Anteprima
Vedrai una selezione di 5 pagine su 17
Crisi, tra economia e filosofia Pag. 1 Crisi, tra economia e filosofia Pag. 2
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Crisi, tra economia e filosofia Pag. 6
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Crisi, tra economia e filosofia Pag. 11
Anteprima di 5 pagg. su 17.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Crisi, tra economia e filosofia Pag. 16
1 su 17
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Economia: le diverse tipologie di crisi aziendali

Diritto: il licenziamento; gli ammortizzatori sociali

Italiano
: Luigi Pirandello
Estratto del documento

1.2. Gli indici sono utili a far notare situazioni sull’orlo della crisi?

pag. 9

2. La conseguenza della crisi

pag 10

2.1. Tipi di licenziamento

pag.10

2.2. Fattore Italia: il cuneo fiscale

pag. 11

2.3. Forme di tutela neo – disoccupati e formule “salva - posto”

pag. 11

3. La crisi dell’io pag. 13

3.1. Pirandello e i protagonisti dei suoi romanzi: Mattia e Vitangelo

pag. 13

Sitografia e bibliografia pag 16

Premessa

Per il mio percorso multidisciplinare ho scelto come tema centrale quello della “crisi”; ho

pensato che tale trattazione potesse risultare interessante, perché mi consentiva uno studio

2

serio e approfondito dell’argomento rispetto al mondo dell’economia –materia di indirizzo-, ma

anche agganci con il diritto e, indirettamente, con la letteratura.

Sono partita dall’individuazione delle diverse crisi che possono sorgere all’interno di

un’azienda e i cui segnali emergono chiaramente dall’analisi di bilancio, trattando di seguito gli

indici e i margini economici più significativi, che possono aiutare a contenere e a debellare tali

crisi; successivamente, ho posto l’attenzione sull’ aspetto legato alla questione delicata della

perdita del posto di lavoro, che mi ha consentito di esaminare i tipi di licenziamento delle

risorse umane, il peso che occupa il cuneo fiscale nel mondo del lavoro, le forme di tutela a

disposizione del lavoratore e quelle di contenimento della disoccupazione, cioè gli

ammortizzatori sociali; infine, ho affrontato il tema della crisi in relazione all’individuo, partendo

dal mutamento sociale, culturale e filosofico che si origina, a cavallo tra Ottocento e

Novecento, con il crollo delle certezze positivistiche ed arrivando, così, ad analizzare quella crisi

dell’io che da esso si origina.

1. La crisi d’azienda.

E’ possibile prevenire le crisi aziendali? La risposta non è semplice, poiché le imprese

sono organismi in continua evoluzione, inserite in un ambiente sempre più complesso e la crisi

può derivare da una pluralità di cause, sia di origine esterna, come crisi di settore o crisi del

3

sistema economico, che di origine interna, come crisi strategiche, competitive, dimensionali o

operative. Pertanto, diventa critico implementare un sistema di controllo strategico che

consenta di valutare le minacce provenienti dall’ambiente e di sfruttarne le opportunità.

L’impresa deve essere sempre più un’organizzazione che “apprende”, al fine di essere in

grado di tener sotto controllo il suo mercato, il che significa conoscere i propri concorrenti,

valutare i propri fornitori, verificare le attese dei clienti, tenere sotto controllo i prodotti

sostitutivi, porre attenzione ai nuovi entranti sul mercato. Segnali di crisi possono derivare da

molteplici indicatori, l’importante è che la struttura aziendale sia in grado di percepirne i

sintomi. Un opportuno sistema di reporting può contribuire a identificare possibili situazioni di

crisi prima che esse mettano a rischio la stessa sopravvivenza dell’entità aziendale. Una

componente del modello comprende lo sviluppo di un insieme di indicatori di bilancio, tali da

consentirne un adeguato modello di lettura, in grado di segnalare i sintomi di crisi.

1.1. Tipi di crisi e relativi indicatori.

Una classificazione molto diffusa distingue principalmente quattro tipologie di crisi: crisi

per situazioni di inefficienza, crisi da sovrapproduzione, crisi da decadimento del prodotto, crisi

da squilibrio finanziario. Spesso, a monte dei quattro tipi di crisi indicate, c’è una quinta

tipologia di crisi, la crisi legata all’inadeguatezza del modello di corporate governance e di

controllo.

La crisi da inefficienza.

La crisi da inefficienza si presenta quando l'azienda rileva un rendimento produttivo che si

attesta a livelli inferiori a quelli della concorrenza. Un efficace sistema di budget dovrebbe

segnalare tempestivamente il problema. Spesso la situazione d’inefficienza esplode quando

periodi di risultati positivi hanno determinato un abbassamento del livello dei controlli, in

relazione al fatto che in presenza di margini estremamente positivi non viene percepita

l’importanza del sistema di controllo. Ma proprio la presenza di margini elevati è la

determinante dell’entrata nel settore di altri operatori, che iniziando con nuove tecnologie,

possono sperimentare livelli di efficienza notevolmente migliori. Il consulente può avere

indicazione a livello di bilancio sulla presenza di inefficienze attraverso l'esame di alcuni

parametri:

Aumento dei consumi;

 Contrazione del fatturato medio per addetto (ricavi di vendita/ numero dipendenti);

 Ricavi di vendita

Numero dipendenti

Rallentamento del ciclo di magazzino (costo del venduto/rimanenze);

 4

Costo del venduto

Rimanenze

Peggioramento degli indici economici.

Gli indici economici sono concatenanti fra di loro, come possiamo vedere dal seguente schema:

Tasso di redditività del capitale proprio

utile

ROE= %

d’esercizio

Tasso di redditività del capitale Indice di indebitamento o Tasso incidenza gestione non

investito leverage caratteristica

Totale impieghi

Margine operativo Utile d’esercizio

%

ROI= %

netto Capitale proprio operativo

Margine

netto

Tasso di redditività delle Indice di rotazione degli

vendite impieghi

Margine operativo Ricavi di vendita

%

netto

ROS= Totale impieghi

Ricavi di vendita

ROE (return on equity): esprime capacità dell’azienda di remunerare il capitale di

 rischio;

ROI (return on investiments): esprime l’efficienza dell’impiego degli investimenti

 nell’attività. Il ROI assume un’importanza notevole nella valutazione della convenienza

all’indebitamento tramite il confronto con il tasso di indebitamento, ROD (return on

debt), il quale esprime onerosità media di tutte le passività. Se il ROI è maggiore del

ROD l’azienda ha convenienza a indebitarsi, perché la redditività del capitale investito in

azienda ne supera il costo, al contrario non c’è convenienza all’indebitamento.

Totale oneri finanziari

ROD Capitale di dedito

=

ROS (return on sales): esprime la redditività delle vendite;

 5

Indice rotazione degli impieghi: esprime grado di efficienza aziendale, inteso come

 capacità d rendere veloce il ciclo investimenti-disinvestimenti. Indica quante volte in un

esercizio il capitale investito si rinnova;

Indice di indebitamento o leverage: indica il ricorso al capitale di debito. Se il valore

 assunto è 1, l’azienda non ricorre al capitale di debito, ma è una situazione molto rara.

Se l’indice assume un valore non superiore a 2, allora è equilibrata, differentemente se

è superiore a 2, è sottocapitalizzata. Questo indice è detto anche “effetto leva” peri il

suo ruolo di moltiplicatore rispetto al ROE. Infatti, come abbiamo visto prima l’azienda

ha convenienza a indebitarsi se il ROI supera il ROD, ma questa convenienza aumenta

quanto è più elevato l’indice di indebitamento che esercita un effetto di moltiplicazione

sul ROI, il quale, a sua volta, fa aumentare il ROE.

Incidenza della gestione non caratteristica: per gestione non caratteristica si intendono

 le gestioni finanziarie e straordinarie. L’incidenza aumenta se la gestione non

caratteristica fornisce un contributo positivo, al contrario diminuisce

Come possiamo apprendere dallo schema il ROE è un indice sintetico e che è direttamente

proporzionale al ROI, al leverage e alla gestione non caratteristica. Allo stesso modo il ROI è

direttamente proporzionale al ROS e all’indice di rotazione degli impieghi.

La crisi di inefficienza, dapprima si riflette solo su alcuni indicatori economici, ma

successivamente può venire a riflettersi anche sulle dinamiche finanziarie: aumento degli

investimenti più che proporzionale all’aumento del fatturato, che viene ad assorbire

risorse finanziarie in misura superiore a quelle attese, pregiudicando poi la stessa fattibilità dei

piani di ristrutturazione per ridurre le situazioni di inefficienza produttiva e commerciale.

Crisi da sovrapproduzione

Tale crisi si ha quando l'azienda produce in misura superiore rispetto alla domanda

proveniente dal mercato, e anche in tale situazione può aversi un peggioramento degli

indicatori reddituali, finanziari e di attività. Una situazione di sovrapproduzione è segnalata da:

Un rallentamento rapido della rotazione del magazzino, con un conseguente

 allungamento del ciclo del capitale circolante. Di fatto il magazzino tende ad

aumentare, diventando in parte immobilizzato, con effetti negativi sulla stessa

situazione finanziaria. Per il suo calcolo prendiamo in considerazione l’indice di

rotazione delle rimanenze. Costo del

venduto

Rimanenze 6

Un peggioramento della liquidità secca (acid test ratio), esprime la capacità di

 affrontare i debiti di breve scadenza con le disponibilità liquide.

Disponibilità

liquide

Il ricorso in misura crescente all'indebitamento di breve termine, ottenuto sia chiedendo

 maggiori dilazioni ai fornitori, sia utilizzando al massimo le linee di credito;

La crisi diventa molto più grave se i prodotti in magazzino sono soggetti ad obsolescenza. In

questo caso l'imprenditore dovrebbe svalutare il magazzino, rendendo trasparenti gli effetti

derivanti da errori nella programmazione della produzione.

Crisi da decadimento del prodotto.

L'aumento delle giacenze di magazzino in rapporto ai volumi di fatturato, tuttavia, può

essere il sintomo di una situazione molto più grave, cioè il segnale di una crisi da

decadimento del prodotto, ovvero che la produzione non incontra più i favori del pubblico,

attratto da prodotti sostitutivi o da produzioni di nuovi entranti, che rispondono meglio alle

esigenze di consumo e/o di status symbol. Se il prodotto non incontra più il favore del

mercato, si assisterà a una forte contrazione del fatturato ed al collaterale aumento del

magazzino, con effetti simili a quelli di una crisi di sovrapproduzione, ma con un

peggioramento della situazione più veloce e deleterio. Infatti, mentre nell’ipotesi precedente, la

crisi può o potrebbe essere superata riducendo la capacità produttiva, da cui minori consumi

energetici, mobilità per una parte del personale, revisione delle procedure e delle politiche di

magazzino, più profondi devono essere gli interventi in questo secondo caso. Nel caso di

decadimento del prodotto, situazione oggi che si presenta per la concorrenza di paesi in via di

sviluppo che sono in grado di fornire gli stessi prodotti a costi notevolmente inferiori, è una

situazione estremamente grave. La conoscenza tuttavia non deriva solamente da un'adeguata

lettura e analisi del bilancio, ma anche da una profonda conoscenza del settore merceologico

nel quale l'impresa opera, in termini di andamento storico, prospettive e previsioni, dati

statistici di settore.

Crisi da squilibrio finanziario.

E' una tipologia di crisi che esplode quando l’azienda non ha la capacità di far fronte ai

propri obblighi di pagamento regolarmente, senza conseguenze negative sul piano economico.

Si può riscontrare nella contrazione della liquidità e nell’alterazione degli equilibri fra le fonti e

gli impieghi. 7

Contrazione della liquidità.

L’analisi della liquidità è finalizzata a evidenziare la capacità dell’azienda di fare fronte agli

impegni di breve periodo (principalmente debiti di funzionamento e di finanziamento)

attraverso l’utilizzo del capitale circolante (disponibilità liquide, crediti e rimanenze). Possiamo

utilizzare 2 indici di tipo strutturale:

Patrimonio circolante netto: quantifica la capacità dell’impresa di far fronte a impegni a

 breve, facendo affidamento alle attività più facilmente monetizzabili.

Attivo corrente – passività

correnti

Margine di tesoreria: esprime capacità dell’impresa di far fronte alle passività a breve

 contando solo sulle disponibilità liquide.

(disponibilità liquide + disponibilità finanziarie) – passività

correnti

In entrambi i casi, se il risultato è negativo, vuol dire che l’impresa finanzia delle

immobilizzazioni con impegni di breve periodo, ed è evidente lo squilibrio finanziario.

Dettagli
Publisher
17 pagine
186 download