Concetti Chiave
- La filosofia aristotelica si basa sui concetti di potenza (dynamis) e atto (enérgeia), rappresentando rispettivamente la capacità di trasformazione e la meta finale dell'essere.
- Il passaggio dalla potenza all'atto è mediato dal movimento, definito da Aristotele come un atto incompleto in corso di compimento.
- Il movimento ha sempre uno scopo e una durata, con il tempo che funge da misura numerica del processo di cambiamento.
- Le cause, secondo Aristotele, spiegano l'esistenza di un essere e si suddividono in materiale, formale, motrice e finale.
- La conoscenza vera si ottiene comprendendo non solo l'esistenza di qualcosa, ma anche le ragioni del suo esistere, rispondendo alla domanda "perché".
Indice
Concetti fondamentali della filosofia aristotelica
Due concetti molto importante per l’intera filosofia aristotelica sono la potenza e l’atto. La potenza, in frego dynamis, indica la capacità dell’essere di mutare, trasformarsi, evolversi e rappresenta una proprietà quasi esclusivamente della materia, mentre l’atto, in greco enérgeia, indica la meta finale del cambiamento dell’essere. Questo concetto è facilmente comprensibile con degli esempi : un blocco di pietra, opportunamente lavorato da un sapiente sculture, può diventare un’opera d’arte. La pietra ha quindi la potenzialità di diventare una statua, che rappresenta l’atto. Ciò che sta fra la potenza e l’atto è il movimento, che lui definisce come atto incompleto.
Il passaggio dalla potenza all'atto
L’atto è completo solamente nel momento in cui viene raggiunto alla meta finale. Il passaggio dalla potenza all’atto porta con sé la naturale conclusione che debba essere in corso già qualcosa, una sorta di cambiamento continuo; ciò si può facilmente comprendere facendo riferimento al passaggio del calore da un corpo all’altro. Il movimento, per Aristotele, ha sempre uno scopo e una durata, infatti il tempo costituisce il riferimento numerico del movimento, che viene definito come un processo necessariamente radunato.
La causa e la conoscenza vera
La causa non è ciò che porta alla produzione di qualcosa ma qualcosa che spiega l’esistenza di un determinato essere, e si divide in materiale, formale, ovvero la sua essenza, motrice, ovvero l’oggetto del movimento, finale, ovvero il fine verso cui la cosa è diretta. La conoscenza vera è dettata dalla domanda centrale della filosofia aristotelica, “perché”, che porta alla conoscenza vera di qualcosa non solo quando se ne constata l’esistenza ma quando se ne conoscono anche i motivi dell’esistenza