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Concetti Chiave

  • Aristotele attribuisce una posizione privilegiata alla contemplazione e alla teoresi, in continuità con Platone, ma distingue tra virtù pratiche e teoretiche.
  • L'eccellenza teoretica può rendere la vita del filosofo la più felice, ma non garantisce capacità o diritto politico come suggerisce Platone.
  • Il filosofo, grazie alla sua saggezza, può partecipare alla vita politica, ma è libero di dedicarsi alla felicità derivante dalla conoscenza.
  • L'autonomia della saggezza permette al filosofo di evitare il coinvolgimento diretto nella politica quotidiana e concentrarsi sulla ricerca.
  • Una città ben ordinata sostiene la vita di studio del filosofo, beneficiando dei suoi risultati per il bene comune attraverso l'azione del politico saggio.

Indice

  1. La contemplazione in Aristotele
  2. Autonomia della ragione pratica
  3. Il filosofo e la politica
  4. Benefici per la città

La contemplazione in Aristotele

Contemplazione e teoresi mantengono dunque anche in Aristotele una collocazione privilegiata rispetto alle altre attività umane, a testimonianza del persistente collegamento di Aristotele con la tradizione platonica.

Autonomia della ragione pratica

In Aristotele, tuttavia, questo privilegio è bilanciato dalla netta distinzione tra virtù della ragione pratica e virtù della ragione teoretica e dalla chiara rivendicazione dell'autonomia della prima dalla seconda. Infatti per lo Stagirita l'eccellenza dell'attività teoretica, se rende la vita del filosofo la migliore e la più felice delle vite possibili, non è però sufficiente a fare di lui un saggio o buon politico, anche se può contribuire a migliorarne la capacità di deliberazione.

Il filosofo e la politica

Il filosofo può bensì partecipare alla vita della città ed eventualmente assumere incarichi politici, ma sulla base della sua saggezza, e non perché la conoscenza del bene assicuri, come vuole invece Platone, la capacità di governo e il diritto di guidare i propri concittadini. Da tale autonomia della saggezza rispetto alla sapienza trae vantaggio anche il filosofo, il quale non è più costretto a discendere nella "caverna" della vita politica quotidiana, ma può godere senza condizionamenti della felicità mentale, che solo l'attività di studio e di conoscenza è in grado di assicurare.

Benefici per la città

Di questo ritrarsi del filosofo nello studio e nella scuola si giova del resto anche la città bene ordinata: essa permette al filosofo una vita di studio, assicurandogli ciò che gli serve per vivere (primum vivere, deinde philosophart), e ne ottiene in cambio i risultati della ricerca, che spetta poi al politico saggio utilizzare al servizio della polis.

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