p.federico
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Concetti Chiave

  • Aristotle's ethics are aimed at achieving happiness through practical sciences, distinguishing it from Kant's disinterested ethics.
  • Aristotle dismisses hedonistic and honor-based happiness, associating them with materialistic pleasures and societal validation.
  • Living ethically, according to Aristotle, involves adhering to virtues, which are guidelines for optimal living.
  • Ethical virtues are about balancing impulses with reason, finding a middle ground between extremes like courage between recklessness and cowardice.
  • Dianoetic virtues focus on intangible realms, with wisdom (phronesis) and sapience (sophia) as key, the latter leading to the ultimate happiness of contemplating the prime mover.

Le scienze pratiche secondo Aristotele

L’etica è l’insieme delle regole di ordine pratico che servono a guidare l’uomo nelle attività lavorative. Un uomo serve usa come scopo le scienze pratiche per raggiungere la felicità. L’etica aristotelica è un’etica eudemonistica (cioè ricerca della felicità) -> l’uomo trova vantaggioso vivere secondo etica per poter raggiungere la felicità. In realtà la reale etica non è eudemonistica perché, per Kant, per esempio, si agisce bene non in vista di uno scopo, ma in maniera disinteressata (per esempio con il parto che etimologicamente significa “viaggio che probabilmente è senza ritorno”; la madre quindi partorisce non con uno scopo preciso, ma in maniera disinteressata).

Oggi, la felicità per alcuni è edonistica (piacere finalizzato a sé stesso e cercare sempre di provare sempre nuove esperienze). Per Aristotele la felicità edonistica accomuna l’uomo alla bestia perché solo le bestie possono essere felici con soltanto le cose materiali; ricordando infatti la tripartizione dell’anima la felicità edonistica ferma all’anima sensitiva e ciò accomuna l’uomo alle bestie.
Un’altra via è quella dell’onore, ma l’onore non è attribuita dalla persona stessa, ma dagli altri uomini pertanto non può essere accettata.
Un’altra via che può far raggiungere l’uomo è quella dell’accumulo dei beni, ma anche questa non può essere accettata.
Vivere secondo etica per Aristotele è vivere secondo virtù (il suo contrario è essere vizio). La virtù è un insieme di norme che servono a vivere nei migliori dei modi. Per Aristotele esistono due virtù:
Virtù etiche: servono ad orientare e ad avere il comportamento migliore nella virtù pratica. Serve inoltre a garantire sempre ad avere il sopravvento dell’intelligenza rispetto agli impulsi: una persona orientata è colui che non dà ibero sfogo agli impulsi, agli affetti, ma sempre la sua reazione è guidata dalla ragione. Le virtù etiche servono quindi ad agire sempre lasciando l’ultima parola agli impulsi piuttosto che alla ragione. Rispetto a Platone, Aristotele afferma che la virtù etica è anche la ricerca del giusto mezzo tra due estremi che di per sé sono vizi. Il coraggio per esempio è l’equilibrio tra temerarietà e un comportamento avido (paurosa come per esempio don Abbondio nei Promessi Sposi), che spesso è poco generosa.
Virtù dianoetiche: quelle dedicate al mondo soprasensibile e si dividono in due categorie:
Saggezza o phronesis: saper distinguere ciò che è bene da ciò che è male. E’ difficilissimo e chi riesce a distinguerle è il maestro per eccellenza ed essere considerato come un uomo saggio.
La sapienza o sophia: è un esercizio dell’intelletto che deve portare l’uomo alla felicità finale, ma non ultime. La felicità ultima è la contemplazione del sommo bene che lui lo definisce primo motore immobile. Delle virtù dianoetiche troviamo l’arte (considerata come prima contemplazione del sommo bene), la saggezza, l’intelligenza, la scienza e la saggezza (considerato come il gradino più alto).

Domande da interrogazione

  1. Qual è lo scopo principale dell'etica secondo Aristotele?
  2. Secondo Aristotele, l'etica serve a guidare l'uomo nelle attività lavorative per raggiungere la felicità, che è il fine ultimo delle scienze pratiche.

  3. Come si differenzia l'etica aristotelica da quella kantiana?
  4. L'etica aristotelica è eudemonistica, cioè ricerca della felicità, mentre per Kant si agisce bene in maniera disinteressata, senza uno scopo preciso.

  5. Quali sono le due categorie di virtù secondo Aristotele?
  6. Aristotele distingue tra virtù etiche, che orientano il comportamento pratico, e virtù dianoetiche, che riguardano il mondo soprasensibile e includono saggezza e sapienza.

  7. Perché Aristotele critica la felicità edonistica?
  8. Aristotele critica la felicità edonistica perché la considera simile a quella delle bestie, limitata alle cose materiali e all'anima sensitiva, non elevando l'uomo al di sopra degli animali.

Domande e risposte

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