Concetti Chiave
- Aristotele, vivendo nel periodo delle monarchie imperiali, sostiene l'importanza di un governo che includa i molti per garantire stabilità, nonostante la loro competenza limitata.
- Nel suo libro "Politica", Aristotele argomenta che il governo dovrebbe essere un compito collettivo, dove i molti possano partecipare attraverso consigli o tribunali, riflettendo sulle loro virtù condivise.
- Aristotele distingue tra forme di governo giuste, come monarchia e aristocrazia, e corrotte, come tirannide e oligarchia, basandosi sull'obiettivo del bene comune o degli interessi personali.
- La democrazia, secondo Aristotele, è il governo della povertà, mentre l'oligarchia è il governo della ricchezza, con la politia che rappresenta un equilibrio tra i due, governato dal ceto medio.
- La politia combina aspetti democratici e oligarchici, evitando il sorteggio della democrazia e l'elezione basata sul censo dell'oligarchia, per mantenere un equilibrio politico.
Indice
Aristotele e la polis
Aristotele (Stagira 384-3 a.C.) vive in un periodo differente rispetto a quello del suo maestro; innanzi tutto egli non era un ateniese, ma un meteco, aveva pertanto diritto a vivere nella polis per un limitato però di tempo senza diritti politici; in secondo luogo con Aristotele siamo nel regno di Filippo II, quando alla realtà della polis si sostituisce quella delle monarchie imperiali. Egli crede in questa istituzione perché ritiene mischi tra loro Greci e Barbari, vale a dire uguali e diseguali, liberi e schiavi (da ricordare che egli dovrà lasciare il Liceo, la scuola da lui fondata, nel 323 a.C. perché alla morte di Alessandro sarà minacciato dal ritorno del partito antimacedone).
Il governo secondo Aristotele
Nel II capitolo del III libro della “Politica” egli ritiene che il governo non debba toccare solo ai migliori, escludendo così la massa degli ordinari; Aristotele dice che nessun membro della massa preso singolarmente ha le competenze delle persone eccellenti, ma ritiene che i molti dispongano di un capitale di virtù e che in politica valga quanto considerato valido per le altre arti: a contare non è il giudizio del singolo ma quello dei molti. Questa è la motivazione epistemologia a cui lui ne affianca una più pratica: escludere qualcuno dal governo è una mossa sbagliata perché in ogni escluso il governo ha un nemico e la stabilità deve sempre essere ricercata. Pertanto i molti devono governare, ma in virtù delle loro competenze ristrette possono farlo solo come membri del consiglio o dei tribunali. In questo apprezza Solone che permetteva alla masse di eleggere magistrati ma senza occupare cariche da soli. In ultimo egli sostiene che i molti possano giudicare le competenze dei pochi perché è sufficiente che ognuno di essi abbia una piccola frazione di intelligenza per poter creare una massa in grado di esporre l proprie opinioni, questo è un compito che spetta loro di diritto in quanto sono i molti ad essere gli utenti delle mosse politiche dei pochi.
Forme di governo
Aristotele riprende da Platone la divisione delle forme di governo che lui divide in base al numero di coloro che esercitano il potere ed in base al loro valore, ciò comporta l’esistenza di forme giuste o corrotte:
Giuste> monarchia, aristocrazia, politia ( democrazia moderata e temperata da elementi aristocratici) > potere esercitato per il bene di tutti
Corrotte> tirannide, oligarchia, democrazia > potere esercitato per interessi personali
La politia e il ceto medio
La politia è anch'essa, come per Platone, una forma di costituzione mista, che unisce i pregi della democrazia e dell’oligarchia e questo connubio si definisce ben fatto quando nessuno si accorge dove inizia l'elemento democratico e dove quello oligarchico. Aristotele fa degli esempi concreti: la democrazia ammette il sorteggio, l’oligarchia l’elezione (in cui conta il censo), dunque la politia userà l’elezione senza tener conto del censo; nella politia non governano né i ricchi né i nullatenenti ma il ceto medio perché se da un lato non si possono dare diritti solo a coloro con un elevato ceto, non si possono dare tutti i diritti a coloro c’è non hanno nulla, perché a questo punto non ci sarebbe equilibrio ed il risultato sarebbe immancabilmente una tirannide.
Domande da interrogazione
- Qual è la visione di Aristotele sulla partecipazione dei molti al governo?
- Come Aristotele distingue le forme di governo giuste da quelle corrotte?
- In che modo la politia rappresenta una costituzione mista secondo Aristotele?
- Qual è la differenza tra democrazia e oligarchia secondo Aristotele?
- Perché Aristotele apprezza Solone nel contesto del governo?
Aristotele crede che i molti debbano partecipare al governo, ma solo come membri del consiglio o dei tribunali, poiché ritiene che la massa disponga di un capitale di virtù e che il giudizio collettivo sia più valido di quello del singolo.
Aristotele distingue le forme di governo giuste, come monarchia, aristocrazia e politia, che operano per il bene di tutti, dalle forme corrotte, come tirannide, oligarchia e democrazia, che operano per interessi personali.
La politia è una costituzione mista che combina elementi di democrazia e oligarchia, dove il ceto medio governa, evitando che il potere sia concentrato solo nei ricchi o nei nullatenenti, mantenendo così l'equilibrio.
La democrazia è il governo della povertà, mentre l'oligarchia è il governo della ricchezza; questa differenza è qualitativa e non legata al numero di persone al potere.
Aristotele apprezza Solone perché permetteva alle masse di eleggere magistrati senza che occupassero cariche da soli, promuovendo così una partecipazione equilibrata e inclusiva nel governo.