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Concetti Chiave

  • In una discussione dialettica, due contendenti cercano di dimostrare che la tesi dell'altro porta a una conclusione che contraddice le premesse comuni.
  • Il contendente B mira a confutare la tesi di A mostrando che la sua conclusione contraddice le premesse condivise.
  • Il contendente A cerca di dimostrare che la conclusione derivata dalla tesi di B è in contraddizione con le premesse comuni.
  • Un buon dialettico deve conoscere il significato dei singoli termini per gestire efficacemente il discorso.
  • Alcuni termini hanno significati univoci, mentre altri sono equivoci e possono avere molteplici significati, come spiegato da Aristotele.

Indice

  1. Schema di discussione dialettica
  2. Importanza del significato dei termini

Schema di discussione dialettica

Consideriamo più da vicino lo schema formale di una discussione dialettica, in cui siano impegnati due contendenti, rispettivamente A e B, ciascuno dei quali sostiene la propria tesi, che chiameremo a e b. Ora, né a, né b, né le conseguenze logicamente da esse derivanti possono essere in contraddizione con le premesse comuni, su cui hanno concordato A e B (e il pubblico che assiste alla discussione), pena la confutazione. Il contendente B ha dunque lo scopo di dimostrare che da a deriva logicamente la conclusione al (la quale contraddice le premesse comuni), confutando in questo modo la tesi a. Il contendente A ha a sua volta come scopo di dimostrare che dalla tesi b deriva logicamente la conclusione b1 (la quale contraddice le premesse comuni), confutando così la tesi b. Lo schema sotto illustra questo procedimento in modo sintetico.

Importanza del significato dei termini

Per prevalere in una discussione, il buon dialettico deve padroneggiare le regole che governano il discorso. A questo scopo, egli deve in primo luogo conoscere il significato dei singoli termini, che rappresentano gli elementi minimi di cui il discorso è costituito. In particolare, deve essere chiaro se un termine abbia più di un significato. Alcuni termini, osserva infatti Aristotele, possono essere usati in un solo senso: hanno cioè un significato univoco, come per esempio il termine "corvo", che denota esclusivamente una specie del genere volatile. Altri, invece, sono equivoci, cioè portatori di molteplici significati. Aristotele porta l'esempio del termine greco onos, che significa sia "asino" (cioè una specie del genere animale) sia "orcio" (una specie del genere suppellettile). Un caso di equivocità si verifica anche quando un termine come "uomo", in sé privo di significati in genere diversi da quello "animale", sia predicato di una statua ("statua di un uomo"), o di un uomo raffigurato in un dipinto.

Domande da interrogazione

  1. Qual è lo scopo principale di una discussione dialettica tra due contendenti?
  2. Lo scopo principale è che ciascun contendente dimostri che la tesi dell'altro porta a una conclusione che contraddice le premesse comuni, confutando così la tesi avversaria.

  3. Perché è importante conoscere il significato dei termini in una discussione dialettica?
  4. È importante perché i termini rappresentano gli elementi minimi del discorso e il loro significato deve essere chiaro per evitare equivoci e per prevalere nella discussione.

  5. Qual è un esempio di termine equivoco fornito da Aristotele?
  6. Aristotele fornisce l'esempio del termine greco "onos", che può significare sia "asino" sia "orcio", mostrando come un termine possa avere molteplici significati.

Domande e risposte

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