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Sapiens
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Concetti Chiave

  • Anassimandro, filosofo greco presocratico, si dedicò all'esplorazione del principio della realtà, introducendo il concetto di "Archè".
  • Propose che il principio del mondo fosse l'infinito (àpeiron), una sostanza immortale e indistruttibile da cui derivano tutte le cose.
  • Secondo Anassimandro, la sostanza primordiale è animata da un movimento che separa i contrari, rompendo l'unità iniziale.
  • Descrisse una legge cosmica che regola la nascita e la morte dei mondi, suggerendo l'esistenza di mondi infiniti.
  • Raffigurò la Terra come un cilindro sostenuto da nulla e ipotizzò che gli uomini derivassero dai pesci per l'incapacità di nutrirsi autonomamente.

Indice

  1. Anassimandro e il principio dell'infinito
  2. La sostanza primordiale e la separazione dei contrari
  3. La legge cosmica e l'infinità dei mondi

Anassimandro e il principio dell'infinito

Anassimandro (610a.C.-546 a.C.circa), contemporaneo di Talete (fondatore della scuola di Mileto, il cui principio del mondo era l'acqua), fu un filosofo greco presocratico, ovvero si dedicò al problema della natura e del principio della realtà in cui viviamo. Scoprì l'obiquità dello zodiaco e fu il primo a chiamare il "principio" Archè.

Anassimandro sostiene che il principio sia l'infinito(o anche àpeiron), immortale, indistruttibile e divino. Oltre che finita è una materia in cui gli elementi non sono ancora distinti, perciò è anche indefinita.

La sostanza primordiale e la separazione dei contrari

Si pose il problema che le cose derivassero da una sostanza primordiale. Si attua così la separazione che sostiene che la sostanza è animata dal movimento dal quale si separano i contrari: da qui la rottura dell'unità.

La legge cosmica e l'infinità dei mondi

Per Anassimandro esiste una legge cosmica che regola la nascita e la morte dei due mondi. Parla perciò di un'infinità dei mondi che vede:

    - la Terra, come un cilindro equidistante da tutte le parti e sostenuta da nulla

    - gli uomini, creature che prendono origine dai pesci perchè incapaci di nutrirsi da soli.

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