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Concetti Chiave

  • La metafisica si presenta come una scienza di Dio, esplorando le cause e i principi del mondo, e si articola in eziologia, ontologia, usiologia e teologia.
  • Aristotele identifica quattro cause fondamentali per spiegare il mondo: formale, materiale, efficiente e finale, superando le limitazioni delle spiegazioni precedenti.
  • La concezione ontologica di Aristotele vede l'essere come polivoco, con significati distinti come categorie, potenza e atto, accidente, e vero e falso.
  • L'usiologia di Aristotele esplora la sostanza, distinguendo tra materia, forma e sinolo, e affermando l'immanenza delle forme rispetto alle idee platoniche.
  • La teologia aristotelica introduce l'idea di un Dio motore immobile, atto puro, eterno e causa finale, che muove il mondo senza essere mosso, e rappresenta una forma iniziale di monoteismo.

Questa sapienza è la filosofia prima o teologia, la Metafisica perché è la scienza propria di Dio, è il modo in cui Dio conosce ed è quella conoscenza che ha come oggetto di studio Dio. Quando si conoscono le cause ed i principi non ci si meraviglia più di niente.

Indice

  1. Le quattro definizioni di teologia
  2. Le cause secondo Aristotele
  3. Concezione teleologica di Aristotele
  4. Ontologia e polivocità dell'essere
  5. Teologia e sostanze incorruttibili
  6. Dio come motore immobile
  7. Attributi di Dio

Le quattro definizioni di teologia

La definisce in quattro modi:

I. EZIOLOGIA (aitia=cause) = scienza delle cause e dei principi del mondo = Dio;

II. ONTOLOGIA (ontos=essere) = scienza dell’essere in quanto essere, scienza dell’essere nella sua totalità, non di una parte sola. Quali tipi di essere esistono? Aristotele è seguace di Platone per cui si chiede se esistono solo gli esseri sensibili o anche sovrasensibili? = Dio;

III. USIOLOGIA (usia= sostanza) = scienza della sostanza (sensibili o sovrasensibili comunque rimandano a Dio);

IV. TEOLOGIA (teos=dio) =scienza di Dio.

Tutte queste quattro definizioni alla fine rimandano alla teologia, sono strettamente connesse e vanno in realtà tutte a coincidere con la definizione di teologia.

Le cause secondo Aristotele

Quali sono le cause? Nella Metafisica lui riprende tutti i fisici precedenti fino a Platone, ricostruisce una storia della filosofia. Metterà in luce il loro limite ma anche il loro merito, cercando di superarli. Riprende tutte le cause che sono state addotte come archè e giunge alla conclusione che di cause ce ne devono essere 4. Non sono del tutto nuove, sono la sintesi del pensiero precedente. 3 sono state individuate dai filosofi naturalisti:

- Causa formale: essenza di cui è costituita ogni cosa, è la forma

- Causa materiale: la materia, sostanza informe che compone tutte le cose

Possono solamente spigarci l’essere statico, fermo, ma la realtà è molteplice e in divenire, noi non dobbiamo solo spiegare cos’è l’essenza e come è composta la realtà ma che cosa la ha generata e a che cosa tende, ci servono altre 2 cause (non è l’errore di scambiare i mezzi per la causa come diceva Platone)

- Causa efficiente o motrice: origine della realtà e cosa la ha messa in moto

- Causa finale: fine ultimo a cui tutte le cose tendono (originale di Aristotele)

Secondo Aristotele queste 4 cause messe insieme devono essere sufficienti a spiegare il mondo, chi come Platone aveva usato la causa efficiente o i filosofi naturalisti (materiale e formale) non erano stati in grado di spiegare l’origine del mondo. Aristotele riprende il problema cosmologico e da 4 cause.

Concezione teleologica di Aristotele

Concezione aristotelica teleologica/finalistica (telos=scopo, fine), un mondo che tende ad uno scopo, ha un fine (anche quella cristiana ha un fine ma Aristotele lo afferma per la 1° volta).

Ontologia e polivocità dell'essere

ONTOLOGIA

Studia non una parte dell’essere ma tutto l’essere che è polivoco. L’essere per Aristotele ha 4 significati, a differenza di Parmenide (essere=esistere): categorie, potenza e atto, accidente, vero (essere) e falso (non essere).

Metafisica come ontologia è la scienza dell’essere in quanto essere (oggetto di studio è tutta la realtà). L’essere ha + significati, con questa teoria della poligocità dell’essere (compie il parricidio di Parmenide, uccide il padre che pensava ad un essere univoco mentre per A. l’essere è polivoco.

- ESSERE COME CATEGORIE: i modi dell’essere sul piano ontologico:

i modi dell’essere, sono i modi in cui l’essere esiste

i predicati possibili dell’essere piano logico del pensiero, le categorie possono essere identificate come i predicati che noi possiamo attribuire all’essere

Il pensiero si adegua alla realtà, se la realtà è distinta in queste categorie anche il mio modo di pensare riflette queste categorie.

Predicati e modi coincidono perché conoscere per Aristotele significa adeguare la mente alla realtà.

Se io conosco perché adeguo la mia mente alla realtà, i modi dell'essere corrispondono ai modi del mio pensare.

Le 10 categorie sono: la più importante è la sostanza poi ci sono il giacere, qualità, quantità, relazione, azione, passione, luogo, tempo, l'avere. Sono i 10 modi possibili in cui l'essere si esprime. per=tempo, qui=luogo, stare=giacere, io e te=relazione

Le sostanze siamo noi, se io dico Socrate (categoria della sostanza) poi dico vecchio (qualità), 3=quantità. L'essere è esprimibile con questi predicati che sono però gli stessi modi con cui l'essere si esprime nella realtà. C'è una corrispondenza, piano logico e ontologico corrispondono. La sostanza è l'unica categoria autosussistente "esiste di per sé", senza bisogno di altro

Mentre le altre categorie di per se non esistono e devono per forza inerire alla sostanza, hanno bisogno della sostanza, esistono per altro.

Se io dico Socrate esiste di per sé, se io dico biondo (di chi? di che cosa? è un predicato possibile)

- ESSERE COME POTENZA E ATTO

Sono entrambi 2 tipi di essere e non sono propriamente definibili concettualmente se non con degli esempi. ESSERE IN POTENZA: essere in grado, è un essere virtuale, potenzialmente essere in grado di diventare qualcosa che ancora non si è, un bambino in potenza è un adulto, è in grado di diventare qualcosa che ancora non è. Mentre l'atto è il fine, è la realizzazione di questa potenzialità. Il bambino in potenza è un adulto. L'adulto in atto è adulto - l'attualizzazione di ciò che era prima in potenzialità/potenza.

Dal punto di vista cronologico la potenza precede l'atto. L'atto è il fine della potenza ma dal punto di vista logico-ontologico, l'atto precede la potenza, se io non sono già in atto bambino non posso essere in potenza un adulto. Un bambino in potenza è adulto e poi diventa di fatto adulto (cronologico), ma il bambino come fa ad essere in potenza, è anche in atto perché è un bambino. Con questo concetti Aristotele risolve il problema del divenire. Il problema del divenire era diventato tale non con Eraclito (ogni cosa passa da un contrario all'altro, essere-non essere non era un problema) ma con Parmenide e Gorgia (il non essere non esiste quindi non lo posso neanche pensare, esprimere perché esprimerei un non senso, era costretto a negare l'essere- problema il mondo diventa statico) Aristotele risolve questo problema perché l'essere ha più di un significato, sia potenza che atto sono entrambi essere, il divenire per lui non è più il passaggio da un contrario all'altro ma è il passaggio da potenza ad atto, anche se l'atto è un essere migliore in quanto è realizzazione. Diventa il passaggio dall'essere in potenza all'essere in atto e quindi il non essere non viene neanche affermato. Riesce praticamente a sintetizzare il pensiero di Eraclito e Parmenide con questa polivocità, anche Platone. Aristotele è un empirista, si basa sulla natura non può pensare al mondo delle idee, non è che abbandona la metafisica ma secondo lui la metafisica è una realtà immanente al nostro mondo (dentro).

- ACCIDENTE

Se le categorie sono necessarie, l'accidente è qualcosa di fortuito e casuale.

Essere come accidente è il contrario delle categorie, indica l'essere casuale e fortuito, possibile. Quell'essere possibile, mentre l'essere delle categorie è così, è necessario, la sostanza è sostanza, l'essere accidentale è una caratteristica non necessaria della sostanza, quest'ultimo essere viene definito come logico e non ontologico (i primi due potenza e atto e sostanza sono i più importanti)

- VERO E FALSO

Essere come vero e non essere come falso

Noi tante volte pensiamo che ci sono cose vere e false, ma in realtà quando parliamo dell'essere vero e dell'essere falso, della verità e della falsità, queste non sono nelle cose ma nei giudizi che noi facciamo, è un essere logico, del pensiero, non è l'essere reale (la forma di essere più importante è la sostanza, se la metafisica è quella dell'essere in particolare della sostanza sarà anche usiologia, scienza propria della sostanza).

Ragionamento, logos sulla sostanza, scienza della sostanza (usia=sostanza). Esistono solo delle sostanza sensibili o anche sovrasensibili (tipo le idee platoniche)?

Come siamo passati dall'ontologia all'usiologia? Scelta dell'essere in quanto essere, le definizioni sono tutte determinate dall'ontologia.

Essere è causa ed essenza delle cose ma non più trascendenti bensì immanenti. La scoperta della metafisica da Aristotele non viene negata come si è inizialmente creduto, si pensava di essere tornati indietro_ la metafisica esiste. La causa continua a essere metafisica ma non trascendente, è immanente. "Ogni cosa ha la sua causa."

Ci sono 3 tipi di sostanze: materia (i 4 elementi della natura acqua, terra, aria e fuoco sono solo materia), forma (solo forma incorporea, l'essenza che dà la vita, ad esempio Dio), sinolo: noi, materia + forma, l'uomo è sinolo materia è corpo, forma è anima

Qual è la differenza con Platone? E' chiaro che per Aristotele esistono delle sostanze metafisiche, per esempio dove c'è la forma (sostanze sovrasensibili, anima del corpo). Anche Platone dicevano che esistevano però secondo lui erano separate dalle cose. Erano la causa delle cose ma erano separate (Iperuranio). Per Aristotele le idee di Platone diventano le forme, che sono invece immanenti alle cose, non si trovano in un altro mondo ma nelle cose stesse. Aristotele si chiede come può una causa di questo mondo essere in un altro mondo? Dovrà essere in questo mondo pero dovrà essere metafisica. Quelle che erano le idee platoniche diventano le forme aristoteliche che conteniamo.

Teologia e sostanze incorruttibili

TEOLOGIA (Theos= Dio)

Tutte le definizioni confluiscono su questa. E' la scienza propria di Dio, in un duplice senso. E' la scienza che studia Dio, è il modo proprio di conoscere di Dio, con cui Dio conosce se stesso. Le sostanze (forma, materia, sinolo) sono tutte sostanze corruttibili, che si corrompono, o ci sono anche sostanze che non si corrompono, incorruttibili, eterne?

Dio come motore immobile

Lui parte dalla constatazione che il tempo e il movimento sono eterni. Se il tempo e il movimento sono eterni non sarebbero giustificate se esistono cose solo sensibili e corruttibili, bisogna trovare una causa eterna. Il tempo per lui è la misura del movimento secondo il prima e il poi. Il tempo non è altro che una forma di movimento in successione secondo un prima e un poi. Perché possiamo dire che è eterno? Perché se avesse un inizio e una fine ci dovrebbe essere un prima dell'inizio del tempo e un dopo la fine del tempo ma se il prima e il dopo sono sempre tempo, quindi il tempo è eterno (continuo fluire non una realtà) Se è eterno il tempo che è la misura del movimento questo è eterno. Allora dobbiamo trovare la causa del movimento e del tempo, non ci possono essere solo sostanze corruttibili ma ci servono costanze che siano eterne, se la causa è eterna anche l'effetto è eterno. Aristotele ci dà la prima prova razionale dell'esistenza di Dio. Siamo nel 3° sec. non è il Dio cristiano. Esiste un Dio unico, non Zeus o una divinità dell'olimpo ma un ente. Aristotele parte dalla constatazione che tutte le cose si muovono, devono essere messe in moto da qualcos'altro ancora, e questo qualcos'altro che è in movimento deve essere a sua volta messo in moto da qualcos'altro ancora, ma perché non si può risalire all'infinito di causa in causa (catena causale), sarebbe inutile sposteremo il problema senza mai risolverlo. Dovremmo ammettere l'esistenza di una realtà che muove tutto senza essere mossa da niente, da un motore che sia immobile (DIO). E' immobile perché determina il movimento di tutte le cose, è una prova che parte dall’osservazione, prova a posteriori dell'esperienza. Parte dal fatto che tutte le cose si muovono e con la ragione ammette l'esistenza di Dio come causa del movimento.

E' un Dio trascendente(prima forma di monoteismo

Attributi di Dio

Attributi di Dio:

1) motore immobile;

2) causa incausata;

3) eterno;

4) atto puro, privo di potenza;

5) forma pura;

6) causa finale, che attira il mondo verso di sé;

7) Dio è oggetto d'amore, ma non ama;

8) Pensiero di pensiero.

1)Essendo lui il principio di ogni movimento, non è mosso da niente;

2)Quindi non è causato da un altro essere ma è causa in sé stesso;

3) Se è eterno e razionale il movimento, lui è la causa del movimento, l'effetto deve essere proporzionato alla causa, quindi è eterno anche Dio;

4) Dio è atto, è la realizzazione, puro perché privo di potenza. Dio non è mai stato in potenza per poi diventare atto ma Dio è atto, privo di ogni potenzialità da sempre è atto perché atto è sinonimo di perfezione, in potenza: potrebbe anche non realizzarsi se Dio è un motore immobile e può muovere tutto deve essere per forza in atto perché qualcosa che è in potenza potrebbe anche non muovere. Potenza: è qualcosa di possibile, può verificarsi o non.

5)Forma è ciò che da l'essenza alla materia che invece è informe, composto indeterminato, Dio non è indeterminato, ma ha una forma/essenza perfetta.

6)Che rapporto c'è tra Dio e il mondo?

Dio è causa finale, non può essere causa efficiente che dà origine al mondo perché il mondo è eterno, non è mai nato e mai morirò, non è soggetto né a distruzione né a costruzione. Quindi Dio e mondo sono coeterni. Dio non è creatore, il concetto di creazione nascerà col cristianesimo. Non può essere la causa materiale perché Dio non è materia, neanche formale perché le cose non hanno l'essenza di Dio, non sono formate dall'essenza di Dio, ma è la causa finale.

7) Dio muove il mondo, tutti tendono a Dio come oggetto d'amore. Non ama il mondo, il mondo ama ed è attratto da Dio, Dio è l'amato ma non l'amante perché si richiama ad un concetto platonico: l'amante è il filosofo che è imperfetto perché non possiede il sapere, l'amore.

8)Dio non può amare perché significherebbe essere imperfetto, ma quindi Dio cos'è? Pensiero, perché è atto, deve essere una forma di attività immateriale: Dio non può pensare a qualcosa di imperfetto cosi come non lo può amare allora dio pensa a se stesso. E' PENSIERO DI PENSIERO: Dio è attività di pensiero che pensa la sostanza superiore, se stesso.

Domande da interrogazione

  1. Qual è la definizione di Metafisica secondo il testo?
  2. La Metafisica è definita come la scienza propria di Dio, il modo in cui Dio conosce, e la conoscenza che ha come oggetto di studio Dio. È anche chiamata filosofia prima o teologia.

  3. Quali sono le quattro cause identificate da Aristotele nella sua eziologia?
  4. Le quattro cause sono: causa formale (essenza), causa materiale (materia), causa efficiente o motrice (origine del movimento), e causa finale (fine ultimo a cui tutte le cose tendono).

  5. Come Aristotele risolve il problema del divenire?
  6. Aristotele risolve il problema del divenire introducendo i concetti di potenza e atto, dove il divenire è il passaggio dalla potenza all'atto, evitando così il problema del non essere.

  7. Qual è la differenza tra le sostanze secondo Aristotele e Platone?
  8. Per Aristotele, le sostanze metafisiche, come le forme, sono immanenti alle cose stesse, mentre per Platone le idee erano separate dalle cose e si trovavano in un altro mondo.

  9. Quali sono gli attributi di Dio secondo Aristotele?
  10. Gli attributi di Dio includono: motore immobile, causa incausata, eterno, atto puro, forma pura, causa finale, oggetto d'amore, e pensiero di pensiero.

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