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Concetti Chiave

  • La cultura pagana e il neoplatonismo evidenziano un crescente interesse per la filosofia rispetto alla religione, con divinità viste come simboli o entità sottoposte a una forza universale.
  • Il neoplatonismo, fondato da Plotino, si focalizza sull'idea che il mondo materiale sia solo una copia sbiadita della realtà divina, promuovendo un ideale di vita ascetico e spirituale.
  • Plotino ha raccolto i suoi insegnamenti nelle Enneadi, una serie di trattati che rappresentano l'ultimo sforzo del pensiero greco, enfatizzando il distacco dalle vicende terrene.
  • Il neoplatonismo è diventato la filosofia dominante tra le classi colte, riflettendo il loro disinteresse per la politica e la vita civile, considerata illusoria.
  • Condividendo con il cristianesimo l'ascetismo e la svalutazione della vita materiale, il neoplatonismo ha influenzato pensatori cristiani come Sant'Agostino, adottando la concezione di un dio trascendente e triadico.

La cultura pagana e il neoplatonismo
Gli uomini colti, pure non essendo in linea di principio ostili alla religione, dimostravano un maggior interesse per la filosofia. Alcuni di loro – come lo scrittore greco Luciano (II secolo d.C.) – si facevano beffe dei miti tradizionali, che ritenevano falsi; altri, sotto l’influsso della filosofia, pensavano che le divinità tradizionali fossero puri simboli, oppure entità divine sottoposte a una forza assoluta e universale. Il dio dei filosofi, comunque, era molto lontano dalla folla di divinità venerate dalla gente comune: era un dio unico, immateriale, lontano dal mondo, perfetto, atto puro (motore immobile). La filosofia stoica, in particolare, conobbe ampia diffusione nei primi secoli dell’età imperiale, ma a partire da un nuovo movimento filosofico di tendenza misticheggiante: il neoplatonismo.
Il fondatore di questa filosofia fu Plotino (204-270 d.C.): nato in Egitto, nel 244 d.C. si era trasferito a Roma e qui aveva fondato una scuola che richiamò moltissimi frequentatori (come, per esempio, l’imperatore Gallieno). I cinquantaquattro trattati da lui composti vennero rivisti e raccolti dal suo migliore allievo, Porfirio,in sei gruppi di nove libri ciascuno, detti Enneadi (dal greco ennéa, “nove”). La filosofia di Plotino rappresenta l’ultimo sforzo originale del pensiero greco. L’idea centrale del neoplatonismo è che il mondo non è altro che una copia sbiadita della vera realtà, quella divina: “La nostra patria è lassù, in cielo – scrisse Plotino – e là dobbiamo tornare”: Per il neoplatonismo lo scopo della vita umana consiste nel liberarsi dalla materia, perché l’anima possa ricongiungersi purificata con il dio dal quale è discesa.
Mentre la filosofia greca precedente era stata rivolta al concreto agire dell’essere umano nel mondo, il neoplatonismo proponeva un ideale di vita ascetico e spirituale.
E’ particolarmente significativo che il neoplatonismo sia diventato la filosofia delle classi colte di questo periodo: esso esprimeva bene, in effetti, il distacco di queste classi dalla politica e dalla vita civile. Per il neoplatonismo l’unica realtà consisteva nella parte interiore dell’anima; come scrisse Plotino, agli occhi di dio gli esseri umani sono soltanto delle “graziose marionette viventi” che si agitano e soffrono inseguendo vani obiettivi. Una città saccheggiata, una guerra, un massacro nell’ottica neoplatonica erano quindi eventi del tutto insignificativi, poiché il mondo è soltanto un’illusione.
Il neoplatonismo fu la risposta della filosofia greca alle inquietudini spirituali dell’epoca, con le quali si confrontò anche il cristianesimo. Esso fornì molti strumenti e categorie di pensiero ai filosofi cristiani e, in particolare, al principale di essi: sant’Angostino. Oltre alla tendenza all’ascettismo e al misticismo, cristianesimo e neoplatonismo avevano in comune la svalutazione della vita materiale, vista come subalterna alla vita dello spirito, e la concezione di un dio trascendente uno e trino: anche i neoplatonici, come i cristiani, parlavano infatti di “triade” divina.

Domande da interrogazione

  1. Qual era l'atteggiamento degli uomini colti verso la religione e la filosofia nel periodo del neoplatonismo?
  2. Gli uomini colti non erano ostili alla religione, ma mostravano un maggiore interesse per la filosofia, considerando le divinità tradizionali come simboli o entità divine sottoposte a una forza universale.

  3. Chi fu il fondatore del neoplatonismo e quale fu il suo contributo principale?
  4. Il fondatore del neoplatonismo fu Plotino, che fondò una scuola a Roma e i cui trattati furono raccolti in sei gruppi di nove libri ciascuno, chiamati Enneadi, dal suo allievo Porfirio.

  5. Qual è l'idea centrale del neoplatonismo secondo Plotino?
  6. L'idea centrale del neoplatonismo è che il mondo è una copia sbiadita della vera realtà divina, e lo scopo della vita umana è liberarsi dalla materia per permettere all'anima di ricongiungersi con il dio da cui è discesa.

  7. In che modo il neoplatonismo influenzò il cristianesimo e i suoi filosofi?
  8. Il neoplatonismo influenzò il cristianesimo fornendo strumenti e categorie di pensiero, condividendo con esso la svalutazione della vita materiale e la concezione di un dio trascendente, simile alla "triade" divina dei neoplatonici.

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