle loro tane per ascoltarlo.

Euridice era una ninfa e sua sposa.Un giorno, mentre correva per sfuggire alle insidie di Aristeo, venne morsa da un serpente e morì.

Orfeo, profondamente innamorato, decise di scendere nell'Ade, l'oscuro regno dei morti, a riprendersela.Con la sua poesia e la sua musica riuscì a commuovere tutti:Caronte lo traghettò sull'altra riva dello Stige, il fiume infernale;Cerbero, l'orribile cane con tre teste, non abbaiò;Le Erinni, terribili dee infernali, piansero;I dannati cessarono i loro tormenti... e persino il dio Ade e sua moglie Persefone s'inchinarono al canto d'amore e concessero ad Orfeo di riportare Euridice con sé, ma a un patto:

Euridice avrebbe dovuto seguire Orfeo lungo la strada buia degli inferi, senza che lui si voltasse a guardarla, non prima di essere giunti nel mondo dei vivi.Iniziarono la salita.Avanti era Orfeo, lo seguiva Euridice e infine Hermes, che doveva controllare.Erano ormai giunti alla meta, quando Orfeo, temendo di averla persa e preso dal forte desiderio di vederla, si voltò.Così Euridice fu risucchiata nell'Ade ed inutile fu, per Orfeo, cercare d'afferrargli le mani nel tentativo di trattenerla.Così, Euridice, morì per la seconda volta.

Orfeo rifiutò in seguito l'amore di tutte le femmine. Poiché la sua musica distoglieva i mariti dai doveri coniugali, dovette subire la vendetta delle donne che fu attuata per mano delle Menadi, sacerdotesse di Dionisio. Lo uccisero, lo fecero a pezzi e lo gettarono nel fiume Ebro.Orfeo non morì del tutto e la sua testa, pur separata dal corpo, continuerà a cantare per sempre.

Nascita della filosofia in Grecia

La filosofia nasce intorno al VI a.C. nelle colonie greche dell’Asia Minore, per poi espandersi nella Magna Grecia e ad Atene, la capitale, dove fiorì notevolmente. La prima colonia greca orientale a conoscere la filosofia fu Mileto.

In questo periodo la Grecia ebbe un forte cambiamento sotto gli aspetti politico, economico e sociale, ma anche culturale. La maggior parte degli agricoltori si trasformarono in artigiani e commercianti sempre più ricchi. Per questo fu necessario fondare colonie per aprire la Grecia al commercio, soprattutto quello marittimo. Infatti la maggior parte delle colonie erano localizzate sullo Ionio e sulle coste orientali. Questo per quanto riguarda l’economia.

Questi artigiani e mercanti si arricchirono a tal punto da pretendere più potere per le loro classi sociali.

La presenza della democrazia ha favorito il libero pensiero e quindi lo spargersi di molte idee differenti. Mentre se fosse stata presente una monarchia il suddito sarebbe dovuto sottostare al pensiero del re. Quindi, in una democrazia un cittadino poteva non solo avere un proprio pensiero, ma addirittura poteva contestare quello degli altri.

Grazie alla presenza del commercio, nelle colonie Greche c’era l’afflusso e la presenza di molte persone provenienti da molte parti del Mediterraneo. Per questo la popolazione greca venne a contatto con diverse nuove culture e nuovi pensieri che quindi mettevano in dubbio la possibilità che il loro fosse quello corretto.

La religione pubblica, o politeista, era favorevole alla filosofia al contrario di quella asiatica. Quiest’ultima infatti è una religione rivelata e tramandata senza essere per nessun motivo cambiata o messa in discussione. Mentre quella pubblica è più libera e non presenta dogmi o libri sacri. La religione pubblica poteva quindi godere di culti diversi per ogni Poleis.

Domande da interrogazione

  1. Qual è l'origine della parola "filosofia" e come viene descritta la ricerca della sapienza?
  2. La parola "filosofia" fu usata per la prima volta da Pitagora. La ricerca della sapienza è descritta come un viaggio continuo, mai una conquista definitiva, poiché c'è sempre qualcosa di nascosto e la ragione è tesa all'infinito.

  3. Come si differenzia la filosofia dalle altre scienze secondo il testo?
  4. La filosofia differisce dalle altre scienze per quattro ragioni: aspirazione a un principio unitario, sapere totale, spiegazione razionale della totalità, e sapere disinteressato. Essa cerca di spiegare la totalità delle cose e indaga l'intero dell'essere.

  5. Qual è il ruolo dello stupore nella filosofia?
  6. Lo stupore è il motore che genera la conoscenza. Nasce da qualcosa di imprevisto e inatteso, provocando l'inizio della ricerca verso la conoscenza. È proprio del filosofo essere pieno di meraviglia, come affermato da Platone.

  7. In che modo la democrazia ha influenzato lo sviluppo della filosofia?
  8. La democrazia ha favorito il libero pensiero, permettendo la diffusione di idee differenti. In una democrazia, un cittadino poteva avere un proprio pensiero e contestare quello degli altri, a differenza di una monarchia dove il suddito doveva sottostare al pensiero del re.

  9. Qual è la relazione tra mito e filosofia secondo il testo?
  10. Mito e filosofia sono destati dallo stupore ma rispondono diversamente. Il mito risponde tramite storie fantastiche, mentre la filosofia utilizza la mente e la ragione per la ricerca razionale della verità.

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