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Concetti Chiave

  • L'anima è la "forma" di un corpo che possiede la vita in potenza, rendendo la vita un principio e fine del proprio divenire.
  • L'anima può essere vegetativa, sensitiva o intellettiva, con l'uomo che possiede tutte e tre le capacità.
  • Il corpo funge da strumento per l'anima, con organi speciali che permettono la percezione sensoriale.
  • La sensazione è generata quando un sensibile risveglia la capacità di sentire, formando un'immagine sensibile nell'anima.
  • Il pensiero utilizza immagini sensibili come materiale, ma l'intelligibile non è un semplice prodotto della sensazione secondo Aristotele.

Aristotele: L'anima

Ciò che vive, si muove e diviene in funzione della sua vita medesima: ha dunque in sé il principio e il fine del proprio divenire. Ma poiché, d'altro canto, quello che vive è un corpo materiale, la vita non è atto puro, e l'anima è "forma" di un corpo, o "entelechia di un corpo che ha la vita in potenza".
La vita può consistere in un semplice vegetare; oppure in un andare in cerca degli alimenti, come negli animali che hanno sensibilità; o, infine, può essere pensiero, come nell'uomo.

Corrispondentemente, l'anima può essere solo vegetativa, o anche sensitiva o, infine, intellettiva. L'anima è però sempre una sola e medesima: e, nell'uomo, la stessa anima che intende è, insieme, principio della vita sensibile e vegetativa.
Il corpo è un organo o strumento dell'anima. L'anima, quando sente, si serve anzitutto di organi speciali, che hanno una capacità di sentire propria (infatti gli occhi non colgono i suoni, ecc.): ma essa ha anche una capacità di sentire comune (senso o sensorio "comune"), senza la quale i dati dei cinque sensi non si collegherebbero tra loro.
La sensazione nasce solo quando un sensibile già in atto risvegli nell'organo e nell'anima la capacità (o "potenza" ) di sentire, che, di per sé, è come una tavoletta incerata pronta a ricevere i segni della scrittura (tabula rasa), ma ancora vergine. Nel sentire, il senziente e il sentito divengono in qualche modo una cosa sola: non perché la cosa sensibile entri materialmente nel corpo del senziente, bensì nel senso che nell'anima si forma un'immagine sensibile (éidos, o "specie" sensibile) della cosa, la quale può poi essere riprodotta dall'immaginazione o phantasìa.
Le immagini hanno importanza anche per il pensiero. Infatti un pensiero che non sia quello dell'atto puro non può pensare se non adoperando come materiale immagini sensibili. In questo senso (e in questo solo) vale il detto scolastico: "non c'è nulla nel pensiero che anzitutto non si trovi nella sensibilità". Però l'intelligibile come tale non è punto, per Aristotele, un prodotto della sensazione.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il ruolo dell'anima secondo Aristotele?
  2. Secondo Aristotele, l'anima è la "forma" di un corpo, o "entelechia di un corpo che ha la vita in potenza", ed è il principio e il fine del divenire di ciò che vive.

  3. Come si differenziano i tipi di anima?
  4. L'anima può essere vegetativa, sensitiva o intellettiva, a seconda delle funzioni vitali che svolge: vegetare, cercare alimenti o pensare, rispettivamente.

  5. Qual è la relazione tra sensazione e pensiero nell'anima?
  6. La sensazione avviene quando un sensibile risveglia la capacità di sentire nell'anima, formando un'immagine sensibile che può essere usata dal pensiero, poiché "non c'è nulla nel pensiero che anzitutto non si trovi nella sensibilità".

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