Concetti Chiave
- Aristotele immaginava telai automatici che avrebbero eliminato la schiavitù, un concetto realizzato solo parzialmente con la Rivoluzione Industriale.
- La Rivoluzione Industriale ha portato a un aumento esponenziale della produzione e della popolazione, simile alla Rivoluzione Agricola.
- Nonostante le promesse di liberazione dalla fatica, la tecnologia industriale ha fallito nel eliminare la schiavitù e ha diffuso miseria.
- Il progetto cartesiano mirava a liberare l'umanità dalla sofferenza attraverso la tecnologia, obiettivo ancora perseguito con le nanotecnologie e biotecnologie.
- Critiche alla macchina e al lavoro industriale emergono da pensatori come Marx e Fourier, che vedono l'industrialismo come una chimera scientifica.
Aristotele e la schiavitù
Secondo Aristotele, se i telai potessero funzionare da soli non ci sarebbe bisogno della schiavitù; queste macchine automatiche vennero inventate nella prima Rivoluzione Industriale, per cui si arriva ad una rivoluzione che cresce esponenzialmente in quantità e quindi produce un eccesso di beni: come nella Rivoluzione Agricola, anche in seguito a quella industriale avvenne un esponenziale incremento demografico; anche la rivoluzione industriale, come quella agricola, presuppone un atto di rinuncia al consumo immediato.
Promesse non mantenute
Ma essa non ha mantenuto le promesse fatte, perché ha prodotto il telaio industriale ma non ha eliminato gli schiavi. Il progetto cartesiano era un progetto di signoria sul mondo, di liberazione dell’uomo dalla fatica, dalla schiavitù, dalla malattia e dalla paura della morte, quindi un progetto titanico a tutti gli effetti ma ritenuto realizzabile attraverso la macchina (ora ritenuto di nuovo attuabile attraverso le nanotecnologie, le biotecnologie e la cibernetica). «Con un paradosso sorprendente, la macchina creava i beni, ma al tempo stesso diffondeva la miseria».
Critiche all'industrialismo
Le stesse considerazioni si ritrovano in Marx e nelle descrizioni delle città altamente intellettualizzate dell’Inghilterra della seconda metà dell’800. Koyré raccoglie una serie di cattivi giudizi che vengono formulati sulla macchina e sul lavoro industriale. Ad esempio, secondo Fourier l’industrialismo è stato «la più recente delle nostre chimere scientifiche».