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Concetti Chiave

  • Anassimandro, vissuto tra il 611 e il 547 a.C., fu un pioniere della filosofia greca, noto per il suo trattato "Intorno alla natura".
  • È stato il primo a introdurre il concetto di "archè", una sostanza primordiale infinita e senza limiti, chiamata "apeiron".
  • Anassimandro sosteneva che l'apeiron è una realtà astratta, esistente al di là dei limiti fisici e temporali del mondo naturale.
  • Riteneva che tutte le cose derivassero dall'apeiron attraverso un processo di separazione in coppie di contrari, come luce e buio.
  • La sua visione includeva un'idea controversa di colpa originaria, che portava a una lotta perpetua tra gli opposti nel mondo.

Anassimandro

Anassimandro, contemporaneo di Talete, nacque nel 611 a.C. e morì nel 547. Era un politico e astronomico, e fu il primo autore di scritti filosofici in Grecia. La sua opera in prosa, Intorno alla natura, segna un'importante tappa nella riflessione cosmologica degli ionici. Egli fu il primo ad utilizzare il termine archè, per indicare la sostanza unica primordiale.
Egli si accorge però, che nessun elemento naturale preso singolarmente può essere considerato la struttura unica della realtà e non è possibile trovare un elemento che sia la base di tutti gli altri.

Egli comprende che il problema è che tutti gli enti sono limitati, e quindi per trovare qualcosa che rimanga identico in tutti gli enti finiti chiama l’archè: apeiron (Alpha è il prefisso non, senza, è PEIRON in greco significa limite, fine). L’archè è quindi l'assenza di fine, di limitazione, di confine, è quindi infinito. Ma noi non conosciamo qualcosa di infinito, tutto in natura ha un inizio e una fine, quindi si tratta di qualcosa di astratto, di razionale. Viene ritenuto reale qualcosa che non esiste in natura, e ciò è un tratto tipico della filosofia: l'eccesso dell’astrazione, credere che qualcosa esista in realtà solo perché si vuole che esista. L’apeiron è infinito sotto due aspetti, nello spazio e nel tempo. Il tempo non esiste in natura, esiste solo perché c'è l'uomo che sa contare. Il cervello dell’uomo necessita di numerare le esperienze stesse, ha bisogno di dividerle nel prima e nel poi. Anche lo spazio è una caratteristica tipicamente umana, è una percezione di rapporti, di relazioni. Senza cervello lo spazio e il tempo non esisterebbero. Secondo il tempo l’aperoin non ha un inizio e non ha una fine ed è quindi incorruttibile, inalterabile ed è ingenerato. L’apeiron è infinito e non ha differenze da niente rispetto a sé. Ma pur essendo unica cosa, potrebbe avere al suo interno delle parti, ma se ciò fosse vero, queste singole parti potrebbero essere distinte le une dalle altre, quindi se è apeiron, se è infinito, non può avere parti al suo interno. Quindi l’apeiron è infinito ed è omogeneo, tutto fatto della stessa materia. Tutte queste sono tutte caratteristiche perfette. Anassimandro sapeva che una cosa del genere non esisteva in natura, quindi doveva giustificare il passaggio dall’apeiron agli enti finiti, il processo attraverso il quale le cose derivano dalla sostanza primordiale. Dà quindi una spiegazione mitica, inaccettabile. Lui sostiene che da questo blocco omogeneo si siano separati tutti gli enti del mondo, come coppie di contrari e opposizioni, come per esempio la luce e il buio, il caldo il freddo, il secco e l’umido; ciascuno lottava con il proprio contrario per una colpa originaria. Perché ci sia una colpa però ci deve essere un’infrazione di un codice, dove c'è un uomo e ci sono delle responsabilità. Credere quindi che in un universo precedente ci siano state delle colpe è assurdo. Questa è una visione pessimistica della realtà, la lotta per le colpe per tornare nella versione precedente, che era positiva.

Domande da interrogazione

  1. Chi era Anassimandro e quale fu il suo contributo alla filosofia?
  2. Anassimandro era un filosofo greco, contemporaneo di Talete, noto per essere il primo autore di scritti filosofici in Grecia. Il suo contributo principale fu l'introduzione del concetto di archè, una sostanza unica primordiale, e la sua opera "Intorno alla natura" che segna un'importante tappa nella riflessione cosmologica degli ionici.

  3. Cosa intende Anassimandro con il termine "apeiron"?
  4. Anassimandro utilizza il termine "apeiron" per descrivere l'archè come qualcosa di infinito e senza limiti. L'apeiron è una sostanza primordiale astratta e razionale, che non ha inizio né fine, ed è incorruttibile e omogenea.

  5. Qual è la visione di Anassimandro sul tempo e lo spazio?
  6. Anassimandro ritiene che il tempo e lo spazio siano concetti tipicamente umani, esistenti solo perché l'uomo li percepisce e li misura. Senza il cervello umano, il tempo e lo spazio non esisterebbero, poiché sono percezioni di rapporti e relazioni.

  7. Come spiega Anassimandro la derivazione degli enti finiti dall'apeiron?
  8. Anassimandro propone una spiegazione mitica, sostenendo che gli enti del mondo si siano separati dall'apeiron come coppie di contrari, come luce e buio, caldo e freddo. Queste coppie lottano tra loro a causa di una colpa originaria.

  9. Qual è la critica di Anassimandro alla sua stessa teoria dell'apeiron?
  10. Anassimandro riconosce che l'apeiron, con le sue caratteristiche perfette, non esiste in natura. La sua spiegazione mitica del passaggio dall'apeiron agli enti finiti è considerata inaccettabile e pessimistica, poiché implica una lotta per colpe in un universo precedente.

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