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Concetti Chiave

  • Il gas di città, noto anche come gas illuminante, fu inizialmente utilizzato per l'illuminazione pubblica prima della diffusione dell'elettricità.
  • Il gas illuminante è composto principalmente da idrogeno, idrocarburi vari e ossido di carbonio, ed è ottenuto dalla distillazione del litantrace.
  • Questo gas è incolore, ha un odore caratteristico ed è fortemente tossico a causa della presenza di ossido di carbonio.
  • Per ridurre la tossicità e aumentare il potere calorifico, il gas illuminante viene spesso miscelato con metano, butano, propano o altri idrocarburi gassosi naturali.
  • Il gas viene distribuito attraverso reti di tubi di ghisa catramata, con regolatori di pressione per mantenere costanti i valori durante il consumo variabile.

Indice

  1. Storia del gas illuminante
  2. Composizione e produzione del gas

Storia del gas illuminante

Questo notissimo gas deve il suo nome al fatto che, prima della diffusione dell’elettricità, era usato per l’illuminazione.

La sua prima utilizzazione in tal senso si ebbe a Londra nel 1813 ed in Italia, a Milano, nel 1832. Dal 1850 agli inizi del ’900 tutti i centri urbani ebbero l’illuminazione pubblica a gas.
Oggi esso è diversamente, ma non meno intensamente, impiegato solo o in miscela con il metano, il butano, il propano, come gas per uso domestico, destinato ad alimentare fornelli e forni, scalda-acqua, stufe, piccole caldaie per impianti di riscaldamento particolare.

— Il gas illuminante è incolore; di odore caratteristico; fortemente tossico, perché contiene dal 5 al 10% di ossido di carbonio (CO) (x), ed è inoltre esplosivo, se combinato con aria e messo a contatto di fiamme libere. Brucia comunque molto bene, con scarsi residui e potere calorifico medio (3.500- 4.000 Cai). Per aumentare tale potere e per diminuirne la tossicità si usa (come s’è già detto) addizionarlo con metano, butano, propano od altri idrocarburi gassosi naturali.

Composizione e produzione del gas

Il gas illuminante non è infatti un prodotto naturale; ma una miscela costituita da:

—il 50% di idrogeno,

— il 35% di idrocarburi vari,

—il 5-10% di ossido di carbonio,

—quantità variabili di altri gas (anidride carbonica, azoto, ecc.),

ed ottenuta dalla distillazione del litantrace a fiamma lunga, sottoposto a temperature dagli 800° ai 1.300°C in grandi storte (camere alte) dalle pareti riscaldate. Successivi riscaldamenti (che liberano i componenti volatili del litantrace) e refrigerazioni di questi ultimi (che si condensano separatamente) liberano catrame, ammoniaca, prodotti solforosi, lasciando che il gas illuminante residuo si depositi nei gasometri: enormi campane di lamiera capovolte su vasche d’acqua. Da qui il gas viene immesso nelle reti di distribuzione a mezzo di tubi di ghisa catramata, forniti di regolatori di pressione, i quali permettono di mantenere questa su valori costanti anche nelle ore di massimo e di minimo consumo.

Domande da interrogazione

  1. Qual è stata la prima città ad utilizzare il gas illuminante per l'illuminazione pubblica?
  2. La prima città ad utilizzare il gas illuminante per l'illuminazione pubblica è stata Londra nel 1813, seguita da Milano in Italia nel 1832.

  3. Quali sono i componenti principali del gas illuminante?
  4. Il gas illuminante è composto principalmente da idrogeno (50%), idrocarburi vari (35%), ossido di carbonio (5-10%), e quantità variabili di altri gas come anidride carbonica e azoto.

  5. Quali sono i rischi associati all'uso del gas illuminante?
  6. Il gas illuminante è fortemente tossico a causa della presenza di ossido di carbonio e può essere esplosivo se combinato con aria e fiamme libere.

Domande e risposte

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