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Anassimandro
Nacque nel 611-610 a.C. e morì nel 547. Fu contemporaneo di Talete e fu il primo autore di scritti filosofici in Grecia, infatti scriverà un'opera in prosa dal nome “Intorno alla natura”. Utilizza il metodo induttivo.
Chiama la sostanza unica primordiale col nome di “principio” (archè). Egli però non riconobbe l'archè nell'acqua o nell'aria o in un altro elemento, ma nell'apeiron, ovvero in un principio infinito e determinato dal quale egli riteneva che tutte le cose avessero origine e morissero. Per lui il principio è quindi indeterminato, non ha limiti e non può essere abbracciato totalmente. Inoltre è anche indefinito, in quanto non presenta alcuna definizione. Il principio inoltre abbraccia e governa ogni cosa, è immortale e indistruttibile, quindi divino. È anche indefinito, in quanto è come una materia in cui gli elementi non sono ancora distinti.
Anassimandro spiega anche il processo attraverso il quale le cose derivano dalla sostanza primordiale, identificandolo nella separazione. Per mezzo di questa si generano infiniti mondi, che si succedono secondo un ciclo eterno. Per ogni mondo è segnato il tempo della nascita, della durata e della fine.
Arriva anche ad ammettere l'infinità dei mondi nello spazio: infatti se l'infinito abbraccia tutti i mondi, esso deve essere pensato al di là non di un solo mondo, ma di altri ancora.
Secondo lui, inoltre, tutte le cose si muovono il principio è connesso al movimento, che si pone secondo due forze, centrifuga e centripeta.
Il movimento si pone all'interno e all'esterno del pensiero. Il tutto coincide con il principio, che è continuamente in movimento.
La forza centrifuga porta le cose a separarsi. Lascia quelle pesanti al centro. Le parti più leggere vengono respinte all'esterno. È un movimento meccanico. Da questo Anassimandro trae delle conclusioni: ossia che il freddo rimane e il caldo viene espulso.
La forza centripeta si pone invece a connettere, dal centro verso l'esterno.
Quindi, tutte le cose che vengono espulse dal principio sono in vita, ma non si manterranno.
Le cose che nascono lo fanno per un'ingiustizia, per cui dopo vengono espulse. Tuttavia le cose muoiono e tornano al principio.
Il movimento muta continuamente, quindi nessuna cosa è uguale all'altra.
Inizia quindi a capire che niente si mantiene.
Anassimandro, col discorso dei mondi infiniti, pone il rinnovamento delle cose e del principio stesso. Distrugge quindi un concetto morale agli aristocratici.
Secondo lui la vita degli uomini nasce in un involucro simile a quello dei pesci. La vita nasce dall'acqua all'interno di un involucro, poi verrà a presentarsi all'esterno. Gli uomini, una volta che rompono l'involucro, vengono in terra e sono in grado di alimentarsi.
Anassimene
È il terzo dei filosofi scienziati-ricercatori di Mileto. È più giovane di Anassimandro e forse suo discepolo. Nacque attorno al 546-545 a.C. E morì verso il 528-525.
Egli riosserva il movimento, in ciò che si presenta e che può riconoscere. Il movimento è connesso a ciò che è presente, come l'aria è quindi in tutte le cose. Dall'aria nascono tutte le cose che sono, che furono e che saranno, e anche gli dei e le cose divine. L'aria è il principio del movimento e di ogni mutamento.
Prendendo in considerazione l'anima, essa è soffio o pneuma, ma anche aria. Tutto è pieno di aria. L'aria circonda tutto. Nell'aria è presente l'umido, quindi la pioggia e l'acqua.
Quindi anche Anassimene descrive il il modo in cui l'aria determina la trasformazione delle cose.
Ammette anche lui il divenire ciclico del mondo e quindi il suo dissolversi periodico nel principio originario e il suo periodico rigenerarsi da esso. Nel mondo greco il concetto di ciclicità afferma l'eterno ritorno, ciò significa che ogni cosa segue il proprio destino ed è quindi imperfetta. Solo il principio è perfetto.
Anche lui usa il metodo induttivo. La sua ricerca è meno profonda di quella di Anassimandro e si avvicina a quella di Talete. Come l'anima dà forma alle cose, l'aria dà forma al corpo. Come il movimento è eterno, lo è anche l'aria. Anassimene pensa che l'aria fecondi. L'aria secondo lui genera costantemente vita. Inoltre, l'aria compone le cose sempre in maniera differente.
-infine sono anche le forme
Dagli atomi si sprigionano delle immagini. Queste vanno a colpire gli
atomi simili del nostro corpo.
come conseguenza, gli atomisti affermeranno che tutti i mondi possibili
si costitituiranno in maneira finita perché finiti sono gli atomi
-gli atomisti asseganno al mondo la nascita a caso, senza nessuna
causa finale.
-tutto è effetto di un incontro meccanico degli atomi.
Notano che
come in natura ci sono cose perfette e meno perfette si spiegano l’anima
si spiegano l’anima come composta da atomi lisci, perfetti e puri. non
sono sollecitati se non da se stessi. Questo atomi diranno che saranno
alla abse dell’intelligenza, ovvero del porre le cose in maniera perfetta.
oggi si è intelligenti quando si è in grado di porre le cose in maneira
perfetta.
se decevano così l’intelligenza la pongono. l’intelligenza segue il
composto atomico.
Democrito afferma che tra due consocenze, quella dei sensi e quella
dell’intelligenza, solo quella dell’intelligenza ci darà la verità. i sensi non
hanno la struttura razionale, non visualizzano e danno spiegazione delle
cose mentre l intelligenza, ovvero l’applicare la logica visualizzandola e
traendone le conseguenza, ci darà la verità.
-i sensi accolgono le cose ma non le capiscono e non sono in grado di
darne spiegazioni logiche.
Se l’anima presenta atomi puri ed è ciò che da forma alle cose, quando
noi ci poniamo a porre qualcosa che dobbiamo perseguire l’anima crea
l’oggetto e determina l’ etica , che altro non è che l’imporre un valore da
parte dell uomo e attivare una serie di azioni per perseguire e
raggiungere quell’obbiettivo.
di conseguenza i valori etici vengono da noi posti, ma per noi lì pone la
nostra intellogenza.
-se è così non cìè alcuna possibilità che ci sia uno scopo, lo scopo lo
decidiamo noi.