Concetti Chiave
- La teoria delle quattro cause di Aristotele è fondamentale per comprendere la natura delle cose: materiale, formale, efficiente e finale.
- La "materia prima" è un concetto centrale nel pensiero di Aristotele, rappresentando un termine eterno privo di forma.
- Aristotele distingue tra due termini eterni: la materia prima e la forma pura, quest'ultima considerata la sostanza più alta dell'universo.
- La metafisica di Aristotele si trasforma in teologia, esplorando l'esistenza di Dio attraverso la teoria del movimento.
- Secondo Aristotele, deve esistere un principio primo o immutabile che muove tutto senza essere mosso, spiegando così l'esistenza di Dio.
Le quattro cause di Aristotele
A far da premessa all'indagine intorno a Dio è la teoria delle quattro cause. Secondo Aristotele la conoscenza nasce dalla meraviglia, quindi chiedersi il perché delle cose. Per rispondere a tale domanda occorre sapere come si generano le cose. Questa domanda ha quattro risposte corrispondenti alle quattro cause:
causa materiale, chiedersi ciò di cui una cosa è fatta
causa formale, la forma, l'essenza
causa efficiente, ciò che dà inizia al mutamento
causa finale, risponde alla domanda "a quale fine tende l'oggetto?"
Queste quattro cause ci permettono di rintracciare le sostanza degli oggetti.
La materia prima
Materia prima e forma pura
Nel processo del divenire che Aristotele ha descritto come passaggio dalla potenza all'atto, individua due termini eterni: materia prima, priva di forma. Il secondo termine estremo è la forma pura, ovvero la sostanza più alta dell'universo che sarà oggetto di studio della teologia.
La concezione aristotelica di Dio (1)
La concezione aristotelica di Dio
La metafisica diventa teologia, indagine intorno a Dio. Per spiegare la sua esistenza Aristotele ricorre alla teoria generale del movimento; che ha come presupposto io principio per cui la materia non può avere in sé la causa del proprio movimento. Secondo questa tesi secondo cui a materia non ha in sé il principio del movimento, tutto ciò che si muove dev'essere mosso da qualcos'altro. La conclusione è che debba esserci un principio primo o immutabile, che muova senza a sua volta muoversi.