Concetti Chiave
- Il nailon è una fibra poliammidica sviluppata da Carothers per Du Pont e lanciata nel 1938, diventando subito popolare.
- Esistono vari tipi di nailon, con il nailon 66 come il più comune, ottenuto dalla polimerizzazione a caldo di fenolo e altri composti.
- Il processo di produzione include la filatura e il raffreddamento dei filamenti, seguiti dal "stiro" per migliorarne la lunghezza e le caratteristiche tecnologiche.
- Il nailon vanta resistenza alla trazione, non è infiammabile e non si deteriora a temperature sotto i 100°C, ma ha scarsa igroscopicità e porosità.
- Ampiamente utilizzato nel settore tessile e come materia plastica, il nailon è impiegato in abiti, calze, maglierie e articoli per l'arredamento.
Il nailon
Il nailon è una fibra poliammidica realizzata fra il 1928 ed il 1935 dall’americano Carothers per la società Du Pont; ma presentata al pubblico soltanto nel 1938, con enorme successo.
Sotto il nome di nailon si possono trovare in commercio prodotti chimicamente diversi, a seconda dell’acido e dell’ammide impiegati nella loro sintesi. La varietà più diffusa è il cosiddetto nailon 66, che risulta dalla polimerizzazione a caldo, in autoclave, del fenolo (ottenuto dalla distillazione del catrame di carbone) con idrogeno, ossigeno ed azoto o loro composti.
I filamenti sottilissimi usciti dai fori di quest’ultima vengono raffreddati in corrente d’aria ed avvolti su bobine.
Subito dopo essi vengono sottoposti al cosiddetto stiro (tensione a freddo mediante avvolgimento su bobine, che ruotano a velocità quattro volte maggiore di quelle di provenienza), operazione destinata a quadruplicare la loro lunghezza iniziale ed a migliorare di molto le loro caratteristiche tecnologiche. Altro procedimento tipico a cui è sottoposto il nailon, in filato o in tessuto, è il fissaggio, (consistente nel riscaldamento, per un certo tempo, alla temperatura di 120-160°C, grazie al quale esso conserva inalterata la propria forma durante tutto l’uso (ingualcibilità).
II nailon può essere anche fortemente ritorto; poi sottoposto a fissaggio e quindi completamente detorto : acquista così un 'enorme elasticità, sfruttata nella preparazione della filanca od elanca (filato elasticizzato per la produzione di calze e maglierie).
Come, e più delle altre fibre sintetiche, il nailon è provvisto di qualità che ne raccomandano l’uso: oltre a quelle già elencate ha un 'eccezionale resistenza alla trazione; non è infiammabile (alla fiamma fonde lentamente, lasciando un residuo duro e vetroso, e gli eventuali casi di infiammabilità sono dovuti alle sue tinture) e non è deteriorabile a temperature inferiori ai 100°C.
E tuttavia necessario ricordare che i tessuti di nailon presentano due notevoli inconvenienti igienici, legati alla loro natura inorganica: sono pochissimo igroscopici, quindi non assorbono né trattengono il sudore; sono poco porosi, quindi non permettono una buona traspirazione.
Le vastissime applicazioni tessili del nailon (tessuti per biancheria, abiti, arredamento’, calze', maglierie', filati cucirini e non, passamanerie, ecc.) vanno quindi giustamente di pari passo con il suo universale impiego come principale materia plastica.
Domande da interrogazione
- Qual è la composizione chimica del nailon più comune?
- Quali sono i principali vantaggi del nailon rispetto ad altre fibre sintetiche?
- Quali sono gli svantaggi igienici del nailon?
Il nailon più comune è il nailon 66, ottenuto dalla polimerizzazione a caldo del fenolo con idrogeno, ossigeno e azoto.
Il nailon ha un'eccezionale resistenza alla trazione, non è infiammabile e non si deteriora a temperature inferiori ai 100°C.
I tessuti di nailon sono poco igroscopici e poco porosi, quindi non assorbono il sudore e non permettono una buona traspirazione.