Concetti Chiave
- Per Aristotele, la dialettica è una tecnica di confutazione, non una scienza suprema come per Platone.
- La dialettica serve a testare la solidità dei principi e delle tesi nelle diverse discipline.
- La capacità di una tesi di resistere alla confutazione ne conferma indirettamente la veridicità.
- Confutare una tesi tra due contraddittorie prova dialetticamente la verità dell'altra.
- Esempio: confutare l'infinità divisibilità della materia supporta la verità dell'atomismo.
La dialettica nella conoscenza dei principi
Come già sappiamo, per Aristotele, oltre alla sensazione e all'esperienza, nella conoscenza dei principi delle scienze un ruolo importante è svolto anche dalla dialettica. Qui - a differenza che in Platone - la dialettica non è intesa come una scienza suprema, superiore alle altre, ma semplicemente come una tecnica della confutazione, per dimostrare il vero, il falso e la validità di una proposizione.
Secondo Aristotele, la dialettica permette di saggiare la solidità dei principi e delle tesi da cui i diversi filosofi muovono nello studio di un determinato campo d'indagine: per una tesi oppure una dottrina, infatti, la capacità di resistere ai tentativi di confutarla rappresenta una conferma indiretta, conferma che ne sottolinea dunque, in caso non possa essere confutata, la piena veridicità.
Nel caso poi in cui sia possibile confutare una di due tesi tra loro contraddittorie, l'altra ne risulta per ciò stesso provata. Immaginiamo una controversia intorno ai principi della fisica, tra la dottrina di chi pensa che la materia sia infinitamente divisibile e la dottrina atomistica, secondo cui la materia non è infinitamente divisibile, ma la divisibilità della materia incontra un limite nell'atomo: dalla confutazione della prima tesi risulterebbe indirettamente (dialetticamente) provata la verità dell'atomismo.