Concetti Chiave
- Arcesilao critica lo Stoicismo utilizzando il metodo ironico-confutatorio di Socrate e Platone, concentrandosi sul concetto stoico di verità.
- Contro la rappresentazione catalettica degli Stoici, Arcesilao sostiene che l'assenso non può garantire verità, poiché potrebbe sempre contenere falsità.
- Introduce il concetto di "epoché" o sospensione del giudizio, essenziale per evitare errori e per raggiungere l'atarassia, sviluppando idee simili a quelle di Pirrone.
- Arcesilao risponde agli Stoici con l'argomento dell'”eugolon”, sostenendo che la sospensione del giudizio non impedisce azioni morali.
- Secondo Arcesilao, il "ragionevole" e il "plausibile" sono sufficienti per compiere azioni rette, dimostrando l'infondatezza della superiorità morale stoica.
Indice
Arcesilao e lo scetticismo
Vissuto fra il 315 e il 240 a.C, Arcesilao è importante per aver inaugurato una nuova fase dello Scetticismo, assumendo una posizione abbastanza simile a quella di Pirrone. Egli fa largamente uso del metodo ironico-confutatorio tipico di Socrate e di Platone per cercare il vero, soprattutto contro gli Stoici ed in particolare contro Zenone, al fine di confutare e ridurre a silenzio la loro dottrina. Soprattutto, egli critica fortemente il concetto stoico della verità.
Critica agli stoici
Per gli stoici, il criterio di verità è la rappresentazione catalettica o comprensiva, cioè di una realtà esterna evidente e non contraddetta e che corrisponde alla comprensione vera dell’oggetto; le varie rappresentazioni si depositano nella memoria, da cui successivamente, nasce l’esperienza. Dopo una prima acquisizione (= apprensione), caratterizzata dall’evidenza e dalla realtà tramite i sensi, si passa all’assenso (o momento secondario) in cui viene esplicato un giudizio espresso in modo del tutto volontario.
Assenso e rappresentazione
Contro gli Stoici, Arcesilao sostiene che se l’apprensione è l’assenso della rappresentazione catalettica (= rappresentazione dovuta ai sensi, sensibile), esso non esiste, prima di tutto perché l’assenso non ha luogo in relazione alla rappresentazione, ma in relazione alla ragione, poiché gli assensi non solo altro che giudizi. Inoltre, aggiunge che non si trova alcuna rappresentazione che risulti a tal punto vera da escludere qualsiasi falsità. Se è così, quando noi assentiamo, rischiamo di assentire a qualcosa che potrebbe anche essere falso. Pertanto, ciò che nasce dall’assenso non può dunque essere mai certezza e verità, ma solo opinione.
Sospensione del giudizio
Di conseguenza, per il saggio la via da intraprendere è duplice: o il saggio stoico si accontenta delle opinioni, fatto inaccettabile perché è saggio solo colui che possiede la verità, oppure egli dovrà sospendere l’assenso e assumere una posizione “acatalettica” ovvero di sospensione del giudizio. In sintesi, una volta stabilito che non esiste mai un’assoluta evidenza, per Arcesilao, il saggio stoico deve obbligatoriamente ricorrere alla sospensione del giudizio. Nel contesto della polemica contro gli Stoici, Arcesilao ha inventato il termine “epoché” ( = ἐποχή) per indicare il concetto di sospensione del giudizio, ma già Pirrone alcuni anni prima parlava di “adoxìa” ( = αδόξια) o astensione dal giudizio, un atteggiamento necessario per raggiungere l’imperturbabilità o atarassia ( = ἀταραξία). Pertanto, Arcesilao ha approfondito e sviluppato il concetto di Pirrone e se ne è servito nella polemica contro lo Stoicismo.
Risposta agli stoici
Gli stoici reagirono controbattendo che la sospensione radicale dell’assenso implicava l’impossibilità di risolvere il problema della vita, rendendo così impossibile qualsiasi azione.
Arcesilao rispose con l’argomento dell’”eugolon” (= εὔλογον) o del “ragionevole”) Egli afferma che non è vero che una sospensione del giudizio renda impossibile ogni azione morale. Infatti, gli Stoici per spiegare le ordinarie azioni morali avevano introdotto il concetto9 di “doveri”, cioè delle azioni non moralmente perfette (di cui solo il saggio è capace), , ma comunque azioni che hanno una loro ragione plausibile e sostenuta dalla ragione. Questo prova che l’azione morale è possibile anche senza il ritrovamento della Verità e della certezza assoluta poiché i “doveri” sono possibile anche senza queste ultime due. Il “ragionevole” e il “plausibile” sono condizioni sufficienti per compiere azioni improntate alla rettitudine. Inoltre, chi compie azioni ragionevole raggiunge la felicità, la felicità implica la saggezza per cui le azioni compiute seguendo il criterio della ragionevolezza sono sagge. Con questo, Arcesilao dimostra, con le armi stesse degli Stoici l’assurdità dell’idea di superiorità morale del saggio stoico.
Domande da interrogazione
- Qual è il contributo principale di Arcesilao nella polemica contro lo Stoicismo?
- Come Arcesilao confuta il criterio di verità degli Stoici?
- Qual è la posizione di Arcesilao riguardo all'azione morale senza certezza assoluta?
- Come gli Stoici rispondono alla sospensione del giudizio proposta da Arcesilao?
- In che modo Arcesilao utilizza il concetto di "eugolon" per rispondere agli Stoici?
Arcesilao ha inaugurato una nuova fase dello Scetticismo, criticando il concetto stoico della verità e sostenendo la sospensione del giudizio, o "epoché", come via per il saggio.
Arcesilao sostiene che l'assenso non è legato alla rappresentazione sensibile ma alla ragione, e che nessuna rappresentazione è così vera da escludere la falsità, rendendo l'assenso solo un'opinione.
Arcesilao afferma che l'azione morale è possibile anche senza certezza assoluta, poiché il "ragionevole" e il "plausibile" sono sufficienti per compiere azioni rette.
Gli Stoici sostengono che la sospensione radicale dell'assenso rende impossibile risolvere i problemi della vita e quindi qualsiasi azione.
Arcesilao utilizza l'argomento del "ragionevole" per dimostrare che la sospensione del giudizio non impedisce l'azione morale, poiché le azioni basate sulla ragionevolezza sono sagge e conducono alla felicità.