Concetti Chiave
- Il termine "metafisica" è stato originariamente coniato da Andronico di Rodi per indicare un insieme di scritti posti "dopo le opere di fisica" nel Corpus aristotelicum.
- Nel contesto neoplatonico, "metafisica" si riferisce alla disciplina che studia le sostanze sovrasensibili, identificata con la teologia razionale nel pensiero medievale.
- La metafisica aristotelica esplora anche le proprietà degli enti in quanto tali, indipendentemente dalla loro specifica natura, ponendosi come scienza dell'ente in generale.
- Questa estensione del significato porta alla seconda accezione di "filosofia prima", che nel XVII secolo sarà denominata ontologia.
- L'ontologia, già comune nella filosofia medievale, si concentra sul "discorso sull'ente", riflettendo sul concetto di essere in generale.
Indice
Origine del termine metafisica
Il termine "metafisica" è stato coniato da Andronico di Rodi curato-re, nel I secolo a.C., dell'edizione delle opere aristoteliche di scuola.
Esso stava a indicare un insieme di scritti di vario contenuto, quelli appunto raccolti sotto il titolo di Meta-fisica, così chiamati per la loro collocazione, nell'ambito del Corpus aristotelicum, "dopo le opere di fisica".
Evoluzione del significato filosofico
Nel lessico filosofico, il termine "metafisica" assume rilievo solo successivamente, in ambiente neoplatonico. Esso non indica più la colloca-zione dell'opera nel Corpus aristotelicum, ma la posizione di determinate sostanze - quelle sovrasensibili - nell'ordine gerarchico del reale. "Metafisica" viene allora a significa-re la disciplina filosofica che ha come oggetto "le cose che stanno al di là di quelle fisiche", cioè le cose "non sen-sibili".
Metafisica e teologia razionale
Questo significato corrisponde a quello della disciplina che Aristotele denomina filosofia prima nel senso di teologia, avente come oggetto le sostanze immobili, trattate da Aristotele nel libro Lambda. In questa prima accezione, il pensiero medievale identifica la metafisica con la teologia razionale (cioè, con la riflessione filosofica su Dio, condotta sulla base della pura ragione).
Tuttavia, il contenuto dei testi raccolti nella Metafisica aristotelica eccede di gran lunga la trattazione del motore immobile e di dio. Gran parte dell'opera è dedicata allo studio delle proprietà che spettando agli enti in quanto tali, in quanto esistono, indipendentemente dall'appartenenza a una sfera de-terminata di enti.
Ontologia e scienza dell'ente
Rinvia a quest'ordine di questioni un ulteriore significato di metafisica, corrispondente alla seconda accezione in cui l'espressione filosofia prima occorre in Aristotele: quello di scienza dell'ente in generale. A questa accezione di metafisica verrà a corrispondere, nel XVII secolo, la denominazione di ontologia, già comune alla filosofia medievale, il cui etimo è, appunto, "discorso sull'ente (o sull'essere)".
Domande da interrogazione
- Qual è l'origine del termine "metafisica"?
- Come si è evoluto il significato filosofico della metafisica?
- Qual è la relazione tra metafisica e ontologia?
Il termine "metafisica" è stato coniato da Andronico di Rodi nel I secolo a.C. per indicare un insieme di scritti aristotelici collocati "dopo le opere di fisica".
In ambiente neoplatonico, il termine "metafisica" ha assunto il significato di disciplina filosofica che studia le sostanze sovrasensibili, cioè le cose "non sensibili", andando oltre la semplice collocazione nel Corpus aristotelicum.
La metafisica, nella sua seconda accezione, corrisponde alla scienza dell'ente in generale, che nel XVII secolo verrà denominata ontologia, un termine già comune nella filosofia medievale.