Concetti Chiave
- In Grecia, le poleis erano centri economici e sociali, con un'economia basata sull'agricoltura e il commercio marittimo; la società era divisa tra cittadini liberi e schiavi.
- La filosofia greca si sviluppa come reazione critica ai miti, cercando spiegazioni razionali al posto delle narrazioni mitologiche, segnando così il passaggio dal pensiero mitico a quello razionale.
- Talete, considerato il primo filosofo occidentale, identificava l'acqua come archè, il principio di tutte le cose, basandosi sull'osservazione della natura e delle necessità vitali.
- Per Anassimandro e Anassimene, l'archè è rispettivamente l'infinito (apeiron) e l'aria, vedendo in queste sostanze il principio vitale e regolatore dell'universo.
- I Pitagorici, influenzati dalla matematica, vedevano nei numeri l'archè, credendo che ogni cosa potesse essere espressa numericamente, associando numeri a concetti e fenomeni naturali.
Indice
Le poleis e la società greca
In Grecia vi erano le poleis. La principale ricchezza del mondo greco era costituita dall'agricoltura e la polis era anche un centro di scambi e di produzione. Nel commercio marittimo la Grecia rappresentava una sorta di ponte tra Oriente e Occidente.
Un’altra loro forma di ricchezza era lo sfruttamento del lavoro degli schiavi che erano impiegati al servizio dello stato. La schiavitù non caratterizzava solo l'economia ma anche la società greca che era divisa in due fasce: i liberi che erano i cittadini che godevano di diritti civili e i non liberi.La classe media era invece formata da commercianti e artigiani. Gli immigrati erano chiamati meteci e potevano lavorare nella città. Chi era costretto a lavorare non poteva dedicarsi pienamente alla filosofia.La nascita della filosofia
La filosofia è un sapere a cui ricorriamo quando sentiamo il bisogno di analizzare le nostre convinzioni più profonde e non si accontenta di osservare come stanno le cose ma si propone di dire perché le cose sono in un certo modo. Per fare filosofia bisogna porsi delle domande e non accontentarsi delle apparenze e chiedersi se ciò che appare al nostro sguardo corrisponde al vero. Nel miracolo greco alcuni dicono che sia nata all'improvviso come per esempio Bournet, e altri come Cronfort e Vernant dicono che sia nata sulle basi dei miti. Il mito è una storia che ci spiega i misteri del mondo, il suo senso, le sue origini e fu “inventato” per dare una risposta a tutto ciò che non si riusciva a spiegare in modo scientifico. Per Aristotele la filosofia si origina in Grecia da cui prendono spunto le mitologie. La filosofia sarebbe nata proprio nel momento in cui alcuni pensatori si sarebbero rivolti alla natura con uno sguardo critico e non più mitico e quando si è cominciato a ritenere insufficienti le spiegazioni della natura e del mondo offerte dai miti. L’inizio della filosofia segna il declino del pensiero mitico e la nascita di un sapere razionale. I termini mito e filosofia sono contrapposti, in quanto il mito è considerato una narrazione fantastica che non ha bisogno di essere dimostrata mentre la filosofia più una narrazione scientifica della realtà.Si afferma che la filosofia comincia con Talete per il quale tutto è fatto d'acqua; ma l'idea dell'acqua era più antica di Talete appartenendo al mito di oceano che narrava di un caos acquoso generatore del mondo.
Il problema dominante dei primi filosofi è quello del principio di tutte le cose, appunto archè. Il principio di archè è importante perché ci da una garanzia del futuro. Aristotele presenta coloro che furono i primi a studiare la natura tentando di individuarne l'archè.
(la differenza tra sogno e reltà è che la realtà è costituita da archè e il sogno no).
Per Talete, il primo filosofo occidentale, l’Arché è l'acqua. Secondo Aristotele Talete ricavò questa convinzione dal fatto che il nutrimento dei viventi è umido e che i semi che generano le piante sono umidi. Tutte le cose senz'acqua si sgretolano e muoiono. Talete sostenne inoltre che la terra poggia sull'acqua e che quindi stando sotto sorregge tutte le cose ma Aristotele lo critica dicendo che anche l'acqua stando sotto la terra avrebbe bisogno di un sostegno. Talete dice che l'acqua è il principio di tutte le cose basandosi sul fatto che senza acqua non c'e vita e a ciò quindi sono riconducibili tutte le cose. Talete è pervenuto a questo grazie all'osservazione della natura e l'esperienza. Egli riuscì anche a prevedere un eclisse solare grazie all'osservazione e i calcoli degli astronomi caldei. Ciò che la tradizione tramanda su Talete sono particolarmente due aneddoti. Il primo dice che mentre camminava guardando il cielo, Talete cadde in un pozzo, provocando le risate di una serva che lo prese in giro dicendogli che si preoccupava tanto di cosa stava in cielo senza accorgersi di cosa aveva tra i piedi. Nel secondo aneddoto, poiché la gente rinfacciava a Talete l'inutilità della filosofia, lui avendo previsto che ogni 5 anni ci sarebbe stata un abbondante raccolta di olive, aveva accaparrato tutti i frantoi di Mileto, mentre erano ancora a metà prezzo, li affittò quando tutti li volevano, ottenendo grandi guadagni. Grazie ai suoi numerosi viaggi in Egitto apprese nuove scoperte scientifiche; scoprì come misurare l'altezza delle piramidi con la sua ombra. A mezzogiorno aveva notato che la sua ombra era la metà di se stesso e cosi aveva misurato quella della piramide. Questi due aneddoti testimoniano il pensiero astratto di Talete.
Anassimandro e l'apeiron
Per Anassimandro l'archè doveva essere qualcosa che a differenza degli elementi fondamentali come l'acqua, l’aria e il fuoco fosse infinito e illimitato per poter dare origine a tutte le cose, appunto l'infinito. Per Anassimandro il mondo è formato da un insieme di elementi contrari che commettono una reciproca ingiustizia. L’Apeiron veniva paragonato a un contenitore mezzo pieno che quando lo si muove fa uscire qualcosa. Le cose escono per caso dall'apeiron ma poi quando muoiono devono tornare nell'apeiron, devono infatti pagare una colpa per aver impedito a un’altra cosa di esistere. Il tempo è ciò che regola il divenire degli elementi, il separarsi dalle cose dell'apeiron coincide con il loro entrare nel tempo. L’infinito è negativo poiché non possiamo conoscerlo. Per Anassimandro la causa della nascita era una causa fisica e l'apeiron era infinito perché le cose che nascono sono infinite.
Anassimene e l'archè dell'aria
Per Anassimene l'archè è l’aria, la sostanza infinita che costituisce tutte le cose. L’aria è ciò che muove le cose senza essere nessuna cosa, l’aria abbraccia il mondo e ci tiene insieme, regge l'universo. Anassimene dice che il mondo è un grande organismo vivente che respira l'aria in cui è immerso. Il soffio vitale è il principio che anima il mondo. Anassimene afferma che l'aria che si respira è l'elemento fondamentale per la vita dell'uomo ed è il segno della presenza in noi di un'anima.
I Pitagorici e l'importanza dei numeri
I Pitagorici sono un gruppo di filosofi e prendono il nome dal loro capo Pitagora. Egli nel 530 fonda la prima scuola a Crotone nella quale potevano partecipare anche le donne. Imponeva un duro periodo di noviziato, durante il quale prima di essere ammessi ai segreti della setta si era sottoposti a delle prove, e gli appartenenti alla setta dovevano tenere una sorta di catechismo che regolava la loro vita pubblica. Essa era composta: dagli acusmatici che potevano solo ascoltare la lezione e a cui era imposto il silenzio; dai matematici che potevano discutere o chiedere chiarimenti. I Pitagorici si sono uniti a una classe dominante e a causa di una rivoluzione sono spariti portando alla distruzione della sua scuola. La filosofia dei Pitagorici era influenzata dalla matematica, per loro il numero era l'archè. I numeri erano entità concrete, erano ritenuti come grandezze dotate di forma propria e venivano rappresentati come un insieme di punti. Dai numeri derivano tutte le cose, nel senso che tutte le cose e tutte le relazioni tra di esse sono esprimibili con i numeri. L’opposizione numerica fondamentale per i pitagorici è quella tra il pari e il dispari: pari è quel numero che può essere diviso in due parti ottenendo due parti pari o due parti dispari; dividendo un numero dispari invece si ottiene una parte pari e una parte disparii sottrae a questa distinzione il numero 1, considerato parimpari perché se sommato a un numero pari esce un numero dispari, se sommato a un numero dispari esce un numero pari. A questa opposizione ne è collegata un’altra: quella tra il limite e l'illimitato. Ritenevano che i numeri dispari fossero perfetti perché finiti e limitati, e che i numeri pari fossero imperfetti, perché infiniti e illimitati. Se disponiamo i numeri in ordine e dividiamo un numero dispari con una linea continua, rimane un unità che pone un limite alla divisione e che quindi rende il numero dispari delimitato. Se dividi un numero pari invece si ottiene un campo vuoto senza limite. A ogni numero corrisponde una figura geometrica: l’uno è il punto, il due è la linea, il 3 è il triangolo e il 4 è il tetraedro. I pitagorici individuarono somiglianze tra i numeri e i fenomeni della vita. L’uno era la verità, il due l'opinione,3 la giustizia, il 5 la famiglia e il 7 la critica. Il loro numero perfetto era il 10 poiché se lo si rappresentava graficamente si otteneva un triangolo equilatero di 4 unità per lato chiamato tetractys. I pitagorici costruirono una tavola dei contrari fondamentali attraverso cui la realtà veniva divisa in due campi opposti: dalla parte del dispari stavano tutte le determinazioni positive, mentre dalla parte del pari quelle negative. Da queste opposizioni scaturisce l'armonia universale esistente fra le cose. Il pensiero pitagorico andò in crisi quando si resero conto dell'esistenza di numeri non rappresentabili. Questa scoperta rimase segreta ma poi alla fine la notizia divenne pubblica.
L'anima secondo Pitagora
AI tempi di Omero per il corpo si intendeva il cadavere mentre per l'anima si intendeva la sua ombra. L’orfismo invece introduce l'idea che l'anima sia un essere a se, un essere divino caduto in un corpo a causa di una colpa originaria. Pitagora sosteneva la trasmigrazione delle anime da un corpo all'altro con la reincarnazione e la metempsicosi, il cui scopo era purificare l'anima. Per Pitagora si muore perché l'anima vuole liberarsi dal corpo che è come un carcere e tornare nel mondo divino. Se l'anima completava la purificazione, si era immortali, come con Pitagora. Per Pitagora non si poteva mangiare la carne o la frutta perché anch'esse avevano un'anima. Il mito di Orfeo dimostra che l'anima è immortale.
Eraclito e il logos
Il punto di partenza della filosofia di Eraclito è l'uomo. Per lui la verità va cercata dentro noi stessi: solo chi impara a vedere nella propria anima può dirsi un uomo saggio. Per Eraclito chi non ascolta il logos è ignorante. Il logos è la legge della natura a ha tre significati principali: legge generale secondo il quale tutte le cose nascono e muoiono; ragione che spiega le leggi del mondo ed è il pensiero che è a tutti comune; discorso o parola che annuncia la verità. Ciò che accomuna i tre significati è il fatto che arrivano alla legge generale attraverso il ragionamento. Il rapporto tra ragionamento e parola è che la parola è l'aspetto pubblico del ragionamento. Eraclito ritiene che la legge segreta del mondo risiede nella stretta connessione dei contrari che in quanto opposti, lottano fra loro ma allo stesso tempo non possono fare a meno l'uno dell'altro. Quindi niente esisterebbe se allo stesso tempo non esistesse anche il suo opposto. Tra gli opposti si genera armonia come per esempio le note opposte. Chi non ascolta il logos non percepisce l'armonia che si crea tra i contrari. Per Eraclito la realtà è un continuo divenire, cioè trasformarsi. Tutto muta da una condizione a un’altra, egli descrive il mondo come un flusso in cui tutto scorre (pantha rei) come l'acqua di un fiume. Guardando un fiume possiamo dire che è allo stesso tempo identico e diverso. Identico perché è lo stesso fiume ma diverso perché le acque sono cambiate. Eraclito identifica l'archè nell'immagine del fuoco, da cui tutto proviene e da cui tutto ritorna, l’unico elemento sempre in tensione che da armonia all'universo e da cui hanno origine gli elementi fondamentali del mondo. Eraclito dice che il fuoco pur restando identico è in continua trasformazione. Dice che raffreddandosi diventa acqua e poi terra andando giu, e poi risalendo ridiventa fuoco e raggiunge il logos.
Domande da interrogazione
- Qual era la principale fonte di ricchezza nel mondo greco antico?
- Come si differenziano mito e filosofia secondo il testo?
- Qual è l'archè secondo Talete e perché?
- Come Anassimandro concepisce l'archè?
- Qual è il significato del logos nella filosofia di Eraclito?
La principale ricchezza del mondo greco era costituita dall'agricoltura, e la polis fungeva anche da centro di scambi e produzione.
Il mito è una narrazione fantastica che non richiede dimostrazione, mentre la filosofia è una narrazione scientifica della realtà che cerca di spiegare il perché delle cose.
Per Talete, l'archè è l'acqua, poiché osservava che il nutrimento dei viventi è umido e che senza acqua non c'è vita.
Anassimandro concepisce l'archè come l'apeiron, un principio infinito e illimitato da cui tutte le cose originano e a cui ritornano.
Il logos è la legge della natura, la ragione che spiega le leggi del mondo e il discorso che annuncia la verità, ed è fondamentale per comprendere l'armonia tra i contrari.